27.

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*Ashley's pov*

"Muoviti" ordinai a un ragazzino che due guardie davanti a me stavano spingendo in avanti.
"Non voglio! No ti prego no! Voglio tornare a casa!" gridava con le lacrime che scorrevano sul viso paonazzo. Le guardie continuavano a trascinarlo e io gli stavo dietro senza fare una piega. Era una scena straziante. Ai lati di quel corridoio alcuni ragazzi si affacciavano a delle specie di finestre, che sembravano più una prigione. Erano tutti affranti e terrorizzati, e mi guardavano come se fossi il loro peggior nemico. Finalmente le guardie arrivarono alla fine del corridoio e si fermarono, mentre il ragazzino paffutello scalciava e urlava.
"L'iniezione è pronta, signora" disse una guardia rivolta a me. Io presi in mano la siringa che mi porse mentre l'altra guardia teneva fermo il ragazzino.
"Ti prego! Ti prego non farlo!" gridava lui, ma io non lo ascoltavo neanche. Cercava di dimenarsi invano. Infilai velocemente l'ago nel suo collo e lui smise di dimenarsi. Le guardie lo buttarono, letteralmente, dentro a una specie di gabbia, facendogli perdere l'equilibrio.
"Soggetto B8, il tuo nome d'ora in poi sarà Chuck" dissi io senza neanche guardarlo in faccia, tirando una linea su un elenco di nomi di un foglio che avevo in mano "Divertiti"
Dopodiché tirai una leva e le porte iniziarono a chiudersi automaticamente. Alcuni ragazzi batterono sui vetri nel corridoio mentre io lo attraversavo a grandi passi, senza neanche degnarmi di guardarli. Sentii un ultimo grido del ragazzino prima che la gabbia iniziasse la sua salita con il solito rumore sferragliante.

"Ashley! Ashley!" Thomas mi scuoteva per le spalle con un'espressione preoccupata e le sopracciglia aggrottate. Io annaspai in cerca d'aria e mi accorsi di stare sudando.
"Ti ho sentita urlare, che è successo?" chiese lui aiutandomi a mettermi seduta. Mi tremavano le mani e la bocca, ero incapace di dire o fare qualsiasi cosa. Una lacrima mi rigò il viso e Thomas si affrettò ad asciugarla, mi prese le mani e mi guardò dritto negli occhi.
"Che è successo?" chiese di nuovo alzandomi il mento con la mano.
"Lavoravo per loro" dissi semplicemente e Thomas sgranò gli occhi. Rimase interdetto sul da farsi per qualche secondo in cui io singhiozzai, poi si sedette accanto a me e allargò le braccia. Io mi gettai sul suo petto mentre mi accarezzava i capelli.
"Shhh, va tutto bene. Adesso sei qui con me. È finito" sussurrò mentre io smettevo gradualmente di singhiozzare e il mio battito cardiaco tornava normale. Dopo poco chiusi gli occhi e mi addormentai.

Mi svegliai ancora abbracciata a Thomas e sorrisi a quel contatto. Spostai leggermente una mano dal suo petto e lui mugugnò.
"Buongiorno" sussurrai sforzandomi di sorridere. Lui aprì prima un occhio, poi accorgendosi che ero praticamente sopra di lui aprì anche l'altro e sorrise.
"Buongiorno" disse "Andiamo a fare colazione?" Io annuii e ci alzammo.
Al solito tavolo trovammo Rebeka, Newt e Minho che stavano già mangiando. Quando ci videro arrivare insieme sorrisero tutti come tre idioti.
"Notte in bianco?" chiese Minho ammiccando. Io mi sforzai di sorridere ma non ero in vena di battute. Thomas si sedette accanto a me e tutti smisero di sorridere.
"Che hai?" chiese Rebeka preoccupata. Io raccontai del mio sogno sforzandomi di non piangere.
"Quindi è possibile che tu lavorassi per i Creatori prima?" chiese Minho.
"Io credo che sia abbastanza sicuro" rispose Thomas guardando in basso, io lo guardai storto e lui sospirò "Anch'io ho avuto dei sogni così. Ero davanti ad uno schermo e vedevo quello che succedeva nella Radura. In uno ho controllato un Dolente"
Io abbassai lo sguardo e il senso di colpa mi pervase. Come potevamo avere fatto queste cose? Che razza di persone eravamo? Guardare dei ragazzi soffrire, o nel mio caso, essere la causa della sofferenza. In quel momento Chuck passò li accanto e ci salutò proprio come tutte le mattine. Io mi morsi il labbro per non piangere.
"Era prima" disse Newt guardandoci "Ora siete due persone completamente diverse. Non so per quale motivo abbiate fatto tutto questo, ma non siete più quelle persone"
Io e Thomas annuimmo poco convinti, poi Rebeka mi abbracciò e andò via insieme a Minho, che diede un colpetto sulla spalla di Thomas. Dopodiché ci salutò anche Newt e noi rimanemmo soli a fare i conti con la nostra scorsa vita.

Maze Runner || TWO GIRLS IN THE GLADEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora