19. Tic Tac

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Don't wanna cry - SEVENTEEN


Yoongi Pov

Tre mesi.
Passarono tre mesi esatti dal giorno dell'incidente di Ririn, e ancora non ci avevano parlato di alcun miglioramento.
Tre mesi di terrore, ansia, notti insonni, pianti, e il pensiero che ancora tutto questo non fosse finito, mi fece sentire davvero male, peggio degli altri giorni.

Non stavo bene né con me stesso né con gli altri, ed avrei potuto incolpare chiunque, i medici, gli infermieri, i nostri amici, e persino me stesso.
Tutto mi sembrava sbagliato e superficiale, e non sapevo come altro sfogare questa mia rabbia, se non così.

“Dammi quei fottuti soldi!” urlai, tenendo il ragazzo seduto al bancone per i capelli, con così tanta forza da rialzarlo dalla sedia.

“C-chiamo la pol-poliz-” tentò di balbettare una frase di senso compiuto, ma fui veloce a sbattere la sua testa contro il bancone, con abbastanza forza da spaventarlo ma non da farlo sanguinare.

“Tu invece non chiami un cazzo di nessuno” sibilai a denti stretti, ignorando i suoi lamenti ed i suoi tremolii, che servirono solamente a farmi incazzare di più “Perchè se muovi un fottuto muscolo-” mi bloccai, facendo il simbolo della pistola con la mano libera “Poom!” urlai, facendo scattare il pollice, sbuffando quando lanciò un urlo, coprendosi le orecchie “Chi hai intenzione di chiamare ora?”

“N-n-nessuno” mormorò, ed io lasciai la presa dai suoi capelli.

“Sarà meglio”

Non avevo neanche una pistola, effettivamente, motivo per cui rischiai davvero grosso quella volta, nonostante i numerosi avvertimenti di Soohyo e Jungkook.

“Ti osservo” cantilenai, allontanandomi di qualche centimetro, per prendere qualcosa, tra cui un pacchetto di tic tac, uno di chewingum e dei marshmallow.

Tutto questo mi ricordava così tanto Ririn da mettermi il voltastomaco, e fu quasi inquietante il fatto che mi sforzai di ricordare alcune sue azioni in situazioni del genere, per riprodurle uguali o simili, senza neanche capirne il motivo.

“Dove cazzo credevi di andare?” urlai, quando notai che il commesso stesse tentando di scappare, convinto che non lo vedessi con la coda dell'occhio.

Quando capì che l'avessi scoperto, nel suo volto si dipinse un'espressione di puro terrore e tentò di correre, ma di nuovo fui veloce a bloccarlo, portandogli una mano intorno al collo.

“Ma allora sei testa di cazzo” sibilai sconcertato “Apri questa cazzo di cassa, almeno che tu non voglia spaccato il cranio in due” lo spintonai contro il bancone, tenendolo sempre dal retro del collo.

“N-non ci r-riesco, m-m-mi tr-remano le m-mani” effettivamente tremava come una foglia, ma ciò non mi impietosì, motivo per cui feci pressione sulla sua nuca.

“Tra un po' smetteranno di tremare perchè ti farò perdere ogni funzione, porca puttana!” stavo perdendo la pazienza, ed il suo modo di fare stava solamente servendo a peggiorare la situazione “Muoviti!”

Fece come richiesto, seppur a fatica, ma venni distratto dal  dispenser con i lecca-lecca.

“F-fatto” mi informò con la voce rotta.

“Siediti, non c'è bisogno che io ti dica cosa succederà se proverai a muoverti” lo minacciai, seppur parlando con calma, uscendo completamente il cassetto della sua cassa -talmente leggero da somigliare a quella con cui giocava Ririn da bambina-, e svuotandolo sul bancone.

Presi solamente una parte di quella somma, non avendo effettivamente alcun interesse per quei soldi, ma piuttosto a sfogare la mia frustrazione in qualche modo.

Right Now 2 // J.Jk ~ M.Yg ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora