24.

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*Ashley's pov*

La mattina dopo andai a fare colazione con Rebe, anche se non sembrava la stessa, continuava a sorridere e talvolta iniziava a ridere dal nulla.
"Sputa il rospo, che è successo?" chiesi colpendole più volte il braccio con il gomito.
"Mah niente..." rispose timidamente mentre il suo sguardo si spostò su un tavolo relativamente lontano dal nostro, in cui c'erano seduti Thomas, Minho e Newt.
Anche loro confabulavano di qualcosa, ma eravamo troppo distanti per sentirli, quando ad un certo punto Minho si alzò in piedi ed iniziò ad applaudire e fischiare finalmente capii.
Mi girai verso Rebe e entrambe scoppiammo a ridere.
I ragazzi ci raggiunsero alla velocità della luce e si sedettero tutti accanto a noi.
"I signorini qui non scherzano" disse Minho addentando del pane e ammiccando alla coppia.
Intanto la mia amica aveva assunto il colorito di un peperone, mentre Newt vicino a lei non riusciva a smettere di ridere.
Una volta finito di mangiare e aver salutato gli altri Thomas mi raggiunse di corsa.
"Ash posso parlarti?" chiese rallentando gradualmente.
Annuii e mi portò vicino al Casolare, dove ci sedemmo su un masso piatto e liscio.
"Cosa dovevi dirmi?" domandai curiosa.
"Volevo chiederti perché mi ignori così. Non hai bisogno di soffocare i tuoi sentimenti, non ti fa bene" rispose calmo.
"Io non sto soffocando nessun tipo di sentimento, e soprattutto non devo ammettere nulla, perché se lo facessi potrei anche essere più felice, ma a che prezzo? E se tu un bel giorno andassi nel Labirinto e non uscissi più? O venissi punto?" ribattei guardandolo dritto negli occhi.
"Non voglio amare qualcuno in un posto del genere, così pieno di insicurezze e instabilità, dove un giorno ci sei e quello dopo no" sospirai "chiamami egoista, ma io per te non provo nulla" finii decisa.
"Se non provassi davvero niente mi avresti respinto da subito, perché non l'hai fatto?" chiese seccato.
"Ero confusa, so che avrei dovuto e mi dispiace" risposi sospirando.
"Mi hai solo illuso per tutto questo tempo e avrei dovuto capirlo, sono stato un idiota" disse più a se stesso che a me.
"Ci vediamo Ashley" aggiunse alzandosi in piedi.
Il suo silenzio finale valeva come milioni di parole, il suo sguardo deluso era come un pugnale ficcato direttamente al centro del mio petto.
Non mi pentii di averlo detto, anche quando lo vidi andare verso il Labirinto senza proferire parola o degnarmi di un ultimo sguardo.
Non ero sicura di come avrei rimuginato sulla cosa, e soprattutto se mi sarebbe tornata contro in futuro, l'unica cosa che sapevo per certo era che l'avevo appena perso, ed era stata tutta colpa mia.

Maze Runner || TWO GIRLS IN THE GLADEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora