23:01
Ero steso sul letto e guardavo ogni minuto l'orologio, sperando di vedere 00:00. Avevo appuntamento con Paolo nella sua stanza. Questa volta non gli avrei dato buca.
23:03
Ripensai alla giornata per ingannare il tempo. Avevamo galoppato fino ad un meraviglioso prato verde pieno di fiorellini variopinti. Ecco come mi immagino l'eden. Lì avevamo pranzato, stendendo una tovaglia a terra.
23:07
Le chiacchiere non erano di certo mancate, anche se avevamo parlato solo di argomenti futili. La cosa più difficile era stata fingere indifferenza, mentre in realtà ero interessato ad ogni parola. Fino a quando successe.
23:13
Si bloccò e iniziò a scrutarmi. Sotto il suo sguardo indagatore mi interessai improvvisamente al panorama. In effetti era bellissimo: le colline lasciavano spazio a una pianura sconfinata divisa a metà da un fiume limpidissimo. Sulla sponda sinistra l'erba cresceva rigogliosa, su quella destra si estendeva un bosco fitto che pareva il regno dei folletti. Il cielo era limpido e non una nuvola offuscava l'azzurro acceso.
"Hai letto il mio biglietto, ma non ne vuoi parlare perché non c'è niente da dire."
Il suo tono era calmo e la sue erano tre affermazioni. Vere. Non risposi e il discorso si chiuse lì, con Paolo che serrava le labbra dal fastidio e io che tentavo di mandar via la morsa alla bocca dello stomaco.
23:26
Nel pomeriggio, mentre cavalcavamo, il riccio menzionò la sua volontà di aprire la porta della stanza della madre.
"Lo faremo stasera" disse deciso "prima di cenare."
Lo sostenni. Non potevo dargli una pacca sulla spalla, ma lo feci a parole.
23:28
E la sera effettivamente arrivò. Dopo aver lasciato i cavalli con una zolletta di zucchero e tante coccole, entrammo in casa a fare una doccia. Mentre l'acqua mi lavava via la fatica della giornata, Paolo cercava la chiave.
23:31
Entrò nel bagno felice come una Pasqua, sventolandola in aria come fosse un trofeo. L'aveva trovata e, a detta sua, era stato molto semplice. Come togliere un lecca lecca ad un bambino. Avevo intanto fatto mille congetture, si sa che l'acqua calda mette in moto la mente. Avevo avuto esattamente 43 idee diverse su cosa ci potesse essere dentro, riordinate nella mia testa in ordine di probabilità. Non vedevo l'ora di vedere la realtà dei fatti per dire "visto? Ci ho indovinato. È l'undicesima della lista."
23:39
Aspettavo Paolo seduto sul mio letto con i capelli bagnati. Probabilmente avevo più ansia di lui. Ero sempre stato un tipo curioso. E questo mi aveva spinto a fare molte stupidaggini. Una volta da piccolo salii in soffitta e vidi il lucernario sul tetto. Avrò avuto undici anni. Lo aprii e in un batter d'occhio mi ritrovai a gattonare sulle tegole. Mi sedetti in mezzo ai due spioventi, con la schiena appoggiata al camino. Non vi dico le urla di mia madre quando mi vide lassù, sembrava indemoniata. Beh, non che di solito fosse molto diversa, ma in quel caso aveva dato il meglio di se stessa. Sentii bussare tre volte alla porta: era il segnale. Mi alzai e lo raggiunsi nel corridoio. La tensione era evidente: una vena sulla sua fronte pulsava e il suo pomo d'adamo scendeva e saliva velocemente.
Un passo.
L'ansia saliva.
Due passi.
La tensione mi aveva invaso la bocca dello stomaco.
Tre passi.
La gola mi bruciava.
Quattro passi. Eravamo davanti alla porta. Paolo allungò il braccio lentamente. La mano tremava, ma dopo tre tentativi riuscì a infilare la chiave nella serratura. Deglutì. La ruotò. Ostentava una calma che non aveva. Si sentì uno scatto e il ragazzo di fianco a me sussultò lievemente. Si voltò verso di me alla ricerca della sicurezza nel mio sguardo e io annuii con decisione.
23:51
Abbassò la maniglia e aprì la porta. La scena che mi si parò davanti era surreale. Rimanemmo entrambi a bocca aperta. La stanza era completamente dipinta in modo che sembrasse un prato immerso nell'azzurro limpido del cielo. Al posto di calpestare il pavimento, calpestavamo un'erbetta posticcia ma talmente curata e verde da sembrare vera. Un lucernario sul soffitto permetteva un'illuminazione naturale di tutto l'ambiente. Anche l'arredamento era studiato nei minimi particolari: una scrivania al centro in legno scuro e un dondolo del medesimo colore. La parete con la porta era interamente coperta di scaffali scuri pieni di raccoglitori colorati. In ordine cromatico. Ecco da chi aveva preso Paolo.
"Sono..." iniziò "queste sono raccolte di favole. Me le leggeva sempre da piccolo. E queste... queste sono poesie. Qui invece ci sono delle pagine critiche, due libri e una biografia. Mia mamma era... una scrittrice."
Aprì un raccoglitore bianco senza etichetta e sbarrò gli occhi.
"I premi letterari che ha vinto." sussurrò "Sono tantissimi."
Lo ripose sullo scaffale.
"Guarda, questi sono i suoi autori preferiti! Leopardi, La divina commedia di Dante, Ungaretti, Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde, Iliade, Odissea ed Eneide. Guarda! C'è anche Saffo."
Sembrava un bambino in un negozio di caramelle. Chiunque avrebbe potuto facilmente capire che quello era il suo mondo. E io avevo l'opportunità di vederne una parte, lui me l'aveva donata. Si voltò verso di me con gli occhi che luccicavano. Sorrisi. Mi abbracciò e io rimasi in un primo momento con le braccia a penzoloni per la sorpresa, ma poi gliele strinsi sulla schiena. Durò solo un secondo perché non appena lo sfiorai si staccò velocemente da me e fece un balzo indietro, come scottato, facendomi rimanere interdetto per la seconda volta.
"L'ho fatto senza pensare" ammise con la voce che tremava un po' "ho la mente offuscata da troppe emozioni. Non succederà più promesso."
"Dai femminuccia" lo presi in giro "se non ci muoviamo a scendere tuo padre farà sentire le urla anche ai vicini."
Ridemmo entrambi. La casa era in mezzo ad un campo di cento ettari e quella accanto a soli due chilometri di distanza.
23:58
La cena si svolse tranquilla tra le solite chiacchiere e risate, poi ci rintanammo tutti e tre di sopra. Un biglietto scivolò sotto la porta della mia camera alle 23.Alle 00:00 da me.
00:00. Era ora.
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Lasciare la strada vecchia per la nuova
Fiksi RemajaMatteo, un ragazzo di 17 anni, è costretto a trasferirsi a casa dell'amico di sua madre Marco. È deciso a cambiare vita, soprattutto dopo aver conosciuto suo figlio Paolo, un ragazzo bellissimo di 18 anni, con cui nascerà una bellissima amicizia, fa...