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*Ashley's pov*

Ero seduta con le gambe al petto mentre tutti dormivano, ormai compresi Newt e Rebeka, quando Thomas si avvicinò e si sedette accanto a me.
"Non andrà a finire bene" disse lui più come una domanda che una affermazione. Io lo guardai negli occhi e scossi la testa rassegnata. La verità è che non abbiamo speranze di batterli.
"Se arriviamo a domani mattina dobbiamo per forza trovare qualcosa nel Labirinto, non credo saremo così fortunati per due volte di fila" dissi io.
Lui fece scivolare la mano nella mia e intrecciò le nostre dita.
"Dobbiamo uccidere un Dolente" disse lui all'improvviso mentre io lo guardai storto "Pensaci, potrebbe essere una coincidenza che quel coso conduca allo strapiombo, ma se anche un altro localizzatore conducesse li..." lasciò in sospeso la frase e io sbuffai rassegnata. Aveva ragione, non potevamo rischiare delle vite senza avere un minimo di sicurezza che quella fosse la strada giusta. Scrutai tutta la stanza: Rebeka abbracciata a Newt, Minho appoggiato all'angolo opposto al nostro, alcuni ragazzi sul pavimento e Gally vicino alla bottiglia di alcool. Trattenni un sorriso e mi appoggiai al petto di Thomas.
Mi svegliai con Rebeka che mi scuoteva e mi portò alla finestra. I dolenti erano arrivati. Una volta ordinato a tutti di mettersi al riparo nella scatola mi precipitai fuori dal Casolare insieme a Thomas, appena in tempo perché un Dolente prendesse un ragazzo dietro di me. Vidi una capanna andare a fuoco nel trambusto generale, ma i Dolenti stavano alla larga. Misi insieme un'idea e corsi verso Rebeka a comunicarlo in testa al gruppo, poi fermai Thomas.
"L'alcol di Gally" urlai sovrastando il rumore dei Dolenti e le grida dei Radurai "Se do fuoco a una freccia e la lancio dovrebbe funzionare"
"Vuoi dare fuoco a un Dolente?" chiese lui.
"L'hai detto tu, ne abbiamo bisogno" gridai io in risposta e lui annuì. Minho e Rebeka che entrarono nella scatola fu l'ultima cosa che vidi prima di scattare di nuovo verso il Casolare. Un paio di Dolenti ci passarono di fianco ma sembrava che non ci vedessero davvero. Io entrai nella stanza delle armi, mentre Thomas andò al Casolare a prendere la bottiglia di Gally. Ci trovammo al centro della Radura mentre un paio di altri ragazzi ci corsero di fianco.
"Sei pronto?" chiesi io e Thomas annuì. Scattammo in due direzioni diverse, io verso il fuoco e lui verso una delle tende più lontane dai Dolenti. Incoccai la freccia, ma notai che i Dolenti sembravano averci visti, soprattutto Thomas che correva a perdifiato cercando di seminarli. Io scoccai una freccia e ne accecai uno che correva verso di me, poi girai un'altra freccia verso il fuoco e passarono qualcosa che mi sembrarono ore. Guardai Thomas, che ora era quasi completamente accerchiato. La punta della freccia era infuocata finalmente. La incoccai e presi la mira. Thomas era troppo vicino, se il piano avesse funzionato ci sarebbe stata un'esplosione, se invece non avesse funzionato lui sarebbe morto comunque. Sperai che riuscisse a liberarsi. Sentivo il battito del cuore accelerare e il respiro farsi più corto. Thomas fece esattamente quello che speravo non facesse: lanciò la bottiglia ad uno dei Dolenti, che come previsto l'afferrò con uno dei bracci meccanici. Quello era il segnale. Non potevo farlo. L'avrei ucciso.
"Tira!" gridò lui evitando un braccio meccanico del Dolente "Tira Ashley!"
Con la coda dell'occhio vidi Minho e Rebeka correre verso il gruppo di Dolenti e Thomas. Non potevano farsi male anche loro. Dovevo uccidere il Dolente, o avrei rischiato le vite di tutti gli altri Radurai. Non potevo. Sospirai e guardai Thomas rimettersi in piedi. Scoccai la freccia e poi, come previsto, ci fu un' esplosione.
Aprii gli occhi a forza e sentii il fischio nelle orecchie. Mi costrinse a rimettermi seduta. Mi guardai intorno e vidi che aveva funzionato: un paio di Dolenti erano per terra, mentre gli altri si stavano allontanando da... Thomas. Mi alzai a fatica e corsi cercando di ignorare il dolore ad ogni muscolo del corpo ed evitando l'erba e le tende bruciate. Mi ritrovai nella posizione in cui era Thomas l'ultima volta che l'avevo visto, ma lui non c'era. Iniziai a sentire le lacrime agli occhi e il panico mi assalì. Lo avevano preso? Alcune persone corse affianco a me e mi dissero qualcosa, ma io non sentivo niente e continuavo a guardarmi intorno nel disperato tentativo di vederlo. Scorsi un corpo a terra una decina di metri più in là e mi ci precipitai. Mi buttai in ginocchio al fianco di Thomas che aveva gli occhi chiusi e non si muoveva. Alcuni si avvicinarono e qualcuno mi gridò che respirava. Il senso di colpa mi assalì.
"Perché non si muove!?" gridai con le lacrime agli occhi.
Rebeka davanti a me mi guardò con gli occhi pieni di dispiacere e io iniziai a singhiozzare. Mi resi conto solo in quel momento che la maglietta era strappata in alcuni punti e usciva sangue dalle bruciature, che ora era anche sulle mie mani. Mi girai verso Thomas con il respiro corto e lo scossi leggermente.
"No" balbettai "Ti prego svegliati"
Sapevo che stava succedendo. L'avevo ucciso. L'avevo ucciso e non avrei mai più potuto vederlo. Mi misi una mano nei capelli mentre con l'altra mi coprii la bocca cercando di reprimere i singhiozzi. Chiusi gli occhi. Non volevo vedere niente di tutto quello, non volevo sentire le guance inondate dalle lacrime, il mio cuore che batteva all'impazzata. Non volevo vedere gli occhi chiusi di Thomas. Non volevo sentire quel dolore.
Sentii un leggero colpo di tosse poco distante da me e sbarrai gli occhi. Thomas aveva aperto leggermente gli occhi e si era spostato una mano sulla pancia. Sentii il mio cuore mancare un battito e poi sorrisi inevitabilmente. Lui si appoggiò sui gomiti e io gli gettai le braccia al collo, ricominciando a singhiozzare. Appoggiò la testa sul mio grembo e io gli spostai dei capelli dalla fronte e gli sorrisi. Mi sentii come se un macigno enorme si fosse appena spostato dal mio cuore. Era vivo. Rebeka mi sorrise con le lacrime agli occhi e Minho cadde sulle ginocchia accanto a me. Era passato tutto e stava anche sorgendo il sole.

Maze Runner || TWO GIRLS IN THE GLADEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora