Qualche settimana dopo le vacanze di Natale finirono e ricominciarono sia le lezioni che le partite di Quidditch.
La prima partita dopo la ripresa del campionato si disputò una settimana dopo la fine delle vacanze e - con grande sconforto di Clint - Grifondoro battè Tassorosso con un margine di soli 10 punti.
Gennaio passò abbastanza in fretta. Una sera di sabato, mentre Loki e Natasha studiavano pacificamente, in tutta la Sala Comune si sentì un enorme botto che fece trasalire molti Serpeverde.
Girandosi scoprirono il motivo di tanto baccano: alcuni ragazzi del quarto anno avevano deciso di allenarsi nell'incantesimo di esilio con vari utensili di ferro che, lanciati contro i muri, generavano un rumore assordante.
Dopo mezz'ora fu ben chiaro che i ragazzi non avevano affatto intenzione di smettere.
- «Io non posso studiare in queste condizioni!» si lamentò Loki. Odiava il rumore, soprattutto quello sottoforma di suoni ripetitivi.
Natasha invece non sembrava molto infastidita.
- «Coma fai a studiare così?» le chiese Loki chiudendo di scatto i libri, tremendamente irritato.
- «Li ignoro» rispose semplicemente la ragazza.
Loki cercò di seguire il suo esempio, ma appena si apprestava a leggere il paragrafo sull'incantesimo Alohomora che doveva studiare per il lunedì, i rumori cominciavano a rimbombare nella sua testa impedendogli di concentrarsi.
Invidiando Natasha per la sua capacità di concentrazione, decise di andare a letto non avendo altre alternative: non poteva uscire dalla Sala Comune - dato che era scattato il coprifuoco - e in dormitorio non poteva fare altro che dormire.
Si infilò tra le coperte e si addormentò più in fretta del solito, ma probabilmente dormì molto profondamente dato che dopo quello che gli sembrò un attimo si svegliò.
Era ancora buio e dando un occhiata all'orologio scoprì che erano le due di notte.
Si rigirò nel letto e provo ad addormentarsi ma senza risultati. Provò tutti i modi possibili e immaginabili: si mise nelle posizioni più strane, fece un po' di joga, tentò un incantesimo su se stesso per addormentarsi, ma niente. Restava ostinatamente sveglio.
Maledicendo l'insonnia, capì che si era svegliato alle due perché era andato a letto troppo presto, così - intuendo che per il momento non avrebbe dormito - pensò al da farsi.
Aveva immediatamente scartato l'opzione "studiare" dato che nel cuore della notte non aveva proprio voglia di immergersi nei libri e stava valutando l'idea di andare a mettere una rana nel letto di Stane quando improvvisamente gli venne un colpo di genio.
Come aveva fatto a non pensarci prima? La porta nello sgabuzzino delle scope era ancora da esplorare!
Passata l'euforia iniziale cominciò a rivalutare questa opzione per la paura di essere scoperto fuori dal letto, ma scacciò quel pensiero raccomandandosi di essere il più silenzioso possibile.
Si infilò un pullover verde e scese furtivamente le scale del dormitorio maschile cercando di fare il meno rumore possibile. Disse la parola d'ordine, la porta scorrevole si aprì e lui si fermò.
Intorno a lui c'era un silenzio assoluto, così profondo da risultare assordante, ed era tutto buio. Sentiva solo il suo cuore che batteva a ritmo regolare.
Salì una lunga scalinata, percorse un paio di corridoi e si ritrovò avanti alla porta dello sgabuzzino. Spinse la porta che scricchiolò sinistramente e dopo essersi voltato per assicurarsi di essere solo, entrò per la seconda volta nello sgabuzzino per poi chiudersi lentamente dentro.
La stanza era come l'aveva vista l'ultima volta: molte scope stanziavano sul pavimento, un armadio tarlato era immobile appoggiato al muro, dei ragni dormivano su di esso e la porta era sempre nella stessa posizione. Provò a tirare la maniglia ma senza risultati.
Cominciava a pentirsi di essere venuto e cominciava ad avvertire le prime avvisaglie di stanchezza. Perché era sceso dal letto per vedere una porta che non si apriva?
Improvvisamente tese l'orecchio mentre il battito del suo cuore accelerava. Quel rumore se l'era solo immaginato, oppure qualcuno stava salendo delle scale da dietro la porta?
Stette ad ascoltare. Ne era sicuro ora: qualcuno stava salendo le scale.
Terrorizzato si guardò intorno e sveltissimo si infilò dentro all'armadio tarlato generando un po' di trambusto nei ragni che ci erano pacificamente addormentati su di esso.
Un attimo dopo sentì il rumore di una porta che si apriva seguita dalle voci del preside e della vicepreside che conversavano a bassa voce.
- «Siete sicuro che questo sia il posto giusto?» chiese la Hill. Loki avvertì incertezza nella sua voce.
- «Ovvio, chi verrebbe a curiosare in una ripostiglio delle scope?» affermò Fury seccamente.
- «Qualcuno di molto curioso» sbottò l'altra. «Giusto qualche mese fa la professoressa Whoberis ha mandato un ragazzo a pulire le scope qua dentro»
Loki ebbe appena il tempo di pensare che era lui il ragazzo in questione, quando Fury replicò:
- «Si, ma questo mi sembra il posto più adatto, finché non la useremo per le medaglie»
Uscirono dalla stanza e piano piano le loro voci si affievolirono, fino a scomparire del tutto.
Tremante, Loki uscì dall'armadio e si mise a correre verso il dormitorio, deciso a raccontare tutto agli amici ricordandosi subito dopo che erano addormentati.
Cos'è che era nascosto nella stanza dietro la porticina? E di che medaglie parlava Fury?
Tornò nel dormitorio e posò le pantofole sotto al comodino. Dato che aveva già il pigiama si buttò sul letto mentre in testa gli rimbombavano le parole della conversazione udita tra la Hill e Fury e cadeva in un sonno agitato.
- «Presto, venite, devo dirvi una cosa» disse Loki agli altri mentre si recavano in Sala Grande per fare colazione.
Un pallido sole invernale era sorto e un aria fredda li invase al loro ingresso nella Sala.
Al contrario di Steve e Loki - che si era svegliato riposato dato che era andato a letto presto la sera prima - tutti gli altri erano molto stanchi.
Quando tutti e sette si furono riuniti al tavolo di Serpeverde, Loki raccontò a bassa voce tutto ciò che era successo durante la notte.
- «Perchè non mi hai chiamato?» chiese indignata Natasha.
- «Non posso entrare nel dormitorio femminile» le ricordò Loki. «E poi intendo ritornare in quella stanza»
- «Chissà cosa c'è dietro quella porta» meditò Thor molto interessato «Potrebbe esserci qualunque cosa!»
- «Verrà usata per delle medaglie» rispose Steve «Non può essere qualunque cosa!»
- «Immaginatevi delle medaglie di ciambelle... io farei di tutto per vincerle!» esclamò in tono sognante Tony.
- «Potresti tranquillamente prenderle dal tavolo» fece Clint sventolandogliene una sotto il naso.
La colazione passò con Tony che si contendeva con Clint l'ultima ciambella.
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𝐓𝐡𝐞 𝐋𝐨𝐬𝐭 𝐒𝐩𝐞𝐥𝐥
Fanfiction𝑬 𝒔𝒆 𝒈𝒍𝒊 𝑨𝒗𝒆𝒏𝒈𝒆𝒓𝒔 𝒏𝒐𝒏 𝒇𝒐𝒔𝒔𝒆𝒓𝒐 𝒈𝒍𝒊 𝒆𝒓𝒐𝒊 𝒑𝒊ù 𝒑𝒐𝒕𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒕𝒆𝒓𝒓𝒂 𝒎𝒂 𝒄𝒐𝒎𝒖𝒏𝒊 - 𝒑𝒊ù 𝒐 𝒎𝒆𝒏𝒐 - 𝒔𝒕𝒖𝒅𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝑺𝒄𝒖𝒐𝒍𝒂 𝒅𝒊 𝑴𝒂𝒈𝒊𝒂 𝒆 𝑺𝒕𝒓𝒆𝒈𝒐𝒏𝒆𝒓𝒊𝒂 𝒅𝒊 𝑯𝒐𝒈𝒘...