La mappa

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Quando Rubber apparve sulla soglia, se era sorpreso di vedere Zoro che consolava Oharu di sua spontanea volontà, non lo diede a vedere. Né fece commenti sull'aria sconvolta di Oharu.

-Dovete venire – disse. – Usopp vuole farci vedere una cosa.

Zoro si scostò gentilmente, si alzò, superò Rubber e uscì senza dire una parola. Sembrava un po' sconvolto anche lui. Oharu si tirò in piedi e lo seguì in silenzio. Le fece piacere quando Rubber le passò un braccio intorno al collo.

Nel laboratorio di Usopp c'erano già tutti gli altri. Erano accalcati alle spalle di Usopp, che stava appollaiato su una sedia girevole davanti a un monitor dotato di una tastiera. Usopp era riuscito a metterli insieme con i materiali di scarto della Thousand Sunny. Non sapeva spiegare nemmeno lui come avesse fatto.

Monitor e tastiera erano collocati su un tavolo ingombro di cavi attorcigliati e oggetti vari, di cui alcuni impossibili da identificare. Finsero diplomaticamente di non vedere che Oharu aveva pianto anche l'anima, quando lei s'infilò tra Nami e Robin (evitò di mettersi tra Nami e Sanji e lui le lanciò uno sguardo riconoscente).

- Ci siamo tutti – rilevò Chopper. – Cosa volevi farci vedere, Usopp?

- Si tratta del localizzatore che aveva addosso Oharu -. Usopp rimestò in mezzo al caos che c'era sul suo tavolo e ne ripescò un lettore di qualche sorta, districandolo da tutti i fili che lo avvolgevano come serpenti. – L'ho analizzato e... Ho scoperto che non era solo un localizzatore. Conteneva anche qualcos'altro -. Digitò sulla tastiera senza guardarla. – Questo.

Sul monitor apparve qualcosa.

La prima a capire cosa stessero guardando fu Nami. Spinse via Sanji per avvicinarsi allo schermo, buttando quasi Usopp a terra per l'entusiasmo. – È una mappa del tesoro!

Oharu guardò meglio. Nami aveva ragione. Adesso vedeva la griglia delle coordinate, i profili della terraferma e del mare e, soprattutto, la X. Non era grande e rossa come nelle storie, l'avevano tracciata con due tratti sbrigativi di penna. Però c'era.

Nami era partita per la tangente. Corse fuori e tornò un secondo dopo con le braccia cariche di rotoli, una calcolatrice e un compasso tra i denti. Liberò un angolo del tavolo, scaricò tutto e si tolse il compasso dalla bocca, pulendosi col dorso della mano. – Come fai a non sbavare quando tieni la spada tra i denti, Zoro?

– Anni di pratica – rispose Zoro.

- Nami, aspetta un attimo – cercò di trattenerla Frankie, ma lei pareva diventata improvvisamente sorda.

Trovò il rotolo giusto, lo spiegò sul tavolo e lo fermò agli angoli. Poi iniziò a fare calcoli e a tracciare segni col compasso, alzando gli occhi per controllare sul monitor e borbottando tra sé.

- Non è incantevole? – sussurrò Sanji, rapito.

- A me sembra solo pazza – bisbigliò Chopper.

- Trovato – annunciò Nami. Sollevò il foglio perché lo potessero vedere tutti. Era una cartina. Aveva cerchiato un punto col pennarello rosso di Usopp, così invasata, all'idea del tesoro, da non ricordarsi che Usopp aveva l'abitudine di succhiare i pennarelli. – Posso tracciare la rotta?

- Non abbiamo deciso se vogliamo andarci – obiettò Robin.

- Certo che ci vogliamo andare – saltò su Sanji, ansioso di dare a Nami tutta la corda che voleva.

- Aspetta – lo raffreddò Rubber. – Nami, non eri tu che non volevi tornare indietro verso Ika Roa per non deviare dalla rotta verso il Triangolo Florian?

La saga di OharuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora