L'incubo di Frankie

28 1 0
                                    

Frankie era a Water Seven.

Ma non era come l'aveva vista l'ultima volta, acqua laguna a parte. Non era la ridente cittadina costruita sull'acqua, con le case intonacate di bianco e le porte dipinte di colori brillanti. Non c'erano persone che chiacchieravano e facevano compere sulle banchine, non c'erano barche trainate dagli yagara nei canali.

Era diventata una città fantasma. Tetti sbreccati, colori sbiaditi, case abbandonate e portici deserti. Al posto delle botteghe, cataste di macerie. C'erano piccoli incendi che bruciavano qua e là, sprigionando colonne di fumo nero, denso e maleodorante. 

L'aria era irrespirabile, impregnata di cenere. Il silenzio era assoluto, immobile, opprimente. E soprattutto, non c'era più la Frankie House, nonostante l'avessero appena ricostruita. C'era solo un cumulo di macerie. Ma, questa volta, Frankie sapeva di chi era la colpa.

Era sua.

Frankie lasciò vagare lo sguardo tra i detriti. C'era un'apertura: forse poteva entrare, forse c'era ancora qualcuno da aiutare là dentro, per rimediare in parte al suo errore senza rimedio. Non voleva, ma entrò.

E se ne pentì immediatamente.

Non c'era nulla da fare per la Frankie House. Sembrava vi fosse esplosa una bomba... O che fosse stata colpita dai potentissimi cannoni di una nave da guerra. Con le braccia serrate intorno al busto, come per proteggersi, Frankie si guardò intorno socchiudendo gli occhi, e cercò di ricostruire la Frankie House, astraendola dalle travi annerite e contorte che l'avevano sostituita.

Ma era impossibile: non riconosceva niente. I mattoni erano crollati in un mucchio incenerito. Un angolo di parete restava in piedi, diroccato e annerito, circondato dalle erbacce che avevano iniziato a insinuarsi attraverso le rovine. Del resto non rimaneva quasi più nulla.

Poi le vide.

Distese sul pavimento cosparso di vetri rotti e calcinacci, c'erano Kiwi e Mozu, abbracciate l'una all'altra. Non si muovevano. Non respiravano.

Frankie sentì tutta l'aria uscirgli dai polmoni. Gli sembrò che il pavimento gli si dissolvesse sotto i piedi. Il sangue si fermò e si congelò nelle sue vene. Kiwi e Mozu morte, no, non era possibile... Ma che ne sapeva lui, che non era possibile? Che ne sapeva, che qualcuno della Marina non avesse recuperato i vecchi progetti delle navi da guerra Battle Frankie e non avesse deciso di testarli su Water Seven, sulle persone che avevano fiancheggiato i pirati di Cappello di Paglia e avevano aiutato lui a scappare?

Poi si accorse che non c'erano solo Kiwi e Mozu. Vide Iceberg, disteso sulla schiena, con le braccia spalancate e gli occhi fissi sul cielo, vuoti, e con gli occhiali rotti e schizzati di sangue di traverso sulla faccia.

-No – gemette Frankie.

E poi trovò Kokoro. Era a poca distanza, a faccia in giù, con un braccio teso verso Iceberg, l'ombra dell'ultimo sorriso impressa sul volto immobile, in una pozza di vino stantio....

-Frankie – pigolò una voce infantile.

Quella voce cancellò all'istante ogni cosa, tranne il panico, dalla mente di Frankie.

-Chimney – urlò. – Chimney!

Lei no, lei no, ti prego, è solo una bambina...

Vide un braccio magro muoversi a fatica da sotto la metà del soffitto che era crollata. Frankie si precipitò a scavare tra i detriti. Dopo un'infinità di tempo, apparve la faccia pallida di Chimney, poi le sue spalle e il suo torace. Gli occhi di Chimney erano vigili, mobili. Quando vide Frankie, scoppiò a piangere, con singhiozzi acuti, convulsi, isterici e lui si sentì invadere dal terrore.

-No – la implorò. – Non piangere. Va tutto bene, Chimney, va tutto bene, ci sono io...

(Ma sei proprio tu il motivo per cui non va tutto bene, non va bene per niente)

Frankie riuscì a tirare fuori Chimney. Lei urlò come se l'avessero pugnalata. Aveva metà faccia coperta di sangue e un braccio piegato a un'angolatura innaturale. Con l'altro si premeva le costole, come se le facesse male respirare. 

C'era tantissimo sangue su di lei, le imbrattava i capelli impolverati e i vestiti laceri. C'era troppo sangue, la sua faccia era troppo bianca, i suoi occhi troppo aperti e il respiro troppo irregolare, con uno strano suono sibilante. Frankie si sentì congelare dall'orrore. Non riusciva a dare un senso a quello che vedeva. Si accasciò contro la parete, stringendo Chimney, cullandola.

-Dov'è la nonna? – singhiozzò Chimney. Il suo volto sembrava allontanarsi a poco a poco. – Frankie, dov'è la nonna?

Chimney, la nipote di Kokoro, che le aveva dato quel nuovo nome per via del treno marino che Frankie e Iceberg avevano costruito con...

-Cutty.

Tom. 

La saga di OharuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora