Dolores

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<Bene Minnie, puoi andare. Ecco la tua paga. Torna quando puoi cara! Sei la lavoratrice che vorrei qua al Pub>. Giovane topolina: < Grazie signorina Dolores, le devo molto. Sarà dura tornare più frequentemente, sono stata presa alla Disney per un tirocinio retribuito dove potrò  lavorare accanto al maestro Topolino, sono jn preda all'ecitazione. Sono sicura che troverà qualcuno. >
Sgambettando la piccola esce dalla porta. <Che bocconcino> Carl è un feticista dei cartoni. Annega i suoi desidera tra una bevuta e una tastata di noccioline. Almeno paga. Uomini. Lamentosi, manipolabili.
<Mi dica> <una tazza di caffè, Dolores> <Arriva subito,Clarabella sii gentile, inizia a preparare i tavoli. Il suo caffè, mister> il ragazzo ha due paia di baffi rossi, capigliatura pel di carota. Camicia bretelle e salopette. Sembra un muratore: <Dov'è che abita, mister? > <Mi sono trasferito da poco, Miss. Lavoro al tunnel per l'impianto elettrico, sotto la metropolitana. > Sorseggia il suo caffè, inzuppando quelle radichette arancioni. Non è per nulla attraente ma forse ha fascino da nascondere: < Non avrei detto che fosse elettricista> < Dice? Che aspetto avrebbe allora? > <Me lo dica lei, é lei che lavora con le saette, io mi occupo del Pub, ecco Carl, la tua birra> Carl ride: < E io della clientela, Dolly!>  Do un'occhiata a Carl sorridendo: < Posso chiederle il nome, signor elettricista? > Il rosso ha uno sguardo perso nel caffè, poi guardandomi mi risponde addormentato: < Abram Johnson, miss. Questo posto è suo?> Farà uso di qualche sostanza stupefacente: < Sissignori, in piedi come non mai. Era del mio defunto padre poi dopo una serie di lavori e anni di debiti, sono nuovamente in gioco>
<Le consiglio di fissare bene le travi, la metropolitana farà molto rumore. E aggiunga molto più zucchero al caffè, la prossima volta, Miss>. Si alza: <Ho estremo bisogno di un bagno, dove posso? > Che tipo: < La seconda porta a destra, ecco la chiave>.
Si alza. Afferra lentamente la chiave e prendendola, sfiora il suo dito contro il mio. Fredda, la sensazione che avverto al suo contatto. L'uomo mi guarda e spalanca gli occhi come se qualcuno lo avesse afferrato per le palle e si dirige zoppicando verso la porta del bagno.
<Ma chi cavolo era? > Carl dice mentre sgranocchiare le noccioline, grufolando imprecazioni. Clarabella rimane, visto in procinto di ultimare l'apparecchiatura, spaesata: < signorina Dolores, chi è quel tipo?>
<La gente va e viene, qua Clarabella. Un lavoratore della metropolitana. Pare scosso, da cosa non so. È venuto qui e mi ha chiesto un caffè>. Clarabella, la giovane mucca animata monocromatica dilata le sue enormi narici da mucca bipide e mi sussurra:< signorina, non sarà mica un drogato? > No, no sono solo pregiudizi: <Clary, torna a lavoro tesoro, ci penso io>.
Cliente dopo cliente. Carl svuota una busta di noccioline. L'accensione delle luci. Bicchieri, spazzatura. Avviso il cuoco di accendere i fornelli. Si sono fatte le sette. Il rosso tuttavia non ha reso la chiave e non credo sia uscito dal bagno. Aumento il passo, dirigendosi al bagno. Busso: una, due, tre volte. Alla quarta: <Abram! > Silenzio. Spingo la porta. Il legno apre la visione della stanza, la porta non è stata chiusa. Abram non c'è. È uscito e non si è ricordato la chiave. Dannato lui. Tornerà e quando lo farà glielo farò presente. Qui va pulito, i sacchetti vanno cambiati, la pozza color arcobaleno va tolta e allo specchio va data una lucidata, farò in modo che Clarabella finisca il turno così.
<Arrivo, arrivo non toccate quella bottiglia senza il mio permesso! >

Valiant and ValiantDove le storie prendono vita. Scoprilo ora