Galeotto fu il pollo arrosto

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"Non si può pensare bene, dormire bene, amare bene, se non si ha mangiato bene."
Virginia Woolf

Harry si girò sul fianco e coprì col lenzuolo la schiena nuda della donna pacificamente addormentata al suo fianco, stando attento a non interrompere il suo sonno. Nonostante le accortezze, però, questa si svegliò, si issò goffamente sui gomiti e gli diede un bacio esageratamente casto, considerate le attività alle quali avevano dedicato buona parte della notte.
–La lingua dopo che mi sarò lavata i denti- disse per giustificarsi.
–Va bene- sussurrò Harry a fior di labbra. –Ma prima... colazione!
–Potrei prepararla io e portartela a letto- si offrì lei, ricevendo in risposta un sorriso luminoso: dato che i fornelli per Harper erano come la kriptonite per Superman, l'onere culinario ricadeva esclusivamente sulle spalle di Harry. Stare comodamente seduto ad ammirare una bella donna mentre cucinava era un piacere a lui sconosciuto.
–Dubito la mangerei... sei troppo bella perché possa pensare ad altro quando ti ho vicino- mormorò mentre le ricopriva di baci una spalla.
–L'adulazione ti frutterà tante coccole sexy- rispose Freddie, distendendosi nuovamente a pancia in giù. –Sono stata bene con te. Sento di potermi fidare.
–E' una bella sensazione?
–Meravigliosa- sospirò, fissandolo con i suoi grandi occhi castani. –Ti va di farlo ancora? Come si dice: "sesso la mattina, giornata sopraffina!"
–Questo proverbio mi è nuovo- disse Harry, assumendo un'espressione pensosa.
–Per forza: l'ho inventato io!- ridacchiò la donna. –Allora? Riesco a indurti in tentazione? Dai! Dammi qualcosa di sconcio per tenermi su di morale mentre lavoro!
–Ehm... mi piacerebbe, ma è l'ora in cui di solito rincasa mia sorella, non vorrei sentisse....
Una voce squillante fece sobbalzare e arrossire i due piccioncini.
–La sorella è già rientrata e ha già sentito, porconi!

***


Faith era frastornata: da quando aveva raccontato della lite con Franz aveva ricevuto decine di pareri, molti dei quali non richiesti, alcuni contrastanti tra loro. Neanche le sue migliori amiche, Abigail e Bridget, che la conoscevano da dodici anni, le avevano dato buoni consigli.
Trovò sollievo all'arrivo di Maggie, subito circondata da un branco di belve affamate di gossip; la sera prima, infatti, era uscita con Ian, e l'intero ospedale, pazienti compresi, fremeva di curiosità.
–Ecco la bella del ballo!- trillò Helen, ignorò il derisorio "Che cazzo dici?" di Diane e la invitò a sedersi accanto a lei.
–Dicci tutto!
La Bell, che di rado era al centro dell'attenzione, arrossì furiosamente e pigolò –Mi sono divertita. Tanto.
–Eh, lo immagino come ti sei divertita! Ian dà l'impressione di saperci fare!- esclamò Diane, sollevando allusivamente le sopracciglia.
–Oh, no!- si affrettò a smentirla l'interessata. –No, no, no! Non abbiamo... non... Ian è stato...
–Un povero fesso, se non ti ha nemmeno baciata!- concluse Erin, la testa poggiata sull'addome di Chris, che la teneva per mano. L'imbarazzo di Maggie confermò i suoi sospetti. –Vi siete baciati! Evvai! Orsacchiottone mio, mi devi dieci sterline o due super menu da Burger King!
–Devi proprio chiamarmi orsacchiottone in pubblico?- gnaulò.
–Fa parte della punizione per avermi definita una tua proprietà. Quando sarò convinta che hai imparato la lezione, la smetterò- asserì con sussiego la psichiatra. –Ora lascia parlare Meg.
–E' stato il coronamento di una serata favolosa- cinguettò Maggie, stringendosi nelle spalle, talmente estatica da non sconvolgersi per essere stata oggetto di un giro di scommesse. –Non so se l'appuntamento perfetto esiste, ma quello di ieri ci si avvicina parecchio! Ian sa che adoro 'Grease', così mi ha portata in un locale anni '50 a Elephant&Castle, e poi a vedere il musical. Una meraviglia!
–E il bacio?- chiese Evangeline.
–Oh, è stato molto naturale- chiocciò, e Faith si trattenne a stento dal domandarle se esistessero baci artificiali. –Nel senso che è stato spontaneo, al momento giusto... mi ha detto che ero bellissima e che voleva baciarmi; gli ho risposto: "Permesso accordato", e lui non ha perso tempo. Oh, non avete idea di quanto sono felice! Vorrei che tutti provassero almeno metà della mia felicità!
Erin si alzò e disse –E su questa nota sdolcinata, vi saluto. Vado a spiegare al povero Fitz che gli alieni che gli avevano promesso di farlo re di Marte se avesse accoppato la madre sono solo frutto della sua fantasia psicotica.
Gli altri la imitarono, e gradualmente la caffetteria del Queen Victoria Hospital si svuotò. Faith stava per andarsene a sua volta, ma Maggie la bloccò.
–So che non ho abbastanza esperienza dell'amore per darti consigli - voglio dire, Ian è il mio secondo ragazzo! - però vorrei ci pensassi cento volte prima di allontanare Franz. Ha sbagliato, ti ha ferita, ma involontariamente. Non è Cyril. Dagli una seconda possibilità... datti una seconda possibilità.

Dr. Irving, M.D.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora