Chapter 6.

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"Ciao Sophie!" Salutai la mia collega e amica con cui condividevo il turno il lunedì e il venerdì.

"Fatti sentire sta sera per sapere se quella strega di Theresa ti fa uscire!" Annunciò lanciandomi un'occhiata divertita.

Risi portando a tracolla la borsa.

"Non ti prometto nulla!" Aprii la porta della caffetteria ritrovandomi davanti il marciapiede intriso di acqua piovana.

Ma perché la sfiga doveva perseguitarmi così accanita!? Perché?

"Oh merda..." Sussurrai ricreando con lo sguardo un percorso da poter fare senza bagnarmi completamente.

Pensai di correre e fregarmene, ma avrei ricevuto insulti una volta a casa.

"Ehy... Ti vedo in difficoltà! Hai bisogno di un passaggio a casa?!" Mi richiamò un ragazzo affianco a me.

Mi voltai verso di lui, il volto era simpatico e trasmetteva sicurezza. Aveva una bandana rosso brillante che gli fasciava la fronte, dei capelli riccioli ribelli e ai lati della bocca due tenere fossette.

"Umh... Ti conosco!?" Domandai stranita scansandomi di poco dal suo tocco sulla mia spalla.

"In realtà... No." Ridacchiò. "Ti vedevo in difficoltà, così..." Sorrise.

"Non mi serve, grazie abito a pochi passi da qui e-" iniziai il discorso.

"Ti serve comunque un ombrello! E, guarda caso, io ho proprio un ombrello!"parlò ridendo. "Avanti! É una semplice cortesia che compio per una donzella in difficoltà!"mi porse la mano.

"Ah... In questo caso credo proprio che accetterò la tua gentile offerta. Non sia mai che non accetti una carineria del genere!" Risi a mia volta.

"Ecco, vedi che capisci al volo!" Affermò aprendo l'ombrello e fondarcisi sotto.

Lo raggiunsi anche io con un po' di fatica a stargli ad una addebita distanza stringendo le spalle.

"Ma é un diluvio universale!" Mormorò camminando a grandi falcate seguito da me.

"Ti giuro, prima pensavo ci sarebbe stato bel tempo, e adesso!? Adesso piove!" Sussultai sentendo le le suole delle mie scarpe da ginnastica completamente bagnate che facevano quel 'ciak ciak' insopportabile.

"Allora dove ti lascio!?" Domandò.

"All'angolo!" Esclamai dopo qualche secondo. Non sarei stata così stupida da dire ad uno sconosciuto dove abitavo, preferii farmi lasciare qualche casa prima del mio condominio.

"Allora ciao!" Sorrise.

"Ciao..." Sorrisi.

"Ashton!" Disse d'un tratto.

"Cosa!?" Aggrottai le sopracciglia.

"Il mio nome é Ashton!" Disse prima di lasciare la via correndo.

Pensai si fosse ammattito, oppure che gli fosse andata la pioggia al cervello. Me ne feci una ragione, non lo avrei più rivisto!

Corsi per una decina di metri riparandomi sotto la tettoia del condominio e aprii con le chiavi il cancello.

Velocemente fui davanti alla porta di casa mia attaccando a bussare.

"La porta é aperta!" Urlò Theresa dal lato opposto della porta.

Spalancai la porta richiudendola alle mie spalle raggiungere il divano stravaccandomi a peso morto.

"Catherine... Sta sera faccio il turno di notte!" Avvisò sospirando.

"Mangia. Studia e subito dopo fila a letto! Chiaro!?" Mi apostrofò severa.

"Mi faccio una pasta?!" Chiesi. Ma ormai era troppo tardi, la porta di casa aveva già sbattuto e la chiave era scattata due volte.

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