15. Prato

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Birds - Coldplay


Soohyo Pov

Passò una settimana, da quando Ririn ebbe l'incidente, e da quando i dottori ci annunciarono che i suoi valori si fossero stabilizzati, e da quel momento non cambiò più nulla, o quasi.
Il nostro stato d'animo era sempre lo stesso, ma cercavamo di reagire e di accettare la situazione ogni giorno di più, nonostante ognuno di noi ebbe almeno un crollo emotivo, e trovai ciò più che normale.

Quello che non trovai normale -nonostante fosse nelle sue corde- fu il fatto che Yoongi avesse iniziato a passare ventiquattro ore su ventiquattro in ospedale, non avendo alcuna intenzione di muoversi da lì, controllandola costantemente.
Lo capivo, davvero, capivo la sua preoccupazione, il suo bisogno di sentirsi utile e di aiutarla, il suo istinto di protezione, ma gli ripetei più di una volta che se Ririn fosse stata sveglia, lo avrebbe preso a calci, urlandogli di andare a dormire in un letto e farsi una doccia che non durasse tre minuti.

Ci provai con tutta me stessa, insistetti, arrivai quasi a pregarlo, ma continuò a non ascoltarmi, o ad annuire senza ascoltarmi davvero, e fui quasi convinta di non poterci mai riuscire.
Eppure non mi rassegnai, perchè il vederlo con il volto sciupato, gli occhi costantemente rossi e solcati da due profonde occhiaie, senza forze, e con almeno due kili in meno, mi diede la pazienza di riprovarci, per l'ennesima volta, per il suo bene.

Fu costretto ad uscire per qualche minuto, come ogni giorno, per la sanificazione della stanza, per la somministrazione di alcuni medicinali e per dei controlli, e come al solito sia io che Jungkook, ci trovavamo nei sedili dell'ospedale, che ormai avevano preso la forma del nostro didietro.
Yoongi uscì dalla stanza, quel giorno in condizioni peggiori di altri, quasi strisciando, poggiando la fronte sulla mia spalla in un gesto stremato, quando lo abbracciai.

“Come stai?” sussurrai, accarezzandogli i capelli, ed in risposta ottenni semplicemente un cenno della testa, che identificai come un segno di disapprovazione “Yoon, devi-”

“Lo so” mi bloccò in partenza, sapendo già dove volessi andare a parare.

“Invece non lo sai” ribattei con calma, nonostante anche quella stesse cominciando a mancare “Perchè se lo sapessi mi ascolteresti”

“Lo so, ma non posso ascoltarti” mi rispose, rialzando la testa per guardarmi negli occhi.

“Perchè non puoi, Yoon?” domandai con esasperazione, quasi in un lamento, essendo almeno la quinta volta in quella settimana che affrontavamo quel discorso.

“Non me la sento di lasciarla da sola...” disse in un sussurro, ed io sospirai.

“Non sarebbe mai sol-”

“Senza di me” si corresse “Non sono riuscito ad evitare che facesse quell'incidente, almeno lascia che me ne prenda cura adesso”

“Yoon-” mi bloccai, quando notai che il suo sguardo non fosse rivolto a me “Guardami” presi il suo viso con entrambe le mani “Per adesso possono prendersene cura soltanto i medici -dissi dolcemente, tentando di far risultare la frase il meno pesante possibile, nonostante fosse la mera verità-. Noi non possiamo fare altro se non tenerle compagnia, se così si può dire”

“Qualsiasi cosa sia, se le sto accanto mi sento un po' meglio” rispose quasi con acidità, ma ignorai quel suo tono, sapendo che non fosse rivolto a me, e che fosse semplicemente un meccanismo di difesa.

“E non ti senti in colpa sapendo che se Ririn ti vedesse in questo stato starebbe male per te e si incazzerebbe?” lo feci riflettere, utilizzando appositamente un tono più duro “Non pensare solamente a quello che fa stare bene te, in questo momento: pensa a come ci sentiamo noi nel vederti così, pensa a come si sentirebbe Ririn”

Right Now 2 // J.Jk ~ M.Yg ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora