Evacuazione

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Il volto scavato di Morgan, i suoi occhi iniettati di sangue, le sue mani che non stavano mai ferme erano la più chiara e sconfortante visione di quello che era Leòn. Una città sconfitta, che si era salvata per il rotto della cuffia, ma che non poteva reggere oltre. Leòn era stata una specie di miracolo, un relitto che era rimasto a galla nella tempesta della guerra e a cui molte persone si erano aggrappate. Era comunque un'imbarcazione fragile, però, condannata ad affondare al primo maroso.

Valerius si sentiva colpevole di quello che era successo, aveva promesso una vittoria, aveva convinto spagnoli e inglesi a buttare nel suo piano tutte le risorse a loro disposizione e questo li aveva trascinati alla sconfitta. A vederlo, Valerius non provava nulla, la sua espressione apatica era ancora lì, a difendere la sua anima, ma dentro il suo cuore era sempre più lacerato, le ferite che gli gravavano sul petto cominciavano a essere troppe. Per questo motivo, nel consiglio di guerra successivo all'attacco, non aprì quasi bocca e lasciò a Morgan e a Vanjan la parola.

"Siamo sull'orlo della sconfitta." ammise Morgan "Non importa che li abbiamo ricacciati indietro stavolta, non possiamo più reggere. Non abbiamo più difese né forze."

"Quindi?" chiese Vanjan, la gola secca.

"Dobbiamo preparare l'evacuazione. Ci sono ancora dei civili, persone innocenti. Dobbiamo portare via tutti e muoverci verso est. La linea del treno è ancora relativamente sicura, dobbiamo allontanarci dall'area di influenza rettiliana."

"Parliamo di molta gente."

"Parliamo di un nemico che non esiterà a uccidere tutti."

Vanjan si mise a grattare il tavolo, un tavolaccio di legno tutto scheggiato. Grattava con tanta forza da consumarsi le unghie. "Un'operazione del genere si prenderà tutte le nostre ultime risorse. Portarla avanti significa non fare nient'altro. Se decidiamo di farlo facciamolo e basta."

"Non abbiamo altra scelta."

Fu in quel momento che Valerius intervenne, con la consueta durezza, con la consueta arroganza. "No. Ho bisogno di una squadra di meccanici e di Martino."

Morgan aveva ormai perso, nei confronti del giovane genio, ogni deferenza. Gli urlò contro. "Abbiamo pochi giorni prima che tornino e ci uccidano tutti! Non possiamo perdere nemmeno un uomo!"

"Esatto Morgan." Lo sguardo di Valerius era d'acciaio. "Loro torneranno. E' l'unica certezza che abbiamo. E su questa certezza dobbiamo costruire la nostra vittoria."

Valerius Demoire - vol.4Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora