Epilogo

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7 mesi dopo

Leyla

Mi alzo dopo aver impiantato l'ultimo girasole della fila e guardo il risultato. Silvia ne sarà felicissima. Non mi ha assunta come wedding planner, ma qualche mese fa mi ha contattata per avere qualche consiglio su come allestire la location. Così le ho mandato qualche foto per farle capire cosa avevo in mente per un matrimonio come il suo, semplice, situato nel giardino di un agriturismo nel cuore della Maremma. Le ho detto che avevo bisogno di molti girasoli, così quando sono arrivata mi sono subito messa all'opera. Adesso manca solo da spargere i petali gialli lungo il corridoio che attraverserà la sposa, ma per evitare che non volino via devo aspettare che si avvicini l'orario del matrimonio per farlo.
Devo essermi alzata troppo in fretta, perché la testa non mi smette più di girare. L'estate italiana sa essere davvero soffocante, sento il sole bruciare sulla mia pelle ed è meglio che rientri prima che mi prenda un'insolazione. Attraverso il giardino per tornare alla camera in cui alloggio, ma nel sentire dei passi sulla ghiaia istintivamente mi fermo e volto lo sguardo. Finalmente lo vedo, con il suo solito zaino sulle spalle, e i capelli leggermente spettinati che lo rendono ancora più bello. Come se percepisse la mia presenza, alza lo sguardo e le sue labbra si aprono in un sorriso. Gli corro incontro e mi getto tra le sue braccia, lui mi prende al volo facendomi allacciare le gambe intorno alla sua vita.
La sua bocca è subito sulla mia, infila una mano tra i miei capelli e un brivido mi attraversa la schiena.
Quattordici giorni. Dio, quanto mi è mancato.
Il suo bacio si fa sempre più spinto e solo dopo aver ripreso fiato, mi saluta: «Ciao».

«Ciao amore mio, come stai?»

«Solo un po' stanco».

Torno con i piedi per terra e lo tiro per la cravatta camminando all'indietro.
«Stanco... quanto?»

Sorride sornione mostrandomi le fossette sulle guance. «Mai abbastanza quando ti vedo».

Le nostre labbra non si separano neanche mentre raggiungiamo la nostra camera. Impaziente, inizio a sbottonargli la camicia mentre saliamo le scale che portano al nostro balcone. Tanto non c'è nessuno nei paraggi.
Fatico ad aprire la porta con Edward alle spalle che mi lascia una scia di baci lungo il collo e non appena ci riesco lancio le chiavi nella stanza senza guardare dove. Edward getta via il suo zaino e si libera della giacca. È bello come il sole, con le labbra arrossate e la camicia sbottonata.
«Non è stata un'ottima idea indossare l'abito in anticipo, ma temevo di arrivare in ritardo».

«Non preoccuparti, ti ho comprato un completo di riserva». Si blocca per guardarmi con tono severo... o, forse, scocciato? Probabilmente, entrambi. «Non guardarmi così! Sapevo che con te si sarebbe sgualcito tutto, mentre nella mia valigia non è successo».

«Ti sei portata la valigia più grande che hai per un weekend in Italia, non è vero?»

Annuisco soddisfatta e poi mi avvento nuovamente sulle sue labbra.
«Sei stupenda, quasi mi dispiace sgualcire questo vestito».

«Hai ragione, meglio toglierlo subito», tolgo le spalline e lo lascio cadere a terra facendo restare Edward a bocca aperta. Credo che lui pensi che sia questo l'abito che indosserò al matrimonio, ma non è così.
Il suo sguardo si infiamma mentre attraversa il mio corpo. Aggancia le dita alle mie mutandine e le fa scendere inginocchiandosi davanti a me. Mi lascia un bacio sull'intimità facendomi gettare la testa all'indietro per il piacere. Poi mi spinge con dolcezza sul materasso e si fa spazio tra le mie gambe.
Ci avvinghiamo in un lungo bacio, mentre lo sento entrare con una spinta decisa dentro di me che toglie il respiro ad entrambi. «Mi sei mancata da impazzire» geme sulle mie labbra.
Ci perdiamo tra le lenzuola e di nuovo sotto la doccia.
Quando torniamo a sdraiarci sul materasso con i capelli ancora bagnati, Edward mi stringe a sé in un gesto così naturale che mi fa sciogliere il cuore. É difficile quando parte per i suoi viaggi, odio stare senza di lui. Ma quando torna sembra essere ogni volta più bello e mi chiedo come sia possibile.
«Com'era la Georgia del Sud?» chiedo mentre spalmo un po' di crema viso sulla sua pelle arrossata dalla basse temperature.

PARTIRE PER RICOMINCIARE || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora