La fattoria di Rigé

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La fattoria di messieur Rigé non era molto lontana da Rouen, il luogo dove era stata bruciata viva Giovanna D'Arco e non era nemmeno molto lontana dal confine belga, dove si era combattuta la battaglia della Morte Rossa, una delle battaglie più leggendarie della seconda Guerra del Vapore, di cui si favoleggiava in modo sempre più esagerato, man mano che veniva raccontata, passando di bocca in bocca.

Nonostante si trovasse in zona di guerra, la fattoria di messiuer Rigé era sopravvissuta praticamente intatta assieme all'entusiasmo e alla tempra del suo padrone. Rigé aveva perso il suo unico figlio maschio nella prima guerra del Vapore ed era riuscito a far partire la sua figlia femmina, assieme al marito, verso le americhe, ormai molti anni prima. Aveva deciso di non desiderare più nulla dalla vita se non la possibilità di contemplare i campi e i suoi possedimenti, ma poi erano arrivati i myrmidon. Da quando ne aveva visti un paio passare non molto lontano da casa sua ne aveva fatto il suo hobby, la sua ossessione quasi, impegnandosi a raccogliere informazioni a riguardo in ogni dove.

Ovviamente non aveva lo spirito analitico di Arcadio Martellone e di certo non sapeva guidare quelle macchine, ma solo guardarle gli dava un brivido che, dopo essersi ritirato dal mondo, non credeva più di poter provare.

Essendo solo e ormai piuttosto vecchio, Rigé aveva sempre assunto dei braccianti per mandare avanti la fattoria, ma la guerra aveva portato via da lui tutti i giovanotti adatti dei paraggi. A lungo aveva dovuto arrangiarsi, con l'aiuto del solo Pierre, un ragazzino di 11 anni che aveva perso i genitori nel conflitto e che aveva preso sotto la sua protezione. Poi. un bel giorno erano cominciate a girare voci che alla sua fattorie c'era una certa folla, in particolare si era cominciato a parlare di due giovani nipoti che, pur essendo ragazze, si erano rimboccate le maniche e avevano riportato la fattoria all'antico splendore.

Faceva ormai freddo, essendo ottobre inoltrato, ma Rigé era in giro a controllare che lo steccato fosse solido, per cui Pierre, per riportargli le notizie che aveva sentito all'ottoniera, dovette correre fuori e andargli incontro. "Messieur Rigè! Messieur Rigè! Altri quattro!" urlò.

Lui non si scompose e cercò anzi di strattonare un paletto, a suo parere non piantato bene. "Quattro dici?"

"Altri quattro irregolari inglesi hanno varcato il confine!"

C'era un labile armistizio tra Francia e Inghilterra, che avrebbe dovuto tenere i myrmidon inglesi in Belgio, ma i soldati erano semplicemente troppi e troppo annoiati e avevano cominciato a considerare il nord della Francia il loro terreno di caccia.

"Bah, vaglielo a dire, sai com'è!" bofonchiò Rigé. Non condivideva assolutamente l'entusiasmo del ragazzino.

Pierre, andò alle stalle, dove le due cosiddette nipoti stavano ammassando fieno. Ripeté la stessa frase: "Quattro irregolari inglesi!"

La nipote più giovane si voltò di scatto verso la maggiore, che di contro, sembrava non aver nemmeno udito. "Generale..." la chiamò.

La nipote più grande smise di smuovere una balla di fieno e si passò una manica sulla fronte sudata. "Non ti preoccupare, Artemisia, faccio da sola." e dicendo questo uscì, diretta verso il fienile.

Valerius Demoire - vol.4Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora