<Sant'iddio Charles..>.
È svenuto. Devo essere sicura che sia morto prima di far intervenire la polizia.
Quel collo grassoccio, no era pregno di sudore, come può essere così freddo adesso. Non sento gonfiarsi niente. No, no no. Come faccio.
Niente panico Dolly: È fuori dal locale, almeno questo ma così vicino..
Non posso spostarlo, penserebbero che centro qualcosa. Charles, buon'anima.
Se si venisse a sapere? E allora? Cosa centro io? Quali referenze ho mai per essere un omicida? Ho in regola tutti i conti, io. È un rischio, sarei sospettata e potrebbe chiudere il locale ma d'altra parte, io sono la proprietaria, l'erede. Sono onesta, ho lavorato a lungo e sono capace di reggere il confronto di un agente di polizia. POLIZIA. Theodore! Lui garantisce per me. E io ho la coscienza apposto perché ho avvertito la polizia e non ho fatto niente. Dolly, sei sveglia. Il numero del distretto. L'ufficio. Il locale, la porta, i baffetti. No! Non lui. <Cosa vuoi? LASCIAMI> la mano gli trema. Sant'iddio. Cosa gli spunta dalle orecchie, ma sono tridimensionali, sembra bidimensionale, non può, non può. Un maledetto cartone!
<Allontanati da me! > è sopra di me. Quell'affare mi pesa. Ruota la testa, dei denti gli sporgono e nonostante la sua pelle umana, i suoi occhi spiccano di un colore arancione. La sua risatina risuona nel locale: < Doveva stare attenta a non ficcare tropo il naso, bella umana. Che calde le sue cosce, sono sua?>.
Mi fischiano le orecchie, le maledette orecchie. Oddio, non li bastardo. La mia mano tocca ulteriore freddo ma a differenza di prima, questa volta ho afferrato la mia arma: la bottiglia si frantuma, schianta dosi su quella che prima era una testa. Vola di botto, lo strambo individuo sul pavimento. Ansimo. Ansimo.
Alzati Dolly, alzati. In piedi. Corro verso la porta. Dolce porta. Spalancata la porta, mi trovo fuori. L'aria. Cerco aiuto.
La botta è stata così forte che rischiavo di perdere il naso.
Lo sento. Fa male.
Ma tutto sommato lo sento e non lo sento. Avverto che c'è ma è stato così forte il colpo che ho solo la "sensazione" di averlo ricevuto. Metallo. Sento il metallo in bocca, sangue. Oddio. Mi ha colpito. Un uomo. Un uomo pelato con la tuta.
Mi grida in faccia. Non lo sento mi fischiano le orecchie.
Com'è freddo il pavimento. In lontananza, lo strambo soggetto si stacca, sbarellando come un foglio dal pavimento. È un cartone. Non sente dolore. E questo ciccione.
Sento male. Mi ha afferrata. No, sono a casa mia. Ti graffio bastardo. Eccoti la tua faccia di merda. Disegnata a dovere. Ti l'acero il viso maledetto sgherro dell'animazione!
<Lasciami, LASCIAMI, PRENDI QUESTO>
Gli tiro una bottiglia dal pavimento più volte in testa. Il sangue mi esplode dalla mano. Mi sono tagliata. Freddi i vetri. Brucia, l'alcool fa male. Continuo ad aprirlo. Il cartone adesso vola in aria terrorizzato e assume l'aspetto di un treno ciuf ciuf che svapora. Scappo.
Dolly. Che male. Pigia il vetro, esci, esci per dio.
Mi alzo, sbarello ma non demordo. Mi porto il coccio stretto in pugno.
Non è abbastanza le sue braccia sono avviluppate attorno a me:
<questo lo prendo io, birbantella! Hihihih>
Sono ferma. Non gli ho reso la vita facile. Il fischio di quel treno pazzo mi ha completamente assodata eppure riconosco in lontananza molto robotizzata, la voce del direttore di banca che grida agli sgherri animati di fermarsi. Anche tu,un cartone? Non erano abbastanza i debiti. Adesso questo.
Ladri.
Ladri e fasulli.
Sono stanca.
Fa. Freddo il pavimento ma almeno sento solo questo.

STAI LEGGENDO
Valiant and Valiant
HumorLa nascita dell'agenzia investigativa "Valiant and Valiant" mette in allerta i delinquenti di Cartoonia che pur di rimanere a galla sono disposti a collaborare per togliere di mezzo i due fratelli.