Mi intrufolai nello stanzino del bidello velocemente schiacciando il mio fedele zainetto alla parete grigio topo mezza scrostata dal tempo.
Il giorno successivo ci sarebbe stato un compito di storia della musica, e dovevo avere una sufficienza: così, seguii la mente geniale di Sophie che aveva architettato un piano infallibile. Che poi non era neanche proprio così tanto infallibile!
Sarei entrata di soppiatto nella stanza professori, avrei preso la copia originale della verifica e la avrei portata con me a casa per studiarmela per bene.
Sapevo fosse un piano più che ambizioso, dato che alle due e quarantacinque la scuola era avvolta in un silenzio tombale. Interrotta solamente dallo scoccare dei passi di bidelli e di cartellini delle pulizie.
Cercai di recuperare fiato silenziosamente sentendomi il cuore pulsare in gola tanta la paura. Esattamente la stessa che mi colpiva quando per andare dal bagno alla camera da letto facevo qualche rumore strano nel bel mezzo della notte, magari pure affianco alla camera di Theresa!
Una volta ristabilito il battito del mio povero cuore sbirciai da uno scorcio lasciato dalla porta socchiusa.
Il corridoio vuoto.
Contai fino a dieci, spalancai la porta e iniziai a correre nel lungo corridoio, color senape, arrivando davanti all'aula professori.
Sbirciai dal buco della serratura. Libero.
Aprii la porta fiondandomi nella stanza fornita di due dispenser per merendine e bibite e uno per caffè e thé.
Ammirai la stanza con un cipiglio in volto, che però scomparì dopo poco. Vidi una cassettiera sviluppatasi verso il soffitto: ogni cassetto contrassegnato da un'etichetta dove in nero in stampatello corsivo si riconoscevano i vari professori.
Aprii immediatamente il cassetto giusto; si divideva in tre scomparti, quanti le materie assegnate all'insegnante.
I vari divisori portavano il nome di: canti e basi, storia della musica e valutazioni.
Fui tentata di manomettere le valutazioni brillanti di qualche mio compagno ma evitai.
"Sono un fottuto genio..." Sussurrai mentre scorrevo le dita tra i vari fogli nel secondo scomparto.
Sentii dei passi alle mie spalle.
Merda. Ero nella merda fino al collo.
"Cosa ci fai qui!?" Una voce limpida riecheggiò nella stanzetta, stranamente non minacciosa.
Mi girai lentamente scoprendo il volto pallido di un ragazzo più o meno con qualche anno in più di me, data la corporatura muscolosa.
"Merda!" Pregai che non fosse un tirocinante. I tirocinanti non vedevano l'ora di essere nelle grazie del preside e, diavolo, se ci fosse una volta che coprivano gli studenti.
"Cosa cercavi!?" Ridacchió mordicchiandosi il piercing al labbro inferiore.
Abbassai lo sguardo sulle mie mani, stringevo ancora saldamente la cartelletta blu.
"Sei un tirocinante?"
"No."
"Oh meno male!"
"Perché?"
"Non lo dirai al preside?"
"Forse..."
"Forse?!"
"Scherzo, tranquilla." Scosse la testa.
"Allora se non sei un tirocinante..." Lasciai in sospeso la frase.
"Sono qui per lo stesso motivo per il quale una ragazzina dai boccoli rossicci bellissima si é messa a frugare nel cassetto della Bennet." Sorrise.
Arrossii.
"Per prendere in prestito la copia di un compito in classe di storia della musica?" Domandai.
"In realtà il mio piano malefico era quello di entrare di soppiatto e fregare alla Wilkinson qualche monetina per prendermi una cioccolata." Esclamò facendomi ridacchiare.
"Anche tu vuoi entrare nel club 'distruggiamo la Wilkinson finché ne abbiamo l'occasione'?" Risi seguita da lui. "Oppure 'rubiamo-distruggiamo'" mi corressi con un sorriso stampato in volto.
"Guarda entrerei volentieri... Ma la Wilkinson é mia madre!"sorrise.
Avrei dovuto sentirmi a disagio? Ebbene non lo ero.
"Maddai!?" Scherzai.
"Si, lo so...Sembra strano a dirsi, visto la sua ferocia e il mio charme raro nei secoli." Si vantò sventolandosi una mano davanti al volto.
"Io cel'ho a morte con mia madre! Dai entra nel cluuuub!" Supplicai scherzosamente.
"Lo farò!" Si strofinò con la mano il mento. "C'é qualche promessa o robe del genere?!" Mi guardò divertito.
"Libero accesso!" Ridacchiai.
"Libero accesso!" Ripeté stingendomi con fermezza la mano destra. "Ora però taglia la corda prima che qualcuno ti veda..." Mi sorrise.
Annuii prendendo la strada verso la porta.
"Hey." Mi richiamò.
Mi voltai.
"Hai dimenticato il compito in classe!" Mi porse il foglio.
Arrossii quando le mie mani sfiorarono le sue con l'intento di recuperare il foglio.
"Grazie..."sussurrai.
"Ma figurati." Ammiccò.
Aprii la porta e mi precipitai correndo nel lungo corridoio.
Speravo lo avrei rivisto. Lo sapevo.
Ma non esisteva un motivo,
Lo sapevo e basta.
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Black sunglasses||5sos
FanfictionPrimo libro della serie. **** "Due appuntamenti, con due ragazzi diversi? Chi sei tu e cosa ne hai fatto della mia migliore amica?" Un urletto eccitato echeggiò nella mia piccola stanza. #cosa succede se Catherine Dixon, una particolare ragazza di o...