3.

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*Ashley's pov*

Stavo seguendo Alby già da un po' quando finalmente ci fermammo di fronte ad una tenda piuttosto grossa in cui non ero ancora entrata. Il ragazzo mi fece cenno di entrare con un sorrisetto compiaciuto in faccia, così scostai la tenda ed entrai seguito dal capo dei Radurai. Era tutto illuminato da un paio di torce: un bancone con degli attrezzi per tagliare il legno e alcuni pugnali, ma dal lato opposto della tenda erano appesi quattro archi, alcune lance e altre armi di cui, non so spiegarmi perché, sapevo esattamente i nomi e l'utilità.
"Sapevo che ti sarebbe piaciuto" commentò Alby appoggiato ad un paletto.
"Le avete costruite voi" dissi io passando la mano sulle lance e soffermandomi su un'arco intagliato accuratamente "Per i velocisti immagino, presumo ci sia un motivo se le porte si chiudono la sera"
"Esattamente, lo vedrai domani: oggi sei già abbastanza stanca" rispose il ragazzo mentre io prendevo l'arco intagliato in mano. Non mi piaceva che mi dicessero cosa devo fare, ma ero davvero stremata da quella giornata, così lasciai perdere.
"Puoi provarlo se vuoi" disse lui grattandosi la nuca. Io lo guardai alzando un sopracciglio.
"Si vede che sei allenata, soprattutto dal pugno che hai tirato oggi a Minho" disse mentre io arrossivo leggermente: dovrò porgli delle scuse "Forza esci, prendo il bersaglio"
Alby mi portò ai margini del bosco vicino alle porte dove solo qualche ora fa avevo cercato di scappare, posizionò il bersaglio su un albero e poi si fece da parte. Alcuni dei Radurai si avvicinarono incuriositi: per loro doveva essere veramente uno shock vedere una ragazza, ma era imbarazzante. Non credevo di essere mai stata una tipa timida, ma essere fissati continuamente metteva sicuramente un po' a disagio. Così incoccai la freccia costringendomi a lasciare agire l'istinto, che sapeva esattamente cosa fare con quell'arma. Tirai un sospiro. Espirai. Scoccai la freccia. Molti applaudirono, altri restarono semplicemente a bocca aperta, compresa me, quando notarono che la freccia aveva colpito a pieno il bersaglio. Sorrisi compiaciuta e Alby si avvicinò sorridendo, caspio se era carino.
"Complimenti biondina, ti ho appena trovato un lavoro" disse quasi più felice di me, prima di darmi un colpetto affettuoso sulla spalla e sparire dalla mia vista. Non so se era solo gentile o se mirasse a qualcosa di più, ma non mi dispiaceva, insomma mi piace stare al centro dell'attenzione. In quel momento arrivò l'ultima persona che speravo di vedere: Minho, ossia il ragazzo che avevo picchiato perché ha cercato di salvarmi la vita. Si gli devo delle scuse.
"Ehi senti, mi dispiace davvero per prima, ero confusa e tu sei stata la cosa più vicina su cui sfogarmi" esordì io abbozzando un sorriso. Lui mi guardò storto ma poi sfoggiò un bellissimo sorriso.
"Beh purtroppo per qualche giorno non potrò essere magnifico come mio solito" disse guardando verso l'alto passandosi una mano tra i capelli, Io scoppiai a ridere, per la prima volta da quando ero arrivata in quel posto.
"Allora signorina, mi permette di portarla a cena?" chiese lui porgendomi una mano. Io lo guardai alzando un sopracciglio e sorridendo, per poi rifiutare la sua mano e incamminarmi verso la cucina.
"Allora? Ti muovi?" gli gridai dietro notando che era rimasto lì impalato. Così abbozzò un sorriso e corse nella mia direzione.

Maze Runner || TWO GIRLS IN THE GLADEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora