18.

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*Rebeka's pov*

Appena le porte si aprirono io e Minho scattammo dentro in silenzio. Non credo che qualcuno avesse dormito quella notte e l'atmosfera non era migliorata. Si sentiva la mancanza di Ben. In qualche ora avevamo raggiunto il settore 6 senza fare pause, così ci fermammo a mangiare.
"Come stai?" chiese Minho inaspettatamente. Io non distolsi lo sguardo dal mio panino.
"E tu?" risposi. Lui abbozzò un sorriso e io mi arresi. "Newt e io non stiamo parlando molto, anzi praticamente mai, e sono preoccupata per Ashley."
"Beh quella testa di caspio farà bene a stare attento a non perdere una ragazza come te" disse lui mentre io arrossii "E poi non devi preoccuparti per Ash, lo sai che ce la fa sempre da sola, e poi sta volta ha Thomas"
Io sorrisi maliziosa e poi scoppiammo a ridere. Era bello ridere dopo tutta quella tristezza. Sentimmo un rumore metallico e scattammo in piedi. Prima che potessimo fare qualsiasi cosa ci ritrovammo davanti un Dolente che si butto su di noi.
"Scappa!" urlò Minho. Scattai al suo fianco e corremmo senza sosta fino al settore quattro, dove trovammo Alby con in mano qualcosa... erano i vestiti di Ben. Mi si strinse il cuore. Il Dolente sembrava seminato, ma poi ne sbucò uno esattamente dal fondo del corridoio in cui ci trovavamo. Mi misi a correre seguita da Minho e Alby. Di solito si fermavano presto in un inseguimento, questo invece voleva proprio ucciderci. Ogni volta che guardavo indietro un Dolente si aggiungeva alla lista. Quei così erano a pochi metri da noi. Non ce l'avremmo mai fatta. Pensai a Newt, poi ad Ashley, a Chuck, a Thomas... Sentii un tonfo dietro di me e un rumore metallico che sferzò l'aria. Alby era per terra e uno dei cinque Dolenti gli stava sopra. Minho corse verso l'amico evitando vari artigli e pezzi di metallo, ma io sapevo che non ce l'avrebbe mai fatta. Avrei dovuto dare ascolto ad Ashley e allenarmi di più con lei. Avrei dovuto avere un'arma... Solo in quel momento mi ricordai del coltello che avevo dentro allo scarpone. Lo presi in fretta e lo lanciai con tutta la forza che avevo in corpo contro la faccia di uno di quei mostri. Lo beccai dritto nell'occhio. Il Dolente indietreggiò, mentre i suoi amici attaccarono di nuovo. Sta volta Minho venne buttato da parte e Alby ululò dal dolore. All'improvviso i Dolenti si fermarono, restarono immobili per un po' e poi tornarono indietro nel corridoio, scomparendo dalla nostra vista. Corsi da Alby e lo aiutai ad alzarsi e con l'aiuto di Minho lo mettemmo in piedi e lo trascinammo per il corridoio.
Erano passate ore da quando portavano Alby per il Labirinto e non c'era traccia dei Dolenti. Avevo le braccia stanche e le gambe in fiamme da quanto mi facevano male. Mi mancava il fiato e a malapena mi reggevo in piedi. Sapevo che era così anche per Minho. Si stava facendo buio quando finalmente svoltammo l'angolo per l'ultimo corridoio prima della Radura. Erano tutti li, radunati intorno alle porte: Thomas di fianco ad Ashley, a sua volta a fianco a Newt e Chuck. Stavano urlando qualcosa che non riuscivo a sentire. Sentivo solo il battito frenetico del mio cuore. Non sapevo che ore fossero, ma iniziai a realizzare che probabilmente non ce l'avremmo fatta. Come se mi leggessero nel pensiero, le porte emisero un rumore stridulo e iniziarono a muoversi. Io ripercorsi la mia vita, o tutto quello che mi ricordavo di essa: io ed Ashley nella scatola, i falò, gli allenamenti, tutti i momenti passati con Newt, il nostro primo bacio... Ora ero abbastanza vicina da vedere le loro facce. Ashley aveva una faccia sconvolta e gli occhi lucidi, come Newt, il cui sguardo significava un muto "addio". Le porte erano a pochi metri dalla chiusura e noi eravamo a poco più di metà corridoio quando Ashely si slanciò in avanti ma Newt la bloccò tenendola ferma per la vita. Gliene fui infinitamente grata, così sapevo che anche se avessero sofferto, sarebbero stati insieme. Un'altra figura si lanciò dentro alle porte e la riconobbi a malapena: Thomas. Nessuno era riuscito a fermarlo e le porte si stavano chiudendo.
"Thomas!" L'urlo rotto e addolorato di Ashley fu l'ultima cosa che sentimmo prima che le porte si chiudessero davanti a noi.
Minho lasciò cadere Alby e Thomas corse verso di lui. Io ero sconvolta. Non avevo neanche più lacrime da piangere. Feci qualche passo verso le porte e restai ferma. Non sapevo cosa pensare. Appoggiai la testa alle porte e ascoltai il silenzio inquietante e cupo del Labirinto.

Maze Runner || TWO GIRLS IN THE GLADEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora