"Sai... Non ti facevo così noiosa!" Esclamò ridendo.
"Sophie. Zitta." Le tappai la bocca sostenendole la testa appoggiata contro la mia guancia.
"Ma pe-perché!?" Alzò ancora la voce.
"Sei ubriaca fradicia." Constatai. "Sveglierai l'intero vicinato!" Sussurrai-strillai mentre faticavo a sostenere tutto il suo peso sui tacchi.
"Heidiiiiii heiiiiidiiiiii ti sorridono i moooontiiiiii..." Rise sguaiatamente.
"Cosa non capisci di 'Stai. Zitta.?!'" Imprecai contro Will per avermela riportata ubriaca persa.
"Ma-ma i monti non sorridono." Intreccio il mio sguardo.
"Vero?" Domando corrucciata.
"Si Sophie, hai ragione." Le diedi ragione; era la cosa meno importante in quel momento.
"Le carpette le ti fanno ciaoooooooooo" Urlò strascicando le parole e scoppiando ancora a ridere.
"Sophie, hai le chiavi di casa vero?" Domandai iniziando a intravedere la villetta color pesca con le imposte chiuse, così come le ante.
"Amica, sai che ho una capretta? Si chiama Melody." Sorrise beata mentre avvolgeva il braccio intorno al mio collo.
"Che bel nome..." Bofonchiai frugando nelle sue tasche ma non trovando altro che il suo cellulare.
"Devo proprio chiamare Kian, Sophie." Sussurrai al suo orecchio.
"Kian... Potrei chiamarla anche così!" Borbottò accigliata.
"Tuo fratello darà di matto quando ti vedrà." Sospirai.
Presi il cellulare che sbloccai, conoscevo a memoria la sua password, il segreto? Era la data della morte del suo pastore tedesco di due anni prima: Leah. Aveva pianto come non credevo potesse piangere un essere umano per un animale.
Cercai nella rubrica il numero di Kian e chiamai. Dopo un paio di squilli rispose sbadigliando.
"Cosa vuoi celebrolesa a quest'ora del mattino?" Sbadigliò nuovamente.
"Kian?" Chiesi con voce piccola. "Sono Catherine!" Soffiai attraverso il telefono.
"KIAN! SI LA CHIMERÒ PROPRIO COSÌ!" Urlò Sophie.
"Catherine... Ciao. É ubriaca di nuovo?" Domandò serio.
"Emh... Potre- si. Molto." Sospirai. "Sono sotto casa tua e devo tornare prima delle sette a casa puoi portarla dentro e prendertene cura?" Chiesi.
"Uhm... Si.. Certo. Siete fortunate che domani non debba andare in università." Serrai gli occhi.
"Grazie Kian."
"Di niente." Chiusi la chiamata.
Dopo qualche minuto vidi il portone in entrata aprirsi e svelare Kian a torso nudo con un paio di pantaloni corti da basket e ai piedi delle infradito giallognole.
Il torso tonico mi fece impallidire, anche io ero leggermente brilla.
"Sophie..." Disse in uno sbuffo prendendo in braccio la sorella e punzecchiandola affinché attorcigliasse le mani intorno al suo collo per avere una presa più salda.
"Grazie Cat, se non fosse per te non sarebbe tornata a casa..." Soffiò spostando il ciuffo nocciola spettinato che gli solleticava la fronte.
"Prego..." Sorrisi.
"Alla prossima." Salutò.
"Ci vediamo Kian!" Mi voltai per andarmene non appena sentii girale la chiave nella serratura di casa Clarke.
-
"Cosa ti salta nella testa?" Domandò seria mia madre mentre stavo seduta diritta sul divano con ancora lo zaino in spalla.
"Il signore del quinto piano ha detto di averti sentito rientrare dopo le cinque questa mattina." Disse dura.
Anche se non urlava non stava di certo a significare che questa mia piccola scappatella non mi avrebbe dato delle grane.
Ero mezza morta, quella mattina ero andata a scuola dopo una notte completamente insonne e una volta tornata non mi aspettavo che mia madre mi facesse la ramanzina.
Dopotutto a scuola ci ero andata.
"Ma mamma non vedi? Sono andata a scuola e-" mi interruppe.
"Non è questo il punto. Mi hai mentito!" Affermò.
"Mamma tu non avresti mai accettato..." Mi giustificai.
"Ci credo. Cristo, siete andate in un locale inadatto alla vostra età." Urlò.
"Mamma compio diciotto anni tra quattro mesi." Urai in risposta.
"Vorrà dire che aspetterai quattro mesi, e poi farai quello che credi. Ma non se vivrai sotto il mio stesso tetto." Affermò strillando.
"Non ha senso. Tu uscivi a diciassette anni." Strillai.
"Ho sempre detto di aver avuto una madre pessima." Ammise.
"Nonna era perfetta." Ringhiai. "Perché non ti vuoi mettere in testa che posso badare a me stessa?" Chiesi.
"Perché non ci riesci." Assottigliai gli occhi.
"Senti vaffanculo ok? Sono stanca." Presi al volo la giacca alzandomi dal divano coperto da un telo a fantasia floreale verdognolo.
"Dove vai adesso?!" Strillo.
"A farmi un giro." Uscii di casa sbattendo la porta e percorrendo le rampe di scale di corsa.
Spazio-me☕️:
Mi rendo conto che per un voto posso sgarrare e pubblicare comunque il capitolo, dato che le letture sono molte di più di quelle che mi aspettavo.
Grazie mille siete fantastiche. 🔮
IL PROSSIMO CAPITOLO A 90 VISUALIZZAZIONI E 15 VOTI.
Baci,
Charlie🐱💕
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Black sunglasses||5sos
FanfictionPrimo libro della serie. **** "Due appuntamenti, con due ragazzi diversi? Chi sei tu e cosa ne hai fatto della mia migliore amica?" Un urletto eccitato echeggiò nella mia piccola stanza. #cosa succede se Catherine Dixon, una particolare ragazza di o...