"La persona che parte per un viaggio, non è la stessa persona che torna".
Proverbio cinese
Il mondo è bello perché vario, una tavolozza variopinta dei colori più svariati. Tra questi, un guazzabuglio di nome Faith Beatrice Irving, l'emblema della normalità: non era particolarmente bella, non secondo i canoni moderni di bellezza femminile, né dotata di particolari talenti, possedeva tuttavia "celluline grigie" della migliore qualità, un'indole tendenzialmente altruista e (fin troppo) accomodante, una lingua biforcuta con chi non le andava a genio (il 99% dell'umanità), un temperamento incostante, la pretesa di avere sempre ragione e un ottimo intuito, che (fin troppo) spesso utilizzava per intromettersi negli affari altrui.Questo peculiare miscuglio di pregi e difetti, malamente mescolati a creare una vera e propria contraddizione vivente, era anche patologicamente incapace di prendere decisioni che la riguardassero in prima persona: navigava attraverso la vita secondo corrente, con placida passività. Prova provata della sua perenne indecisione era stata la scelta della carriera da intraprendere: Faith aveva, sin dalla tenera età, evitato il più possibile di pensare al futuro, perché, si sa, "del doman non v'è certezza", e non accettava l'idea che nella vita il caso la facesse da padrone. Di una sola cosa era certa: la sua professione ideale doveva prevedere un contatto umano ridotto all'osso, data la sua allergia alla quasi totalità del genere umano.
Appesa quindi al chiodo l'idea di dedicarsi all'arte medica, seguendo le orme dei genitori, aveva cambiato risposta alla fatidica domanda "cosa vuoi fare da grande?" con cadenza triennale: a tre anni aveva dichiarato che avrebbe fatto la cubista (nella sua ingenuità identificava le cubiste con le ballerine di danza classica), a sei, colpa di Indiana Jones e Sidney Fox, che sarebbe diventata un'archeologa, a nove, che si sarebbe unita a un circo come donna-cannone, a dodici che sarebbe diventata astronauta e a quindici che avrebbe passato il resto della vita in un laboratorio (preferibilmente insieme alle sue migliori amiche, Abigail Venter e Bridget Mc Duff, le sue sorelle non consaguinee, le uniche che riuscissero a tollerare i suoi sbalzi d'umore).
La svolta inaspettata era giunta in un'afosa giornata di giugno. La diciottenne Faith, neo-diplomata con lode, non aveva fatto in tempo a congratularsi con se stessa per l'eccellente risultato ottenuto, che il panico per il nebuloso futuro l'aveva attanagliata: che ne sarebbe stato della sua vita? Prendere decisioni non era mai stato il suo forte, ma quella volta non poteva esimersi dal prenderne una, per di più fondamentale.
Il caso aveva voluto darle una mano, sotto forma di incontro casuale con colei che, un giorno, sarebbe divenuta il suo capo."Segui il cervello, il cuore non ti porterà mai da nessuna parte". Poche, lapidarie parole, che avevano colpito profondamente Faith, al punto da spingerla verso una decisione prettamente razionale: rivalutare l'arte medica; tutto ciò che desiderava da un lavoro era che fosse sicuro e pagasse bene, e, sebbene il percorso per fregiarsi del titolo di dottoressa in Medicina fosse lungo e irto di ostacoli, le prospettive di carriera erano delle più rosee: le malattie sarebbero esistite fino a quando ci fosse stata vita sulla Terra, perciò il lavoro era assicurato, inoltre era sicura che avrebbe guadagnato abbastanza da potersi permettere quello stile di vita senza privazioni al quale non voleva disabituarsi.
Dopo un lungo e faticoso percorso, non privo di intoppi come di soddisfazioni, era stata colta alla sprovvista da un'ennesima batosta; sfiancata da tante battaglie e col cuore spezzato, era fuggita da tutto e tutti per ritrovarsi.–Casa dolce casa- sospirò, storcendo il naso al brulicante viavai della sua città natale.
La vacanza aveva sortito l'effetto sperato: la "pausa dall'umanità", come l'aveva definita, le aveva dato il tempo di sanare le sue ferite e trovare la forza necessaria ad affrontare il ritorno in una casa allo stesso tempo troppo vuota e troppo piena (di ricordi).
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Dr. Irving, M.D.
RomanceLei: ha deciso di dedicarsi anima e corpo al lavoro, nonostante una migliore amica determinata a ravvivare la sua vita sentimentale, "più piatta dell'elettrocardiogramma di un cadavere". Dopo una cocente delusione, ha deciso di fare suo il mantra: "...