𝐈

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[Importante: dovrei revisionare la storia ma non ho tempo purtroppo, perciò finché non lo farò questi primi capitoli faranno un po' schifo, lo so, ma è stata la prima storia che ho scritto. Verso la seconda metà migliora comunque :)]

Le mattonelle del marciapiede scorrevano sotto i miei piedi, grigie come l'aria che si respirava in quella fredda mattina di autunno. Il rumore delle automobili faceva da padrone in quello scenario desolante e pieno di odio, almeno per me.

Attraversavo il cortile della scuola, non guardavo più la gente in faccia già da tempo ormai; quello che vedevo mi faceva solo stare male e non riuscivo più a stare in quella situazione, ma ero bloccato lì, e non potevo uscirne, mi avrebbe perseguitato per tutta la vita.
Sarei voluto solo scappare via e non tornare più indietro "Tra due anni avrò finito la scuola" mi ripetevo "e allora sarà finita, potrò andarmene e iniziare una nuova vita dove nessuno sa chi sono" ma cazzo, altri due anni erano lunghi e chissà quante cose sarebbero potute capitare nel frattempo.

Andavo a scuola a piedi o con il pullman, da molto tempo non mi spostavo più con la limousine di mio padre. I miei me lo dicevano in continuazione "Se puoi andare con una bella macchina perché continui ad andare a piedi" "Il pullman è un mezzo per poveri, noi siamo ricchi e devi capire che non puoi fare finta di non esserlo", ma a me non importava, non volevo andare con quella stupida automobile, avevo smesso di usarla quando avevo 12 anni perché non sopportavo più gli sguardi della gente che mi osservava come se la ricchezza fosse una malattia. Ma forse lo era veramente, e in questo caso i miei ne soffrivano veramente tanto.

A distrarmi dai miei pensieri fu mio cugino <<Chi è morto oggi Mingino?>>
<<Vaffanculo>> risposi frustrato.
Io e Hongjoong non avevamo un buon rapporto, anzi, non so neanche se il nostro potesse essere definito un rapporto. Lo odiavo, più di ogni altra cosa, perché era diventato come le persone da cui avevo sempre cercato di scappare.
Tutti lo odiavano, come odiavano me, il motivo era lo stesso ma io ero una persona diversa. Ricordo ancora quando cominciò tutto...

//

<<Allora!? Ti piace?>>
La tata cercava sempre di farmi divertire come poteva <<No, non è il cartone giusto!>>
Il telefono squillò e mio padre entrò in fretta nel salone per rispondere
<<Pronto?>>
La sua faccia cambiò completamente espressione <<Che cosa?? Come è successo?>>
Lasciò cadere il telefono a terra e corse a chiamare mia madre. Non capivo cosa stesse succedendo, all'epoca avevo solo 6 anni, ma sicuramente era qualcosa di brutto
<<Mamma, mamma che succede?>> Corsi a chiamarla
<<Tesoro devi promettermi che resterai qui con la tata e farai il bravo>>

Uscì di casa seguendo mio padre. Rimasi con la tata per un periodo di tempo che a me sembrava infinito, fino a quando tornarono a casa; non erano soli però, con loro c'era anche lui. <<Hongjoong rimarrà qui con noi per un po' di tempo, ok?>> disse mia madre con aria distaccata prima di andare in camera sua. Mio padre andò con lei senza salutarmi, neanche lo notavo più ormai.

Hongjie aveva delle ferite sui bracci e sulla faccia, non capivo cosa gli fosse successo ma sicuramente non era niente di buono.
Nei giorni successivi non parlava mai e non faceva altro che chiedere della madre, <<C'è stato un incidente, ricordi? Tua madre non c'è più e neanche tuo padre, starai con gli zii da qui in avanti, quindi vedi di fartene una ragione>> gli ripeteva mio padre.
Io sapevo cosa fosse la morte, ci ero già passato con i miei nonni, ma Hongjoong no, benché fosse più grande di me non aveva mai visto nessuno morire prima di allora.

//

I miei genitori, pur mantenendo quell'aria fredda e distaccata che li contraddistingueva, lo trattavano come un figlio, il figlio che non avevano mai avuto e che avevano sempre desiderato. Io fui messo da parte più di quanto non lo fossi già e la mia vita cambiò drasticamente.
Mi sembrava di avere tutto in torno a me una nube di fumo e che gli altri quando mi vedevano si allontanavano per via del troppo puzzo.
La differenza tra me e Hongjoong era che io ci passavo sopra, ignoravo tutti i commenti cattivi; mentre lui... Beh lui ripagava con la stessa moneta, dopo tutto tale "padre" tale figlio.

Poi c'era l'altro, il ragazzo di mio cugino, non parlavo molto con lui, ma non ne avevo bisogno, i miei genitori erano talmente amici dei suoi che sapevo già come era fatto, dopotutto già il fatto che stava con Hongjoong la diceva lunga su di lui.
Eccoli là, insieme, come sempre del resto, appoggiati alla ringhiera che delimitava il perimetro della scuola che si scambiavano sorrisi e baci.

Sì, Hongjoong era gay, come me del resto, se c'era una cosa che i miei non avevano mai criticato forse era quella. Ma San... No lui era bisex e questo non era un problema se non fosse che una ragazza continuava a fargli il filo da tempo ormai, e non sapevo come facesse Hongjoong a non essere geloso.

Ma in tutto questo odio, c'era una persona che mi voleva bene così come sono, era l'unico che mi facesse sorridere ogni tanto e con cui potevo sentirmi veramente me stesso
<<Lasciali perdere amico>> mi disse porgendomi una tazza di caffè <<Tieni te l'ho preso alla caffetteria qua vicino, dovresti venire qualche volta ci sono tanti ragazzi, anche non di questa scuola privata di merda>>
<<Grazie Yeosang, menomale che ci sei tu>> gli risposi felice di vederlo <<Magari poi ci verrò>>
<<Bravo>>

Yeosang era semplice, non aveva problemi con nessuno, era semplicemente se stesso e nessuno lo criticava per ciò. Avrei voluto essere come lui ma purtroppo la mia reputazione mi precedeva.
Lui non era certo un tipo popolare, però non aveva problemi con nessuno, la gente lo evitava e basta.

In quella scuola eravamo in molti ad essere omosessuali o bisex, e anche lui lo era, non che mancassero studenti etero, anzi probabilmente erano la maggior parte ma rispetto ad altre scuole eravamo in diversi.

<<Che hai alla prima ora?>> Mi chiese Yeosang per cambiare argomento
<<Inglese>>
<<Beato tu, io ho trigonometria>> mi rispose secco
<<Beato tu un corno! Lo sai che faccio schifo a inglese>>
<<E tu lo sai che faccio schifo a trigonometria>>

I miei non volevano che passassi del tempo con Yeosang, in realtà non volevano che passassi del tempo con nessuno che fosse più povero di noi. Lo stesso valeva per Hongjoong però lui aveva San, purtroppo in una città piccola come quella in cui stavamo, non c'era tanta gente ricca e quindi, escludendo loro due, le possibilità che potessi fare amicizia con qualcuno che andasse bene ai miei genitori erano veramente poche. Avrei voluto solo trovare un altro ragazzo come me, proveniente da una famiglia ricca ma che detestasse esserlo, lui avrebbe potuto capirmi, ma non c'era nessuno così e quindi io rimanevo sempre solo.

Alla fine della giornata mi incamminai per tornare a casa come facevo sempre, Yeosang era andato alla caffetteria, come suo solito, diceva che c'erano molti ragazzi carini ma a me non importava. Non pensavo che potessi trovare qualcuno disposto a parlare con me.
San mi passò accanto correndo e dandomi una spallata, "Chissà dove va così di corsa" pensai, poi mi ricordai che in quel momento c'era la partita di football e allora capii che stava raggiungendo Hongjoong a casa mia per vederla insieme come da tradizione. "Che palle!"

Allora ragazzi, premetto che Mingi non è il protagonista assoluto della storia, ogni capitolo sarà narrato da una persona diversa

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Allora ragazzi, premetto che Mingi non è il protagonista assoluto della storia, ogni capitolo sarà narrato da una persona diversa.
È la prima storia che scrivo su di loro e spero vi piaccia, detto ciò ci rivediamo al prossimo capitolo.




ѕανє мє || ᴀᴛᴇᴇᴢDove le storie prendono vita. Scoprilo ora