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*Ashley's pov*

Una volta tornati nella Radura diedi l'ordine a Gally di costruire delle barriere alle porte, a Frypan di razionare il cibo, distribuii le armi e spiegai a tutti il piano: i velocisti e quelli che sapevano usare un'arma sarebbero stati al casolare, barricati in casa grazie ai Costruttori, mentre gli altri sarebbero stati al sicuro nella Scatola o nel bosco. Alcuni obiettarono ma non avevamo tempo per litigare, così decisi da sola. Newt e Thomas insistettero per venire con me e Rebeka al casolare, così diedi l'ordine a Frypan di tenere sotto controllo quelli nel bosco e a Chuck quelli nella scatola. Mangiammo e ci preparammo alla notte in completo silenzio.

Eravamo dentro al casolare ed era notte fonda, ma dei Dolenti ancora nessuna traccia. Vicino a me c'era Rebeka, mentre Newt, Thomas e Minho erano dall'altra parte della stanza. Le brande erano occupate da Gally e Alby, mentre al piano di sopra c'erano altri cinque ragazzi. Avevo dato un'arma a ciascuno di loro, ma sapevo bene che non sarebbe bastato, uno di noi sarebbe stato preso, ed egoisticamente speravo che fosse qualcuno al piano di sopra. Nessuno stava dormendo ma nessuno se la sentiva di parlare. Un tonfo lontano spezzò il silenzio e tutti i presenti alzarono la testa di scatto e sgranarono gli occhi. Erano alle porte. Un altro tonfo. Un altro ancora. Guardai Alby avvicinarsi alla finestra e mimare con le labbra "sembra che le porte tengano". Ma, ironicamente, appena tornò a sedersi un rumore fortissimo squarciò l'aria, seguito dallo stridio dei Dolenti. Erano riusciti ad entrare nella Radura, non che mi stupisse, ma speravo che la costruzione resistesse di più. Una specie di ruggito si diffuse nell'aria e d'istinto incrociai la mano a quella di Rebeka, che mi guardò cercando una rassicurazione. La verità era che non avevo niente da dire, nessun discorso incoraggiante e niente frasi rassicuranti. Uno di noi sarebbe morto in ogni caso.
I minuti passavano e noi restammo immobili, senza fiatare, aspettando il momento giusto per fare qualsiasi cosa. Sentimmo dei rumori molto vicini alla parete dietro di me, che poi fecero il giro e si fermarono più meno dove c'era Gally, poi niente. Era come se si fossero fermati. Tutti nella stanza mi guardarono e io mimai il segno del silenzio. Un braccio di un Dolente ruppe la parete di fianco a Gally ed Alby, che fecero appena in tempo a spostarsi.
"Fuori!" gridai e ci fiondammo tutti all'esterno nel buio totale. Vidi la sagoma di un Dolente sradicare il piano superiore del Casolare, ma poi notai che i ragazzi che erano al piano di sopra mi affiancavano. I Dolenti dovevano essere almeno 15, ed erano tutti concentrati sul Casolare. Io incoccai una freccia e tirai, poi un'altra e continuai per un po'. Stavo colpendo praticamente alla cieca ma a prescindere dalle grida di dolore di quei mostri avevo beccato qualcosa. All'improvviso una spinta fortissima si schiantò sul mio stomaco e mi fece volare all'indietro di 5 metri. Avvertii un senso di nausea e vidi sfocato mentre cercavo di rimettermi in piedi, senza successo. Non vedevo gli altri, ma sentivo i rumori di una lotta e fui felice di sapere che non mi avevano lasciato a combattere da sola. Due braccia mi afferrarono per la vita e mi rimisero in piedi.
"Stai bene?" chiese Thomas preoccupato mentre io recuperavo lucidità.
"Si. Dove sono gli altri?" risposi quasi gridando per sovrastare il rumore dei Dolenti.
"Non li vedo, ma ho un piano! Accendi le torce!" mi ordinò prima di correre via. Non sapevo che altro fare, così corsi ad accendere le torce una per una si bordi della Radura. Iniziai a distinguere qualche sagoma, ma una volta illuminato tutto vidi chiaramente la lotta: Minho e Newt tenevano occupati i Dolenti insieme ad altri 3 ragazzi fuori dal Casolare, mentre Rebeka, Gally e Alby cercavano di impedire ad altri Dolenti di entrare nel bosco. Vidi che i due ragazzi che mancavano all'appello stavano aprendo la scatola.
"Fermi!" gridai. Non potevano aprire la scatola, avrebbero messo in pericolo tutti quelli lì dentro. Corsi verso di loro gridando di smettere, cosa che attirò l'attenzione di un paio di Dolenti che si mossero stancamente nella nostra direzione. Tirai una freccia ad uno di loro accecandolo da un occhio, ma non bastò per fermarlo. I due ragazzi avevano rinunciato ad aprire la scatola e ora stavano cercando di scappare. Io cercai di dargli un vantaggio ferendo il più possibile i Dolenti, che però non sembravano intenzionati a fermarsi. Uno dei due ragazzi venne buttato per terra, mentre l'altro veniva sollevato in aria dall'altro Dolente e portato via. Io rimasi pietrificata. Non potevo fare niente per salvarlo. Era solo stato sfortunato, ed era morto perché io avevo deciso che ero disposta a rischiare la sua vita. Non ebbi neanche il tempo di sentirmi in colpa che vidi Thomas correre al centro della Radura, direttamente verso i Dolenti che stavano probabilmente divorando il povero ragazzo. Ricordai di quando mi parlava dei suoi sogni e di come volesse sapere di più, di quando mi ha detto di avere un piano e delle sue supposizioni sul labirinto, e misi insieme i pezzi. Voleva farsi pungere. Portai la mano libera alla faretra, che però era priva di frecce, così corsi verso il gruppo di Dolenti, sperando di arrivare prima di Thomas. Correvo a perdifiato ma sapevo che non ce l'avrei mai fatta, lui era troppo vicino e io troppo lenta.
"Thomas!" gridai, lui non si girò neanche. Corse dritto in mezzo al gruppo di Dolenti e io venni fermata da Minho, che mi bloccò le braccia. Dopo minuti passati a sentire le urla di Thomas e i rumori stridi dei dolenti, finalmente questi ultimi se ne andarono, lasciando a terra il corpo del ragazzo inerme.

Maze Runner || TWO GIRLS IN THE GLADEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora