Chapter 23

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"Due appuntamenti? Con due ragazzi diversi? Chi sei tu e cosa ne hai fatto della mia migliore amica?" Un urletto eccitato echeggiò nella mia piccola stanza.

"Sophie..." La ripresi. "Non farne una questione di stato!" Roteai le iridi castane.

"Devo pur esternare la mia ammirazione nei tuoi confronti in qualche modo!" Si finse offesa incrociando le braccia al petto.

"Attacca dei miei poster in camera, fa un po' quello che ti pare... Ma non urlare per cortesia!" Serrai gli occhi con prepotenza.

"Madonna Cat non c'é nessuno in casa..." Sbuffò.

Sembrava irritata, e io odiavo vedere Sophie arrabbiata, così mi costrinsi a darle spiegazioni. Nonostante non l'avessi di fatto offesa.

"Si, ma in questo posto anche i muri hanno le orecchie..." Mormorai guardinga. "Probabilmente quella strega a postato delle telecamere in casa!" Allargai le braccia portando le ginocchia accanto al petto.

"Apprensiva?" Domandò Sophie.

"Apprensiva? APPRENSIVA? Mi sta esasperando. Vuole segregarmi in casa e non farmi più uscire!" Quasi urlai ripetendo nuovamente apprensiva un paio di volte borbottando.

"Shhhh... Che dopo, al primo piano, ti sentono!!" Fece segno di zittirmi portando un dito alle labbra mentre tratteneva una risatina.

"Dio santo, AIUTAMI tu!" Alzai lo sguardo al soffitto mentre la biondina si apriva in una risata convulsiva.

"Ricordati che mi vuoi bene." Mormorò rotolandosi sul letto.

Oh... Già che ci pensavo...

"Come mai tu sei stesa sul mio letto e io sono seduta sul pavimento?" Domandai con finta aria minacciosa.

"Ti ricordo che a casa mia succede esattamente la stessa cosa al contrario." Precisò. "Con il divano..." Terminò la frase agitando l'indice nella mia direzione.

"Vuoi mettere un letto ad un divano?" Mi rizzai in piedi.

"Vuoi mettere il tuo letto al mio divano?" Si alzò in ginocchio sul materasso scricchiolante. Ero più alta di lei in quella posizione, non che non lo fossi anche senza il supporto del materasso.

"Non c'è confronto..." Mormorai. "Hai ragione!" Scossi la testa.

"Lo so, io ho sempre ragione!" Annunciò a testa alta.

"Si ma non tirartela troppo!" Esclamai prima di vedere Sophie scoppiare a ridere e io la seguii.

Mi stesi affianco a lei sul letto districandomi tra le sue braccia cercando di non cadere e sbattere la testa sul comodino.

"Ah... Dimenticavo... Sai che sabato esco ancora co-" mi interruppe.

"Si certo." Annuì vividamente.

"Ecco, pensavo di invitare qualcuno... Non è che tu...?" Feci finta di riflettere appoggiando un indice sul mento.

"Potresti venire?" Concluse con occhi luccicante e speranzosi.

"No, conoscessi qualcuno da portare-" mi lanciò il cuscino in faccia. "Scherzavo!" Mi giustificai masticando le parole con il cuscino a pois verdi pressato sul volto.

"Idiota." Ridacchiai.

"Sappi che lascio a te il monopolio del mio e del tuo armadio. Puoi farmi da consulente se ti va- cioè se-" gesticolai velocemente. Non volevo pensasse che le volessi dare tutto il lavoro grosso da fare.

"No- tranquilla sono felice di questo. Sappi solo che quello che dico é legge! Chiaro?" Sorrise facendo spuntare una piccola fossetta sul lato destro della bocca mentre le gote arrossirono. Era un gesto che le capitava molto frequentemente di fare quando era lusingata, spesso con i ragazzi, e io mi divertivo a prenderla in giro. Sembrava così infantile con i due pomelli rossicci.

"Sissignore!" Esclamai saltando sull'attenti accostando una mano alla fronte in un saluto militare.

-

La mattina dopo mi svegliai di buon umore e andai a scuola canticchiando un dolce motivetto mentre l'asfalto scorreva sotto i miei piedi.

Non ci pensavo molto ma tra quattro mesi avrei compiuto diciott'anni e avrei voluto fare la patente, o almeno sfruttare quella che avevo fatto a quindici, per gioco, per usare il motorino.

Avevo fatto l'esame nonostante non possedessi un motorino perché mie amiche avevano fratelli che lo usavano e mi sembrava fico, sembrava quasi di essere più indipendente e di avere più sicurezza.

Mi immaginavo di poter uscire di casa e dirigermi al mio motorino nero laccato giocherellando con le chiavi con la mano destra e indossare dei stilosissimi occhiali da sole neri.

Ma erano tutte fantasie di una piccola mente bacata, e che infondo, con o senza sarei rimasta la stessa ragazzina che doveva andare a letto a mezzanotte altrimenti sarebbe finita in punizione, che non poteva uscire la sera dopo le sei e mezza e molte altre cose pallose.

Respirai una boccata d'aria impregnata di fumo, di certo non era l'aria pulita della campagna, ma me la facevo andare bene comunque.

Mi ricordai dell'incontro con Luke solo dopo essere entrata nel grande edificio, era popolato di studenti che correvano avanti e indietro senza sosta. Chi chiacchierava, chi rideva, chi camminava a passo veloce, chi studiava accasciato sul pavimento a gambe incrociate, chi ripeteva davanti alle aule perché interrogati a breve e chi invece attendeva l'inizio di quella pesante giornata.

Pensai che fosse ora di dirigermi verso la classe quando la campanella squillò a gran voce richiamando tutti gli studenti. In un attimo tutti si dileguarono dal grande corridoio ed io entrai in classe prendendo posto al mio banco.

Mi guardai intorno, la professoressa era in ritardo.

Alcuni miei compagni messaggiavano e giocavano con il cellulare altri parlottavano tra di loro, ma la stragrande maggioranza femminile della classe gravitava attorno a Calum.

Quel giorno era ancora più bello del solito, camicia a quadrettoni sbottonata che lasciava intravedere una magliettina aderente blu scura e un cappellino da baseball al contrario appoggiato sulla testa. Sedeva tenendo le gambe aperte e la sedia al contrario mentre si sporgeva sul banco di una mia compagna sorridendole e facendole un occhiolino.

Vidi persino dal mio posto che lei era sulla soglia di un attacco d'asma, ma appena prima che Hood appoggiasse una mano sul suo ginocchio la prof irruppe in classe.

"Buongiorno ragazzi." Si sedette dopo aver ricevuto un coretto di 'salve'.

"Hood leva quel cappello dalla tua testa!" Lo rimproverò. "Porta rispetto all'ambiente e segui la compostezza che il rigore scolastico impone!" Sbattè le palpebre ripetutamente.

In uno sbuffo si tolse il cappello sedendosi composto.

Sarebbe strano se vi dicessi che avrei dato volentieri una significativa pacca sulla spalla al rigore scolastico?

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Charlie🍃🐱

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