72. Gancetto (pt. 3)

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LIVIN' IT UP - Monsta X


Wonho Pov

Ormai era fatta, avevo paura di non riuscirci davvero, avevo paura che non si infatuasse di me, che non le facessi l'effetto previsto, ed invece andò proprio così: dal primo istante in cui ci incontrammo, sentii il suo sguardo bruciarmi addosso, solcando ogni centimetro della mia pelle, stranamente coperta. Si soffermava spesso sul tessuto della camicia, che delineava perfettamente la forma dei miei pettorali.

Non mi sentivo particolarmente a mio agio: non era una persona interessante, con cui poter avere conversazioni stimolanti o semplicemente ragionevoli, dato che la maggior parte del tempo lo passò in silenzio, scrutandomi dalla testa ai piedi, e toccandomi molto più spesso di quanto si dovrebbe toccare il proprio bodyguard, specialmente se la previsione è quella di vederlo solamente una sera, e probabilmente non lo rivedrai mai più, ma andava bene così.

Ignorai quella sensazione di disagio, e decisi di utilizzare la sua stessa tecnica, riportando alla mente tutte le tecniche di approccio che utilizzai -e funzionarono- negli anni.
Misi sul viso un sorriso provocante, mordicchiandomi di tanto in tanto il labbro inferiore, facendo sfiorare le nostre mani.

Il secondo passo fu sistemarle la gonna o i capelli, accarezzarle il collo, abbassare la voce e sbottonarmi la giacca ed un bottone della camicia.
Il terzo, quello più azzardato e potenzialmente pericoloso, fu iniziare a parlare in maniera più esplicita, sussurrandole quando le stesse bene quel vestito ma quanto sarebbe stata decisamente meglio senza, ed apprezzò ancora più di quanto potessi aspettarmi, tanto che il mugolio che seguì quella frase fu piuttosto simile ad un gemito.

Poggiò spudoratamente le labbra sul mio collo, ignorando il fatto che al nostro tavolo ci fossero altre tre persone, tra cui sua nonna, e mi stupii del fatto che non l'avesse ancora trascinata a casa con la forza, ma poi riflettei sul fatto che probabilmente ci fosse abituata.

Decisi di non continuare a dare spettacolo, e di attuare il nostro piano, così dopo averle sussurrato di appartarci da qualche parte, lei si alzò di scatto, stringendo la mia mano e trascinandomi lontano dal tavolo.

"Dove andiamo?" quasi ansimò, guardandomi, ed io finsi di star improvvisando, quando invece sapevo perfettamente dove andare, dato che conoscevo a memoria tutti i punti in cui si trovavano le videocamere, che Ririn ci fece ripetere come alle scuole elementari si ripete l'alfabeto.

La portai in bagno, premurandomi ovviamente di entrare nelle piccole stanze, perchè certo del fatto che nell'antibagno ci fosse una telecamera.

Non mi diede neanche il tempo di chiudere a chiave, che attaccò le labbra alle mie, e dopo un iniziale momento di shock, ricambiai quel bacio caotico e volgare.

Come previsto, peggiorai la situazione, e mi misi nella posizione scelta, ovvero con le spalle al muro, e lei spalmata sul mio corpo.
Sin dall'inizio, feci vagare insistentemente le mani lungo tutto il suo corpo, con abbastanza possessione da far risultare un caso il fatto che il gancetto della sua collana si fosse staccato. Sorrisi sulle sue labbra e le morsi un labbro, fingendomi particolarmente eccitato da quella situazione, mentre la cosa che mi fece effettivamente provare piacere fu il fatto di essere riuscito a staccare la collana, e buttare per terra al contempo quella falsa che tenevo in tasca, mentre velocemente misi in tasca quella vera, come se non fosse successo nulla.

Feci per abbassarmi e riprendergliela, ma mi fermò.

"Prendila dopo" ansimò sulle sue labbra "Non mi interessa"

Annuii, iniziando a trovare alquanto inutile continuare quella farsa fastidiosa, ma ripensai alle parole di Ririn, e al fatto che per risultare credibile, dovessi continuare un altro po'.

Right Now 2 // J.Jk ~ M.Yg ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora