1. Remoto

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Don't Feel Like Crying – Sigrid


Yoongi Pov

Furono dei mesi piuttosto strani, quelli che passammo in Sicilia.
Avevamo preso quella scelta poche sere dopo la chiamata di Namjoon, comprando un'immensa villa lontana da tutto e da tutti, che ci avrebbe permesso sicuramente di vivere finalmente in pace.

Fu difficile all'inizio, abituati alla vita frenetica di Seoul, cambiare completamente abitudini ed usanze, eppure ci prendemmo la mano quasi immediatamente.
Avevamo scoperto le nostre passioni, il nostro carattere, le nostre attitudini, ciò che ci faceva stare bene e ciò che ci danneggiava, fino a diventare quasi tutto perfetto, se non per le mancanze che diventavano più difficili da affrontare ogni giorno più di quello prima.

Guardai fuori dalla finestra, sorridendo nel vedere Ririn immersa nella natura con uno dei suoi soliti lunghi abiti leggeri, cosparsi da fiori ed edere, che la rappresentavano appieno, intenta a dipingere uno dei suoi quadri, che ormai tappezzavano i muri della nostra casa, senza dimenticare il suo amato lecca-lecca incastrato tra le sue labbra.

Mi faceva provare un grande senso di pace guardarla, infatti mi fermavo spesso dal fare ciò che stavo facendo, affacciandomi con un grosso sorriso e rimanendo minuti interi a guardarla.

Migliorò tanto il suo umore con il passare dei giorni, dato che i primi periodi furono piuttosto bui, soprattutto a causa della scelta presa da Jungkook.
Jungkook... Non lo sentii neanche una volta, in quattro mesi, nonostante scrisse un paio di volte a Ririn chiedendole come stesse. Probabilmente non sarei mai riuscito a perdonare ciò che fece e disse, trovandolo non solo infantile ma terribilmente egoista, nei confronti di tutti e tre.

Avevo passato i primi giorni a lasciar sfogare e piangere Ririn, che si chiedeva perchè avesse preso una scelta del genere, e che se lei fosse stata al posto suo e avesse saputo che sarebbe partito per chissà quanto tempo per andare dall'altra parte del mondo, sarebbe corsa a salutarlo anche se avessero avuto un litigio ben più grave, perchè in amore si fa così.
Non riuscii proprio a darle torto, ma tentai di convincerla del fatto che fosse sempre stato piuttosto infantile nelle sue decisioni, e che sicuramente se ne sarebbe pentito, cosa che effettivamente Soohyo ci confermò in videochiamata.

Mi sembrò tanto diversa, però, rispetto a prima: maturò tanto -non che non lo fosse già-, smussando alcuni lati del suo carattere, che per la prima volta la resero una donna a tutti gli effetti anche davanti ai miei occhi, e non più la piccola Ririn da accudire e controllare ogni volta che ne avessi avuto la possibilità; ad aiutarmi in quell'impresa, però, fu il fatto che effettivamente sapevo bene che in un posto del genere non potesse correre alun pericolo, se non sbucciarsi un ginocchio cadendo da un muretto o ustionarsi stando troppo tempo sotto quel sole cocente, a cui non eravamo affatto abituati.
Stavamo davvero bene, ed avevamo imparato a convinvere in mezzo alla natura più presto di quanto pensassimo, rendendoci conto del fatto che se mai avessimo rimesso piede a Seoul, tutto questo ci sarebbe mancato.

Per aver scelto quella villa in pochi giorni, era davvero bella ed incline ai nostri gusti. L'interno della casa non era molto grande -formato solamente da una cucina soggiorno, una camera da letto, un bagno ed un piccolo sgabuzzino- non avendone effettivamente bisogno essendo soltanto in due e passando la maggior parte del nostro tempo all'esterno, decisamente più ampio e spazioso
Avevamo anche numerose piantagioni, alle quali mi dedicavo con attenzione tutte le volte che potevo.
Un'atra cosa, che rendeva quel luogo il paradiso di mia sorella, erano tutti i gatti che continuavano a passeggiare nel nostro giardino, alcuni dei quali con un nome assegnato.

Mi mancavano la mia città, i miei amici, la mia vita, la mia casa, Soohyo, eppure fui sempre più convinto del fatto che quella fosse stata la scelta giusta, e se avessi potuto tornare indietro, l'avrei rifatta, tornando proprio in questo stesso posto.

Ririn Pov

Non mi sarei mai aspettata che ricominciare la mia vita insieme a mio fratello a quasi diecimila chilometri di distanza dalla Corea -in cui passai tutti gli anni della mia vita fino a quel momento- mi avrebbe fatto quasi bene; infatti, tranne per i primi giorni, che risultarono duri per entrambi, ci ambientammo facilmente e riuscimmo ad integrarci presto con quel luogo tanto bello quanto remoto.

Eravamo molto vicini ad un paesino, in cui andavamo raramente soltanto per fare la spesa, non potendo avere nessun contatto con la gente del posto, perchè nonostante avessimo imparato qualche parola in italiano, loro sembravano parlare un'altra lingua, quindi non li avremmo capiti ugualmente.
Ci guardavano come se fossimo degli extraterrestri, eppure spesso mi sembrò di intuire delle frasi di apprezzamento, alle volte anche da qualche bambino, che mi paragonò ad una bambola, facendomi sorridere sinceramente.

Il posto che frequentavamo più spesso era una piccolissima spiaggia sempre vuota, con un'acqua talmente limpida e fresca da farmi venir voglia di passare tutta la mia giornata immersa.

Quando stavamo in casa -ovvero la maggior parte del tempo-, e non dipingevo, mi distendevo sull'erba, cullata dal dolce suono della musica che producevano le mani di mio fratello, che riscoprì la sua passione per il piano, che aveva accantonato tantissimi anni prima, a causa del nostro patrigno.
Fu come un caso del destino il fatto che in quella piccola casa, si trovasse un vecchio pianoforte perfettamente funzionante, che lo spronò a risfiorare i tasti, abituandosi alla loro dolce melodia quasi immediatamente.

Andava sempre in giro a piedi nudi e con grandi camice con delle strane fantasie, che ormai rappresentavano una sorta di cult per lui.
Parlammo più di una volta del fatto che nonostante quello avrebbe potuto chiaramente essere il nostro luogo ideale, la mancanza di ciò che amavamo si faceva sentire sempre di più, nonostante tentassimo di vederci regolarmente tramite delle videochiamate.

Prendemmo quest'abitudine con Soohyo sin dall'inizio, ricavandoci almeno un'oretta al giorno per vederci e sapere come fosse andata la nostra giornata, nonostante le nostre fossero tutte pressocchè uguali.
Era capitato che durante qualche videochiamata spuntassero i nostri amici, con cui, a causa del fuso orario, potevamo vederci solo sporadicamente.
Nella maggior parte delle nostre videochiamate mi mostrava anche Wine che, da quando ero andata via, continuò a dormire sul mio letto, nonostante Soohyo avesse provato più di una volta a farlo dormire insieme a lui.

Nonostante non volessi ammetterlo, la mancanza di Jungkook era quella che mi faceva male più di tutte, dato che le uniche volte in cui lo vedevo erano davvero rarissime, in cui spuntava dietro lo schermo del computer della mia migliore amica durante una videochiamata, o le chiedeva qualcosa, pur sapendo che stesse parlando con noi. Certe volte mi chiesi se non lo facesse apposta.

Non capii davvero perchè reagì così, e nonostante mi sentissi quasi tradita a causa del fatto che avesse scelto di non accompagnarci in aeroporto -pur sapendo quanto questo ci avrebbe fatto male- a causa di quelli che adesso, avrei definito capricci, ci sarei passata sopra pur di vederlo anche solo per quell'ora in videochiamata, per sapere come stesse e come stesse passando quelle giornate, ma evidentemente per lui non era così.

Sbuffai, prendendo la stecca del lecca-lecca con la mano destra -stando attenta a non sporcarla di colore- ed estraendolo dalle mie labbra, intenta ad osservare la tela ormai probabilmente finita.
Mi piaceva dipingere ciò che vedevo, dai gatti che riempivano il nostro giardino, ai fiori ed alle piante, fino a dei paesaggi più lontani, come il mare e le montagne, che con la luce del tramonto mostravano uno spettacolo incantevole, che non sarei mai stata in grado di riprodurre perfettamente, eppure quello fu l'ennesimo momento in cui ci provai, sorridendo comunque per il risultato.

Infilai i pennelli ormai totalmente sporchi di colore all'interno del bicchiere colmo d'acqua poggiato al mio fianco, in modo da lasciar sciogliere il colore, mentre, avvicinandomi ad una piccola fontana lì vicino, andai a pulire la mia tavolozza, sentendo un improvviso senso di pace nel vedere tutti quei colori tanto caldi scivolare via.
Mi lavai le mani, tutto con un'estrema calma, finchè non mi arrivò una chiamata, che mi costrinse a correre fino al muretto su cui avevo poggiato il cellulare poco prima, in modo da vedere chi fosse, e sorrisi a trentadue denti nel leggere il nome di Soohyo, con cui solitamente avevamo l'appuntamento circa quattro ore prima, ma che quel giorno non era stato possibile a causa di un impegno con la sua famiglia.

Chiamai Yoongi a gran voce -come ogni sera- e risposi alla videochiamata, con una minima speranza, che quella sera, ci fosse stato anche Jungkook.

Right Now 2 // J.Jk ~ M.Yg ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora