La perquisizione

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Per qualche minuto nessuno aprì bocca, né si mosse. Poi, il primo a riprendersi dallo shock, a sorpresa, fu Usopp, che si rivolse a Oharu.

-Oharu, scusami – disse in tono molto calmo – ma temo di doverti perquisire.

Lo fissarono tutti a bocca aperta.

- Perquisire? – ripeté Chopper. – E perché?

- Credo... Anzi, sono piuttosto sicuro... Che Oharu abbia addosso un localizzatore.

Si girarono tutti verso Oharu, che si guardò intorno, sconcertata.

– No – disse. – Ti sbagli.

– Per favore, lasciami fare, Oharu. Se non hai niente da nascondere, non ti devi preoccupare.

- "Nascondere"? – esclamò Oharu. – Pensi che io vi stia mentendo?

- Non ho detto questo – replicò Usopp, ma la sua espressione lo diceva eccome. Fece un passo avanti.

Oharu, allarmata, ne fece uno indietro e andò a sbattere contro Zoro. Gli si aggrappò addosso. Poi si rese conto di cosa stava facendo e cercò di allontanarsi ma, inaspettatamente, Zoro se la strinse contro il fianco, lanciando a Usopp un'occhiata feroce.

- Non sta mentendo – disse Robin, irritata.

- Un localizzatore è l'unica spiegazione. È così che sapevano che stavamo andando a Ika Roa, e che ci hanno rintracciato adesso. Rubber, devi darmi il permesso tu.

Rubber guardò da Usopp a Oharu, poi annuì, anche se un po' incerto. Oharu si avvinghiò ancora di più a Zoro, ma Frankie gliela staccò di dosso e la trascinò da Usopp. Oharu cercò di sottrarsi, ma Frankie la tenne ferma. Usopp fece scorrere le dita tra i capelli di Oharu, poi le tastò le braccia e le gambe e le passò le mani sul busto, davanti e dietro. Le controllò persino le orecchie e la bocca. Non trovò niente.

- Va bene, Usopp, basta – disse Rubber. – Ti sei sbagliato.

- Aspetta un attimo -. Usopp premette le dita sul collo di Oharu e poi dietro l'orecchio destro. Ancora niente.

- Usopp!

- Un attimo, ho detto -. Usopp tastò la zona dietro l'orecchio sinistro e finalmente si fermò. – Qui c'è qualcosa. Sembra un piccolo rigonfiamento. È duro.

- È una botta – protestò Oharu.

- Sei sicura?

- Sì!

- Ricordi di aver sbattuto?

- Ce l'avevo quando mi sono svegliata a bordo della Sapphos. Avrò sbattuto mentre ero svenuta e mi portavano a bordo. È una botta!

Chopper affiancò Usopp. Lui inclinò la testa di Oharu in modo che Chopper potesse vedere. Il dottore si chinò e studiò il rigonfiamento. 

Lo toccò leggermente con un dito, poi annunciò: - Questa non è una botta. Le hanno impiantato qualcosa sotto la pelle.

Oharu si sentì svenire. – Non lo sapevo. Non lo sapevo! Lo giuro.

- Ti crediamo, Oharu – la rassicurò Nami.

- Però dobbiamo toglierle quel coso dalla testa – disse Usopp.

- No! – protestò Chopper.

- Puoi farlo, no, Chopper?

- Non voglio farlo. Ci sono nervi lì, vasi sanguigni. Per non parlare delle infezioni! Siamo a bordo di una nave, non in una sala operatoria.

-Be', dobbiamo sbarazzarci del localizzatore. O facciamo così, oppure abbandoniamo Oharu su uno scoglio. Rubber, a te la decisione.

-Facciamo così – disse Rubber. – Mi fido di te, Chopper. Puoi farcela.

Oharu diede un'occhiata alla faccia di Chopper e fu sopraffatta dal panico. Ebbe un flash di tutte le volte che qualcuno le aveva agitato un coltello sotto gli occhi a bordo della Sapphos, di tutte le volte che aveva sentito la lama premerle sulla pelle. Non esisteva che uno di loro le si avvicinasse alla testa con uno strumento affilato. Iniziò a divincolarsi come una furia, ma Frankie la trattenne.

-Andiamo – disse Chopper. 

La saga di OharuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora