Capitolo 47: Missione FBI con finale a sorpresa

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Aiden POV:

Di ritorno, dalle isole di Pasqua, siamo atterrati alle 3 di mattina, dopo uno scalo tecnico ad Honolulu, ad Alleran, dove siamo rimasti ancora per tre giorni. Poi, il Jet privato della Regina, ci ha riportati a casa. Dopo due mesi di puro relax, divertimento e coccole, devo ammettere, che tornare alla normalità, non è affatto semplice. 
Ma New York, la mia caotica, imprevedibile, pazza città, mi mancava da morire. 
Siamo entrati nel nostro appartamento e come da tradizione, l'ho presa in braccio.
"Bentornata nel nostro nido d'amore!" le ho detto baciandola e appoggiandola delicatamente sul nostro letto. Lei è bella. Bella, come non è mai stata prima. Ha la pelle, che sembra una perla nera, per quanto è abbronzata e luminosa per l'olio dopo sole. Ha i capelli, che sembrano onde. Le labbra gonfie, che desidero, mi uccidano di baci e che mi fanno scoppiare il cuore, nel petto. Sarebbe tutto meraviglioso e perfetto, se non fosse che, ho notato, che è sempre più stanca, pallida da malattia e magra. In più, ha continui e spesso insopportabili, sbalzi di umore. Non so più come prenderla. Ci sono momenti in cui è dolce e tenera, altri in cui è arrapata e sensuale e mi salta praticamente addosso e altri in cui basta dire la cosa sbagliata, che si irrita e mi tiene il broncio, allontanandomi, senza motivo apparente. Sono stufo di dirle di andare dal medico e che il suo comportamento non è normale. Quando si mette una cosa in testa, è più cocciuta di un mulo. Questo suo lato caratteriale, purtroppo, l'ha ereditato da suo padre. Oggi, la porterò a forza, dalla dottoressa Stevenson. Sono stupido a preoccuparmi per lei? La amo! Cosa dovrei fare? Essere sempre accondiscendente, quando non è il caso, non è salutare, in un rapporto. La vita non è sempre rose e fiori, ma ci sono anche le difficoltà e le incomprensioni, da affrontare, e io voglio affrontare, ogni cosa con mia moglie. Non mi importa se si arrabbierà, se arriverà a odiarmi, perché, per me, nulla è più importante di lei, pertanto, se combatto per amore, nulla potrà mai scalfirmi, nemmeno se fa l'offesa musona, per un po'.
Dopo aver controllato, nella parete segreta, dietro alla libreria, che nella cassaforte biometrica, ci fosse tutto l'equipaggiamento d'ordinanza dell'FBI e i nostri distintivi, mi siedo sul letto, esausto.
Sofia si è praticamente addormentata all'istante. Siamo ancora scombussolati dal fuso orario, anche se abbiamo già passato tre giorni ad Alleran.
Domani ci attende il lavoro e da lunedì prossimo anche l'università.
La mia deliziosa mogliettina, è raggomitolata e infreddolita, come una gattina. E' teneramente stupenda. Le accarezzo i capelli. Le dita scendono delicate sul suo braccio, aumentandole la pelle d'oca. La copro premurosamente. E' novembre e New York, non ha il meraviglioso clima estivo e temperato dei Caraibi e del Pacifico.
Mi sdraio accanto a lei, che si gira, stringendomi, come se fossi il suo orsetto di Peluche. E' adorabile, quando si incolla a me, per scaldarsi e quando i suoi piedi ghiacciati, cercano i miei. Quando siamo, uno accanto all'altra e i nostri corpi diventano magicamente uno. La stringo a me. Sento il suo respiro delicato e regolare sulle labbra e ammetto che muoio dalla voglia di svegliarla e perdermi in lei. Ma è una visione troppo bella e celestiale, che non riesco a far altro che contemplarla, finchè gli occhi si chiudono alla stanchezza, anche se non vorrebbero distogliere mai lo sguardo, da codesta bellezza. Lei è la personificazione della perfezione, della sensualità e della grazia.
Mi sveglio improvvisamente, pieno di freddo e incredibilmente vuoto. E' come se, una parte di me, non ci fosse. Allungo la mano, per cercare la sua, ma non è nel letto. Ecco perchè sento freddo e mi sento vuoto. E' da tanto, troppo tempo, che non mi sveglio, senza di lei, tra le mie braccia, con i suoi capelli che mi solleticano la faccia, con il suo viso sul mio petto. "Sofia?" sussurro.
"Buon giorno!" arriva sorridendo tutta infarinata.
"Che cosa combini?"
"Cucino! Non si vede? Ho fame!"
Guardo l'orologio. "Sono le tre di notte!"
"Ti ho forse svegliato? Non era mia intenzione! Ho cercato di fare piano!"
"No. Non mi hai svegliato, tu. Cosa cucini di buono?"
"Pizza!"
Pizza? Alle 3 di notte? 
"Ehm... ok..." rido basito.
"Ne vuoi?"
"Veramente, se non è un problema, me ne tornerei tranquillamente, a dormire!"
Abbassa il labbro triste, come se, adesso che sono sveglio, non volesse che la lasciassi sola.
"Ma, visto il profumino degli ingredienti, magari, ti terrò compagnia. Contenta?"

FBI Protezione Principesse 2 - Una Principessa da Salvare!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora