Chapter 18.

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"She is- Everything i need. She is- Everything i want..."Canticchiai da sola pochi frammenti che ricordavo di una canzone dei The fray, guardando le goccioline scendere dal vetro.

Spensi l'acqua ed uscii dalla doccia appannata.

Mi avvolsi in un asciugamano striminzito che copriva solo una metà del mio corpo.

Mi strofinai bene le braccia e le gambe togliendo i residui di acqua e riavvolgendolo sopra il seno.

Ne avvolsi uno sulla chioma bagnata.

Uscii dal bagno correndo velocemente per il corridoietto freddo fino a giungere in camera mia.

Appena entrai mi catapultai verso l'armadio infilandoci il collo dentro.

Sbirciai.

"Cosa metto sta sera, cosa metto sta sera... " canticchiai tra me e me dando un'occhiata al mio scarso guardaroba.

"Jeans-" tirai fuori una gruccia con appesi un paio di jeans blu. "Oppure jeans" Ne estrassi uno praticamente identico.

"Ah... Scelta ardua..." Borbottai appoggiandone un paio di essi sul letto.

Sbuffai. Presi un post-it dal comodino ed una biro blu.

Annotai:'CHIEDERE A SOPHIE DI PRESTARMI UN ABITO!!'.

Presi una maglietta a mezze maniche, un maglione caldo color verde petrolio e dei fantasmini bianchi.

Cercai con lo sguardo le scarpe nella stanza, ma non ve ne era traccia.

Le trovai sotto il letto abbandonate alla polvere ed al caos.

"Devo mettere a posto questo casino..." Mormorai lanciando nella cesta della biancheria sporca un paio di calzini impolverati.

Chiusi la porta della mia camera a chiave appena in tempo per sentire sbraitare Theresa dalla sua camera.

"Catherine. Esci da quella camera e mangia qualcosa!" Disse fermamente.

"Non ho fame." Risposi bruscamente mentre allacciavo le stringhe raggrinzite asciugate con il phone dalla pioggia qualche giorno prima.

"Catherine." Mi schernì mia madre.

"Mamma. Lasciami. In. Pace." Scandii le parole infilando il cappotto che tornando dal mercato avevo portato con me in camera.

"Fai quello che vuoi!" Sussurrò prima di andarsene.

Le mie orecchie non captavano più suoni, così decisi che era il momento di agire con il mio fantastico piano.

Aprii la finestra. Era molto alto, e avevo un po' di paura, ma lo avevo fatto milioni di volte.

Scavalcai il balconcino entrando in quello adiacente della casa di Lauren entrando nella camera dei gemelli.

Bussai alla finestra.

Per un paio di minuti nessuno rispose, solo alla seconda volta qualcuno scostò la tenda.

Daniel, il gemello più simpatico, sbuffò alla mia vista girando la maniglia della porta finestra per poi aprirla.

"Ciao Catherine-" mi salutò con evidente distacco mentre si risedeva davanti al computer.

"Ciao Dan." Scambiai un cenno con la testa che ovviamente non notò.

Erano molto difficili da riconoscere, erano molto simili, ma li sopportavo dalla loro nascita, quando avevo poco più di due anni e per me sarebbe bastato sentire la loro voce per dire chi dei due fosse.

Feci per aprire la porta ma qualcuno mi precedette sbattendomela sul naso.

"Dan che cazzo-" si bloccò notando che non ero il suo gemello. "Oh. C-Caty!" Sorrise ebete.

Si, aveva una cottarella per me.

"Ciao piattola!" Sorrisi sarcasticamente.

"Hey... Come mai qui?" Fece il brillante appoggiandosi alla spalla destra contro lo stipite della porta.

"Devo uscire di casa di nascosto. Sono appena entrata dalla finestra." Dissi sbuffando e incrociando le braccia al petto.

"Quando entrerai da quella finestra per me?" Ridacchiò usando forse un po' troppa enfasi per accentuare l'ultima parola.

"Quando sarai maggiorenne ci farò un pensiero. Ok?" Lo assecondai.

"Perché non adesso?" Ghignò venendomi incontro.

Era solo una manciata di centimetri più alto di me, ma per la sua età era fin troppo.

"Pervertito!" Lo spinsi appoggiando una mano sul petto facendo pressione.

"Ciao piattola, Dan." Li salutai abbandonando la camera di soppiatto.

"MAMMA MI POT-" Zittii Rob che trafficava con la sua divisa da calcio nella mano destra.

Gli feci un cenno con la testa.

Annuì e raggiunse la madre in cucina tenendola occupata mentre uscivo dalla porta principale.

Richiusi piano la porta precipitandomi giù dalle scale.

Arrivata davanti al portone uscii e lo richiusi alle mie spalle.

"E ora andiamo al campetto!" Sorrisi incamminandosi nel buio notturno.

Spazio-me☕️:
Ciao belezze!
Sono contenta di consegnare un altro capitolo. Sono sempre più presa da questa storia, e vorrei sapere vostre opinioni sui fatti che stanno accadendo, o sui personaggi. Vi saluto.

PROSSIMO CAPITOLO A 115 VISUALIZZAZIONI E 17 VOTI.

Baci,
Charlie🐱💕

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