La devastazione di Leòn

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Le invocazioni di Valerius all'ottoniera sembravano richieste d'aiuto. Era venuto a soccorrere le persone, ma dentro di sé si sentiva più perduto di coloro che soccombevano sotto l'attacco. "Qui Valerius! Qualcuno può rispondere? Rispondete! Cosa sta succedendo?"

Hanged One si avvicinava a grandi passi alla città, continuando a guardarsi in giro per scoprire minacce, ma a parte le fiamme e il fumo non c'era niente. Esplosioni lontane, però, dicevano che la battaglia non era ancora finita, la macchina si diresse dove si sentiva che gli scontri erano ancora intensi.

Finalmente anche una voce affaticata si affacciò all'ottoniera. "Valerius, qui Morgan. La base è caduta... l'alcalde è morto. Stiamo resistendo..."

Valerius vide dei rettiliani venirgli incontro. Indossavano le stesse vesti incolori di Calendimaggio e portavano le loro armi, ma erano a piedi. Senza pensarci, spinse Hanged One avanti e li schiacciò. L'ultimo dovette finirlo con gli artigli. "Che cosa è successo, Morgan?"

"Hanno saputo che avremmo lanciato un attacco al nido e così ne sono usciti... Conoscevano la posizione dei cannoni e hanno puntato a quelli. Questo è solo l'attacco di supporto, Valerius! Stanno solo dando appoggio all'aeronave!"

E infatti, all'orizzonte, la sagoma dell'aeronave era sempre più vasta. Al contrario delle persone di Leòn, Valerius non aveva mai combattuto contro la macchina volante rettiliana e, sebbene ne conoscesse diverse caratteristiche non sapeva come fosse affrontarla. Quello che sapeva per certo era che Hanged One non poteva nulla contro di lei e che al contrario le armi della fortezza volante avrebbero devastato quello che rimaneva della città.

Ma la città era già semidistrutta, le fiamme erano ovunque e c'erano diverse zone (che lui aveva visto intatte), devastate. Questo lo spaventava perché non era possibile che i rettiliani che aveva incontrato avessero fatto tutto quello, li aveva sempre considerati creature fragili, che di certo non potevano organizzare un attacco così complesso, anche a causa dell'atmosfera che non gli permetteva di respirare liberamente e quindi di stare all'aperto troppo a lungo.

"Come è stato possibile tutto questo, Morgan? Sono solo poche creature? Come hanno portato danni così gravi?"

"Non ci sono solo le creature, Valerius! Stai bene attento! La macchina è ancora in giro per la città! Se ti ha notato starà venendo da te!"

E proprio in quel momento Valerius lo vide, ancora a distanza di quasi cinquecento metri, in fondo un lungo tunnel di distruzione e case abbattute. Era un myrmidon mostruoso, più alto di Hanged One, con braccia particolarmente lunghe e una maschera satanica. Valerius notò che stava venendo verso di lui, ma con incedere tranquillo, inesorabile, senza fretta.

Valerius sentì le proprie mani tremare intorno ai comandi del suo mezzo, sentì il terrore annebbiargli la mente e rendergli amara l'aria che respirava. No, non il terrore perché Valerius Demoire andava oltre la paura. Non il terrore ma il senso di colpa.

Il suo nemico era un myrmidon che nessuno aveva mai visto prima.

Nessuno tranne lui.

Valerius Demoire - vol.4Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora