Incontro tra titane

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"Il bacio non è che un morso addomesticato."
Antonio Castronuovo

Non appena mise piede in casa, Franz accese il cellulare, che aveva tenuto spento fino a quel momento per evitare interferenze durante il tentativo di scusarsi con la Irving. Trovò dieci chiamate perse; una di suo fratello, nove... di sua madre.
Decise di richiamare: conoscendola, per quell'ora doveva aver già allertato la polizia.
"E' troppo apprensiva, gliel'ho sempre detto".
–Mamma?
Kind!- strillò una voce femminile all'altro capo del telefono. –Dove ti eri cacciato? Mi farai morire di crepacuore! Perché avevi il cellulare spento?
–Sono uscito. Sono vivo e vegeto, puoi rimandare il viaggio di sola andata per l'aldilà. Il cellulare era scarico- rispose Franz con assoluta calma.
–Facile parlare, per te. Non sei stato in ansia, tormentato da pensieri terribili su cosa potesse esserti capitato!- sbraitò Gertrud. –Ho disturbato tuo fratello al lavoro, pensa!
–Hai chiamato Xandi?- esclamò Franz, allibito. Ecco spiegata l'altrimenti inspiegabile telefonata di Alexander, allergico alla tecnologia. –Non sopporta che lo si chiami mentre lavora!
–Ero disperata, Kind! Temevo ti fosse accaduto qualcosa di brutto- piagnucolò Gertrud in tono lacrimoso. –Fortunatamente sei sano e salvo.
–Sai com'è, dopo ventinove anni ho imparato qualcosina su come badare a me stesso- sputò lui, sarcastico.
–Oh, Kind, te la sei forse presa?- chiocciò la donna. –Guarda che ho piena fiducia in te e nella tua capacità di badare a te stesso, è di questo mondo sempre più pazzo che ho paura. Sono tua madre, mi preoccupo per te! Sei a casa, ora?
Na ja, e ho intenzione di rimanerci. Devo finire la valigia e scegliere qualcosa di elegante per la cena- esalò Franz prima di gettarsi di peso sul letto, esausto.
A quel punto, Gertrud cambiò completamente atteggiamento; chiocciò, in tono materno –Oh, giusto, la cena con i colleghi! Stamani sei uscito a far compere, eh? Puoi dirlo alla tua mamma!
Franz colse al volo quella plausibile piccola bugia e annuì.
–Esatto. Non ho idea di cosa indossare. Non che sia particolarmente vanitoso, ma non voglio sfigurare, sai... con la Eriksson.
Natürlich! Aber du musst dir keine Sorge machen, Kind: deine Mutter wird dir helfen!
Was? Nein, du musst still bleiben!- sbottò Franz.
–Una madre non può restare indifferente a una richiesta d'aiuto- replicò Gertrud. –Prendo in mano le redini, Kind. Ti senti più tranquillo?
–A dire il vero... mi sento sull'orlo di una crisi di nervi- esalò Franz, ma sua madre lo ignorò e pose fine alla conversazione.


***


Tornata a casa, Faith vide i regali di Weil sul tavolo e l'attraversò un inspiegabile moto di stizza. Si sedette alla scrivania, portando gli occhi al livello di quelli di Agatha, beatamente acciambellata su un libro aperto, e sbuffò –Perché mi ha fatto dei regali? Perché? Io non gli ho preso niente, e ho fatto la figura della perfetta bifolca! Accidenti a lui! Non mi resta che una possibilità: prendergli un regalo e portarglielo oggi pomeriggio... fortuna che so dove abita!- Agatha emise un acuto miagolio di approvazione, Faith ricambiò grattandole la testolina e proseguì col monologo. –Ok, abbiamo chiarito che devo comprare un regalo a Weil, ma cosa? Sono abituata a fare spese per i miei amici maschi, però dubito che a Weil piacerebbero i regali che ho preso per loro... cosa faccio?- le fusa di Agatha la ispirarono; saltò in piedi ed esclamò –Devo chiedere un consiglio, giusto! Ma a chi? Certamente non a Robert o qualcuno dell'ospedale, mi dissuaderebbero. Forse Bridget... neppure, mi suggerirebbe di farmi trovare impacchettata sul suo letto, e non se ne parla. Abby! Abby è la soluzione! In fondo è sposata, saprà cosa si regala a un uomo... oh, no. No, no, no: conoscendola, impazzirebbe e comincerebbe a cianciare di nozze e probabili nomi per la nostra futura prole. Me misera, me tapina, sono sola in questa impresa- la gatta prese a rotolarsi sulle pagine aperte del libro, suscitando le risate di Faith, che si armò di pazienza e neuroni e continuò a pensare alla questione regalo. –Se soltanto lo conoscessi- piagnucolò, disperata. –Invece di lui non so un cavolo di niente, a parte che è un medico, amante degli sport estremi e proprietario di una moto che venera come una fidanzata in carne ed ossa.
Pensa che ci ripensa, arrivò ad una soluzione: a costo di dissanguarsi, gli avrebbe fatto un regalo di Natale degno di questo nome!
Animata da rinnovata energia, si precipitò in strada, sperando che l'istinto la guidasse verso la scelta giusta.
Scartò a priori libri, dvd e cd: film e canzoni erano facilmente scaricabili, e i libri, secondo lei, erano un regalo troppo personale. Nello scegliere un libro, per sé o da regalare, metteva l'anima, e non le andava di donare un pezzettino della sua anima a quell'antipatico.
Entrò in un negozio di abbigliamento maschile, dove diede un'occhiata generale, scartando cravatte - non in sintonia con lo stile studiatamente casual di Weil- e sciarpe - quelle tinte pastello le sembravano più adatte a Jeff-.
Era in procinto di riprendere la ricerca, quando una sconosciuta la fermò.
–Scusi, signorina, posso chiederle un favore?
–Se posso esserle utile- rispose Faith, disarmata dallo sguardo implorante della donna. Per un attimo, ebbe l'impressione che i suoi occhi avessero la stessa forma di quelli di Franz, ma si convinse che era un'illusione ottica.
–Grazie, è davvero gentile- squittì l'altra, deliziata. –Vede, sto cercando un completo elegante per mio figlio e, siccome mi sembra giovane...
"Sembro giovane? SEMBRO? Beh, tu sembri una brutta, vecchia tettona!... Ok, tettona no, non posso permettermi di pensarlo di nessuna, però... brutta vecchia! Ecco!"
–Non credo di essere la persona più adatta a dare consigli in materia di moda- replicò Faith, mettendosi sulla difensiva.
–Tranquilla, ho già scremato i due finalisti, deve solamente rispondere a una domanda: quale le sembra più.. sexy?
–Sexy?- esalò Faith, esterrefatta. Provò a immaginare Franz in quei due completi meravigliosi e rispose –Ehm... direi... il secondo, quello grigio chiaro.
–Perfetto- cinguettò la donna, per poi aggiungere –Allora prendo l'altro!
–Prende l'altro?- ringhiò Faith, sentendosi presa in giro. –E' assurdo! Che motivo ha di acquistare un capo che non sta bene a suo figlio?
–Ha figli?
"Ma anche no!"
–No.
–Quando ne avrà, capirà. Il mio è un bel ragazzo, non voglio riceva troppe... attenzioni, se capisce cosa intendo. E' ora che metta la testa a posto, si è divertito a sufficienza.
Faith, sconcertata da quel discorso così medievale, la osservò dirigersi alla cassa, quindi tornò a dedicarsi alla sua personale missione regalo.

Dr. Irving, M.D.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora