CAPITOLO DICIOTTO.

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Quella notte, dopo essere stati per molto tempo a guardare le stelle che si rispecchiavano lucenti sul lago nero, Harry e Draco erano tornati in silenzio nella Sala Comune dei Serpeverde. Per non farsi vedere da nessuno, si erano stesi su uno dei comodi divanetti che c'erano al centro della stanza. Draco cingeva Harry con le sue braccia, mentre giochicchiava con i suoi capelli, come amava fare. Harry invece si lasciò completamente andare, lasciandosi avvolgere da quelle braccia e con loro da tutto l'amore che rappresentavano. Finalmente, dopo tante agonie, erano lì insieme. Harry si sentì come se quello fosse l'unico posto dove sarebbe potuto essere. Ogni altra cosa era completamente scomparsa dalla sua mente, tutto era limpido, e si lasciava cullare dalla dolcezza di quel momento, lasciando i suoi pensieri indietro, sepolti dal sentimento di pace che stava provando. Si guardò intorno, e si sentì improvvisamente il ragazzo più fortunato del mondo ad aver trovato qualcosa di così bello per cui valesse la pena vivere. Non lo avrebbe mai immaginato, eppure Draco era l'unica persona che volesse accanto a lui.

Così si sfilò gli occhiali e si abbandonò sul petto dell'altro, e dopo un po' entrambi si addormentarono.

"Ah, amico, che state facendo? Svegliatevi!" Harry fu destato dall'assordante voce di Ron che pareva alquanto disgustato dalla visione che aveva appena avuto. Aveva immaginato che si sarebbe svegliato con le luci dell'alba, così da sgattaiolare via nel proprio dormitorio prima che qualcuno potesse vederli. Anche se ormai, c'era ben poco da nascondere: probabilmente quasi tutta la scuola sapeva di loro due.

Harry e Draco si destarono cercando di realizzare dove si trovassero, e non appena i loro occhi furono aperti e lucidi, si ritrovarono davanti Hermione, Ron e Blaise che li scrutavano con aria di rimprovero. Quando Harry si rese conto della situazione, ebbe un guizzo, e rivolse uno sguardo preoccupato a Malfoy, che al contrario sembrava alquanto compiaciuto.

"Noi...ehm...ci siamo addormentati" biascicò Harry, diventando prepotentemente scarlatto in viso, e abbassando lo sguardo per non incrociare gli occhi di nessuno dei tre.

"Oh andiamo Potter, non essere così timido" Draco sembrava divertito, mentre cercava di sistemarsi i capelli. L'unica cosa che gli importava era che altre persone non lo vedessero in disordine. Poi poggiò la sua mano dietro la nuca di Harry, e con un piccolo gesto la avvicinò a lui, scoccandogli un bacio leggero sulla fronte.

Ron aveva l'aria di uno che stava per vomitare. Al contrario Blaise alzò i pollici verso Draco, come a congratularsi.

"Già faccio fatica ad accettare questa cosa, non voglio anche vedervi avvinghiati in quel modo! Bleah" Era chiaro che Ron non avesse ancora metabolizzato il fatto che il suo migliore amico, fosse in una relazione amorosa con il loro acerrimo nemico. Aveva promesso a Harry che si sarebbe sforzato, ma Harry non pretendeva certo un enorme sforzo da lui, capiva la situazione. Inoltre sapeva bene che tra Malfoy e Weasley non era mai corso buon sangue, quindi il suo commento era del tutto normale.

"Oh smettila Ron! Quello che mi preoccupa è che qualcuno possa riferirlo alla stampa, e immaginate che bell'articolo ne tirerebbe fuori Rita Skeeter!" Hermione la vedeva da tutt'altra prospettiva: non le importava molto che Harry avesse scelto Draco, se si era innamorato di lui di certo un motivo c'era – lei non lo vedeva, ma c'era –. Era piuttosto in ansia per quello che sarebbe successo se la notizia fosse circolata al di fuori di Hogwarts, e magari fosse arrivata nelle mani del Signore Oscuro.

"E allora?" Draco apparse improvvisamente più acerbo, con un'espressione di amaro disprezzo sul volto. "Che lo scrivano! Non mi interessa." Sbuffò. Non lo pensava davvero, e Harry lo sapeva bene. Era certo che avesse paura della reazione che avrebbe avuto suo padre venendo a sapere di una cosa simile. Eppure lui ci stava provando, a convincere non soltanto gli altri ma soprattutto sé stesso. Harry sapeva che dopo una vita passata nell'ombra, senza essere sé stesso, aveva l'ardente desiderio di esserlo finalmente, e piano piano ci sarebbe riuscito.

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