Oharu avanza una richiesta

52 2 0
                                    

Nei giorni successivi, Oharu si riprese lentamente dallo shock, anche se era ancora un po' debole perché l'incisione dietro l'orecchio aveva sanguinato in modo sproporzionato rispetto alle sue dimensioni.

Era evidente che si sentivano tutti in colpa per averla dovuta immobilizzare su una barella e trafiggerle la testa con un bisturi, ed erano tutti gentili con lei in modo quasi snervante, tranne Zoro, che aveva ricominciato a evitarla.

Chopper l'aveva ripulita, ricucita e incerottata e ogni tanto la inseguiva per farle inghiottire pastiglie che dovevano prevenire le infezioni, e per controllare che la ferita non fosse arrossata sotto la medicazione o che a lei non fosse venuta la febbre. Sanji la rimpinzava come un tacchino se solo Oharu si lasciava sfuggire di avere un certo languore. Usopp era esageratamente amichevole, nel tentativo disperato di farsi perdonare di aver sospettato di lei, anche se poi era venuto fuori che Oharu aveva veramente un localizzatore sotto la pelle. Frankie le dava grandi pacche sulla schiena, che per poco non la buttavano a terra, ogni volta che se la trovava vicino. In quanto a Nami, da come si comportava, si sarebbe detto che Oharu fosse la sua sorellina minore. Rubber, infine, diceva di sì a tutto quello che Oharu gli chiedeva. Le avrebbe detto di sì anche se Oharu avesse voluto il permesso di dar fuoco all'albero maestro, perché faceva un po' freddo.

Oharu non gli chiese di dar fuoco all'albero maestro, ma approfittò dell'umore di Rubber per domandare un'altra cosa.

Rubber la fissò incredulo. – Oharu, bombarderanno la nave non appena ci avviciniamo.

- Non vi dovete avvicinare per forza – suggerì Oharu. – Vado anche da sola.

- No! Non vai da nessuna parte da sola, finché non chiariamo perché Norris ti ha messo addosso quel localizzatore e perché Moji, Kabaji e quell'altro fossero a casa tua.

Oharu si mise le mani sui fianchi con aria agguerrita. Zoro, che si trovava nei paraggi, le lanciò un'occhiata con l'aria turbata di uno che sta vivendo un déja vu terribilmente realistico. –È necessario, Rubber. Norris dev'essere punito per quello che ha fatto a Ika Roa. Se pensano che sia morto, la farà franca. Devono sapere che è vivo!

Usopp scosse la testa. – Non servirà a niente. Non faranno nulla.

- E a chi dovrei rivolgermi allora, scusa? È il loro lavoro fare qualcosa!

- Le cose non stanno affatto così. Prima lo impari e meglio è – replicò Sanji.

- Ti sbagli – dichiarò Oharu.

- Oharu – disse Nami – so come ti senti. Credimi. Lo so. Ma abbiamo tutti una taglia sulla testa. Se capiscono che siamo nei paraggi, non ascolteranno una parola di quello che hai da dire e assaliranno noi. E, dopo quello che abbiamo fatto a Enies Lobby, probabilmente hanno l'ordine di eliminarci a vista. Non avremo neanche il tempo di arrenderci.

- E chi si arrende? – replicò Frankie.

- Nessuno si arrende – intervenne Rubber – perché Oharu non ci andrà.

- Ci vado, invece.

- No.

- Sì!

- Lasciala andare, Rubber – disse Zoro. Era sdraiato sul cassero, con le mani intrecciate dietro la nuca, e fissava il cielo con aria assente. – Non serve a niente discutere con lei. Quando si mette in testa una cosa, non c'è verso di farle cambiare idea.

Era vero, ma Oharu ebbe la netta sensazione che Zoro non stesse parlando di lei.

- Non darle corda, Zoro – protestò Rubber. – È troppo pericoloso e tu lo sai!

- Se non le dai il permesso, ruberà una mappa e la Mini Merry e ci andrà da sola. Tanto vale che tu glielo dia, il permesso.

Usopp si sfregò una guancia, pensieroso. – Possiamo avvicinarci fino al range dei loro radar. Poi, però, Oharu dovrà andare da sola. È escluso che lascino mettere piede là dentro a uno di noi. Va bene, Oharu?

- Va bene.

- Ma ti diamo un comunicatore, ti tieni sempre in contatto con noi e, al primo segno che qualcosa non va, te la dai a gambe – disse Robin. – D'accordo?

- Lo farò – promise Oharu.

- Ci terremo abbastanza vicini da intervenire. Se sei in pericolo, faremo irruzione – disse Frankie.

Usopp sgranò gli occhi. – Anche no.

- Siamo scappati da Enies Lobby, possiamo scappare da una base qualunque della Marina – tagliò corto Chopper. – Quale sarà il segnale di pericolo?

- Un urlo disumano – disse Rubber.

Zoro lo trovò divertente.

- Ascoltami bene, Oharu -. Frankie si piazzò davanti a lei. – Potrebbero sospettare che sei un membro della ciurma di Cappello di Paglia.

-Ma io non sono un membro della ciurma – obiettò Oharu.

Rubber parve offendersi a morte. – Sciocchezze! Certo che lo sei.

Prima che Oharu potesse rispondere, Frankie si impadronì di nuovo della conversazione. – Ascoltami, ho detto! È importante. Non devono pensarlo. Un passo falso, e quelli sono capaci di tirarti fuori non solo tutta la verità, ma perfino segreti che tu stessa non sapevi di avere. Hanno metodi infallibili per farti parlare. Mi capisci? Inventeremo una storia per spiegare come sei arrivata da Ika Roa a lì. La imparerai a memoria. La proveremo e la riproveremo finché non la snocciolerai alla perfezione.

- E se sospettano lo stesso? – chiese Oharu.

- Tu neghi – replicò Frankie, con calma. – Sei un membro della ciurma di Cappello di Paglia, Oharu?

-No – rispose Oharu.

A sorpresa, Frankie le diede uno schiaffo, facendo trasalire tutti. Zoro si raddrizzò di scatto, con una mano sulla spada. Oharu barcollò. Guardò Frankie, sbigottita, con una mano premuta sulla guancia bruciante.

Lui alzò la mano come per colpirla di nuovo. – Non mentire – ringhiò. – Tu sei un membro della ciurma di Cappello di Paglia!

-No! – gridò Oharu.

Frankie abbassò il braccio. – Bene, hai capito. Adesso puoi andare.

La saga di OharuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora