Eddie

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<Aaaaaaaarggh!> Il mio grido non è umano, brucia, il male atroce. La gamba. Il suono assordante di tasti che si rompono   e note distorte si propagano in tutto il teatro. Suonano e rimbombano sovrane fino a quando il mio udito per quanto debole adesso non distingue quella folle risata che mi gelò il sangue nel laboratorio. 

Ancora, la risata stridula. Sdraiato, la gamba, la gamba, il pianto. Il soffitto, il secondo piano e gli occhi rossi di quel lestofante, un dannato cartone mi osserva ridendo, ridendo e ridendo, ride come se fossimo noi i cartoni, quegli occhi rossi come il sangue, mi osservano e la risata stridula mi immobilizza come una nota storta, il suono si fa più vacuo e si perde nell'oscurità fino a rimanere un fischio. l'ho visto ma non l'ho catturato. <Ahiaaaaaa,AAArghh! Oddio santo, aiutoooooo! Teddy! Teddy!> Non sento rispsote, brucia. Alzo la testa, il male non riesco ad alzare lo sguardo dal pavimento, uno sfrozo, Teddy. Alzo la testa. Brucia.

Il pianoforte è sfracellato, sul mio piede e la scritta Acme impregnata del sangue delle cervella di mio fratello.

Vomito. Ricordo di essere stato bambino perchè non ho mai pianto come adesso e vomitato allo stesso momento. Grido e torno bambino. Impotente e sofferente. Sento una fresca mano che mi sbolle, Dolores, Doris mi accarezza piangendo e mi dice: < Guardami Eddie, va tutto bene Eddie caro, mio caro amato Eddie devi rimanere sveglio, ci sono io ragazzone! Devi rimanere sveglio> Inizio a sentire fischi e le voci si robotizzano. < Presto una trasfuzione, eccolo prendetelo> i pompieri, i poliziotti, le luci. Uomini forti e saldi. 

Buio. 

 Fiori sul comodino, mi strascico la voce. La segretaria del direttore : < Signor Valiant, la lettera del mi capo. Sono stata incaricata di dirle che lo abbiamo trovato , il cane. il furfante ha preso qualche dollaro tuttavia i dati sono salvi. Deve solo firmare questa cartaccia, solo una cartaccia in cui lei dichiara di non voler sporgere denuncia a noi, si da bravo così la aiutiamo noi. ecco qua. Ecco,riposi signor Valiant, bene abbiamo fatto, è ora di andrae, forza prima che si svegli.> L'anestetico, mi fa stare bene.

Buio.

Dolores a fianco a me, sento un muro che si contrae intorno a quel masso bianco davanti a me. Il gesso. Vedo accanto al mio letto una tenda, una persona sta dormendo. Teddy. si deve essere lui. Doris mia bella Doris. Doris mi sorride piangendo, tiene in mano la lettera. Mi accarezza il viso baciandolo: < Riposa, caro riposa.>

Buio. Socchiudo gli occhi. Attacco di panico. Teddy. < Chi è quello che mi dorme oltre la tenda?  CHI E'? CHI E'? LEVATELA,VOGLIO VEDERLO, TEDDY TEDDY!>

Doris mi cerca di trattenere, fa male la gamba. I dottori accorrono: < Non faccia così signor Valiant! Deve rimanere calmo e fermo! Le tende? No signor Valiant.. Non possiamo è la riservatezza del paziente!> <E' MIO FRATELLO!> Doris mi ferma il viso: < No,Eddie!> singhiozza: < Non è lui. Teddy ci ha lasciati.> Le tende si spostano e un vecchio guarda incuriosito.

Piango. Mi anestetizzano.



Bruciate, schifose. Le scarpe in pelle nera che mi sorridevano fondono ma vientano due macchie con gli occhioni. Non si uccide un cartone. Non si può. A casa provo a metterle nel camino con forza ma rimbalzano. Allora uso le forbici per graffiarle, si feriscono, piangono lacrime che a loro volta piangono. Soffrono ma non muoiono. I cartoni non muoiono.

Sono passati 5 mesi e ancora non ho trovato quel disgraziato. Stasera ceno da Doris. Eppure ci sarà un modo. Prendo a calci le miserabili suole, tento di strapparle, raccolgo le bottiglie di scotch, whiskey e tequila dal pavimento e le rompo una dopo l'altra contro quelle disgraziate. Urlano ma non muoiono. Urlano come quella risata. Le getto via nella pattumiera ed echeggiano. Getto fuori la pattumiera. 

Suona il campanello, il vetraio è finalmente arrivato. 

Esco con il bastone e arrivo alla macchina di Dolores. Usciamo e ci segue col furgone, il vetraio. 

Agenzia Valiant and Valiant. Entriamo e il vetraio prende le misure. La formica esce e non fa battute tanto meno salti, mi sorride e corre via. Ha paura che la schiacci. Riparo il vetro ma ho chiuso con i cartoni, sarà a mia casa d'ora in avanti questo ufficio con tanto di letto dentro e devo rimettere a posto la pipa e gli occhiali di scorta di mio fratello, questa è la sua cripta e io il suo custode.

Doris mi bacia la guancia: < Contento Eddie, caro? Posati gli arnesi, andiamo al mare adesso. Ti farà bene un pò di sole.> Lei non mi amava nè mi ama tutt'ora ma l'esperienza l'ha traumatizzata quanto me e ha deciso di volere e preferire la quiete al dolore, entrambi lo abbiamo sentito, io più di tutti. Mio fratello muore e con lui il mio dovere verso quei patetici cartoni. 

<D'ora in avanti lavorerò solo per i miei simili. Ho chiuso con Carttonia. Andiamo al mare, Doris, te ne prego>.

Così apriamo la porta e abraccetto lei mi accompagna alla macchina e sfrecciamo verso l'orizzonte per un giorno di sole , per fare l'amore nell'appartamento al mare e scordarsi dei mesi prima. Così vorrebbe papà, il terzo fratello, mamma e Teddy,sopratutto Teddy. A te fratello mi, io ti dedico questo giorno di spenseriatezza. Fratello mio, ti amo.

Valiant and ValiantDove le storie prendono vita. Scoprilo ora