Diagon Alley

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Loki non aveva mai creduto di poter vedere un muro aprirsi avanti ai suoi occhi, ma questo era appena successo.

Lui e la sua famiglia erano arrivati avanti al pub "il Paiolo Magico" e si erano diretti verso un muro sul retro.

Odino aveva colpito il muro con un bastone e prima che Loki avesse avuto il tempo di pensare "ma che sta succedendo?" il muro si era aperto e aveva rivelato un passaggio segreto.

Ora stava passeggiando per le vie ed era ogni volta più stupito delle cose che vedeva.

- «Loki, guarda! Oddio che cos'è? Si muove!» diceva Thor ogni secondo.

- «ci sbrighiamo?» sbuffò Hela incrociando le braccia.

- «forse è meglio» convenne Odino «dobbiamo andare alla Gringott a prendere dei soldi, non ne abbiamo abbastanza al momento»

Così si avviarono verso un possente edificio bianco che recava la scritta "Gringott" ed attraversarono l'enorme porta argentata.

Appena fu dentro, Loki si osservò molto attentamente intorno notando molte creature strane che riconobbe come Goblin.

Il salone era marmoreo e conteneva centinaia di Goblin che scrivevano, pesavano pietre e gemme. In quella sala c'erano decine di porte e Loki venne assalito dalla curiosità di sapere dove portavano.

Ad interrompere i suoi pensieri fu la voce di Frigga che si rivolgeva ad uno dei Goblin.

- «salve vorremmo prelevare monete dalla stanza numero 157»

- «avete la chiave?» domandò impassibile il Goblin.

- «si, certo» annuì Frigga, e glie la consegnò.

Loki si ritrovò a pensare che lui non avrebbe mai affidato a una di quelle creature una chiave così importante. Forse per la faccia, forse per le dita delle mani e dei piedi innaturalmente lunghe, fatto sta che Loki non si fidava di quelle creature.

Il Goblin scese dalla sedia su cui era seduto e si avviò verso una delle porte con tutti loro che gli andavano dietro.

Mise la mano sulla maniglia, mentre Loki si sporgeva da dietro la schiena di Hela per vedere cosa celava quella stanza.

Rimase abbastanza deluso: era un cordidoio tutto buio, a terra c'era sabbia e solo poche torcie illuminavano il cammino. Abituando gli occhi potè notare che a terra c'erano delle rotaie che però erano molto più piccole di quelle dei treni Babbani.

Il Goblin fece un fischio e un carrello arrivò emettendo suoni striduli. Loki dubitava che quell'affare minuscolo potesse sorreggerli tutti ma non fece domande e fidandosi del fatto che i genitori non erano mai morti in tutti quegli anni andando alla Gringott, salì.

Il carrello era velocissimo. Thor si divertiva un mondo, mentre Loki faticava a tenere gli occhi aperti. Il vento gli impediva di vedere, ma Loki dubitava di poter vedere qualcosa anche se li avesse tenuti aperti. Era così buio...

Notò che i binari del carrello erano sospesi in aria e non appoggiati a terra, e pregò che reggessero. Il Goblin non manovrava perciò il cartello doveva sapere la strada.

E se il carrello si fosse stancato di loro? Loki cominciò a fantasticare su una rivolta dei carrelli, e cosa ne sarebbe successo.

Dei carrelli che governavano il mondo era abbastanza buffo, e pensò di dirlo a Thor, ma poi si ricordò che con loro c'era il Goblin che sentendo queste cose si sarebbe offeso.

Però se il carrello si fosse stancato di loro molto probabilmente li avrebbe buttati di sotto, ed a questo punto guardò in giù, rimuginando su cosa potesse esserci in quel buio totale.

𝐓𝐡𝐞 𝐋𝐨𝐬𝐭 𝐒𝐩𝐞𝐥𝐥Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora