Guerra d'attesa

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Quando i russi avevano finito il Vapore Pesante, le truppe italiane avevano tirato un sospiro di sollievo. La strategia di Alfredo Colonna si era basata su una lenta ma costante ritirata verso l'Austria che aveva inevitabilmente allungato le linee di riferimento. Oltretutto, il diplomatico aveva lasciato volutamente indietro dei drappelli di guastatori che si erano impegnati affinché la consegna delle provviste all'esercito dello zar non fosse mai cosa facile. Questa strategia aveva logorato i russi e, soprattutto, li aveva rallentati.

Ma logoro era anche Colonna, che si fingeva solo in salute. Impossibilitato a rimanere in piedi per lunghi periodi, faceva sì di farsi trovare sempre seduto, così da apparire più sano di quanto non fosse. Solo Guglielmo era consapevole del suo stato e gli stava il più vicino possibile. Di nascosto, durante il suo sonno, aveva formato alcune altre volte il mudra della guarigione per lui.

"Avremmo bisogno di più informazioni dalla Francia." si lamentò Colonna, una sera, mentre il campo si apprestava a passare una nuova notte senza combattimenti. I russi non osavano un assalto frontale, consapevoli che i myrmidon Ecclesiaste non aspettavano altro, quindi la situazione era in completo stallo.

"Arcadio dovrebbe darcele." rispose con disprezzo Guglielmo.

"Manchi ancora di fiducia nei confronti del mio ingegnere inverso? Ormai non ci sono più schieramenti, siamo tutti dalla stessa parte, se Arcadio non dice niente è perché non sa nulla o non riesce a comunicare con noi."

"In ogni caso perché la Francia? Non ci basta quello che abbiamo qua?"

"Ma noi stiamo combattendo unicamente perché la Francia faccia la sua mossa."

"Come?"

Alfredo Colonna fece un lungo sospiro. Non era spazientito, ma in alcuni momenti aveva sperato che Guglielmo prendesse il suo posto. In realtà non sarebbe mai stato possibile, le doti di Guglielmo erano semplicemente altre. "L'Inghilterra non attaccherà finché i russi saranno impegnati su così tanti fronti e le loro intenzioni non saranno chiare. Temono di essere lasciati soli nel momento più delicato. Aspettano che i tunguska ottengano un qualche risultato."

"Come annientarci?"

"La provincia è quasi riconquistata, presto ripiegheremo in Austria. Lì probabilmente non ci seguiranno."

"E sarà sufficiente?"

"No, non credo."

"Maestro, se voi mi permetteste di raggiungere la corte di Berlino e..."

"Ci sono troppe streghe in quel palazzo. Persino per il temibile Maschera di Ferro. Ma non temere, non ti farò marcire su questo fronte, presto avrai modo di essere bene impiegato. Per ora però la mossa è in mano ad altri.

"E a chi?"

Alfredo prese acqua da una borraccia. L'acqua, quando scendeva giù per la sua gola, gli scuoteva le ossa con una carezza gelida. Rabbrividì. "La Spada Immacolata di Francia, per cominciare."

Valerius Demoire - vol.4Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora