Capitolo 13

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I don't want to be alone when it ends
Don't wanna let you know
I don't want to be alone
But I can feel it take a hold (I can feel it take a hold)
I can feel you take control (I can feel you take control)
Of who I am, and all I've ever known
Lovin' you's the antidote
Harry Styles - Golden

E anche quando poi saremo stanchi
Troveremo il modo per
Navigare nel buio
E tanto è facile
Abbandonarsi alle onde
Che si infrangono su di noi
Dimmi come stai
Perché non parli?
Ora tienimi con te
La tua mano nel buio
Chiarisce la mia solitudine
Non l'ho mai chiesto a nessuno
A nessuno, tranne che a te
Questa sera sei bellissima
Cesare Cremonini - Poetica

Edward

Più passano le settimane e più mi sto rendendo conto che questo viaggio mi sta distruggendo. Ho chiesto a Leyla di partire con me con l'unico scopo di risollevarle il morale. Non sono stupido, sapevo che lei continuasse a pensare a William anche prima che si confidasse con me quattro notti fa, ma continuo a pensare che questo viaggio le stia facendo bene, ha momenti di spensieratezza in cui ride come una bambina e riesce a divertirsi proprio come dovrebbe fare una ragazza della sua età. Per me, invece, sta diventando sempre più complicato. È difficile sfiorarla con le dita e soffocare la voglia di baciarla, guardarla negli occhi e buttare giù un intero boccale di birra per non dirle quanto la amo, stare sdraiato al suo fianco e pensare a quanto sarebbe bello fare l'amore per tutta la notte. Privarmi di tutto questo mi sta lentamente uccidendo. Se questo viaggio è un panacea per i suoi problemi — seppur temporaneamente —, è senza dubbio anche il male peggiore per il mio cuore.

Da quando si è resa conto che sono giù di morale, non mi lascia neanche il tempo di respirare. Negli ultimi due giorni abbiamo corso dal museo di arte contemporanea a quello di Picasso, dalla cattedrale dell'Incarnazione di Malaga fino all'Alcazaba, la fortezza in stile arabo. Sapevo che l'Andalusia era tra le mete che suscitavano più curiosità in lei, non essendoci mai stata, ma non credevo mi avrebbe trascinato da un posto all'altro con tanto entusiasmo e energia. Viaggiando sempre da solo, sono abituato a prendermi i miei tempi e i miei spazi, libero di sedermi su una panca di una chiesa ad ammirare gli affreschi e le vetrate colorate, o in cima ad a una collina per ammirare il panorama sotto i miei piedi, mentre con Leyla non posso prendermi un attimo per pensare che mi salta sulla schiena, oppure mi appare con lo schermo del cellulare davanti al viso mentre mi schiocca un bacio sulla guancia intenta a scattare un selfie o, ancora, che mi afferra per la mano pronta per trascinarmi altrove.
Non so da dove abbia tirato fuori tutta questa vitalità, ma credo lo stia facendo solo per me, convinta che non dandomi tempo per pensare non mi vedrà più con il muso lungo.
Non mi lascia in pace neanche dopo cena, ancora abbastanza attiva per portarmi a vedere qualche spettacolo di flamenco o a fare un passeggiata in centro, nonostante non facciamo altro che camminare tutti i santi giorni. Amo vederla impegnarsi per dimostrarmi tutto il bene che mi vuole, anche se non ce ne sarebbe davvero bisogno, ma vorrei vederla sorridere davvero, sorridere anche con gli occhi che, invece, continuo a vedere tristi.

«Sentito? Stasera c'è una festa a bordo piscina!» mi accoglie con il sorriso e già un'idea pronta per la serata quando scendo nella hall dell'hotel, ma rimango con il respiro spezzato vedendola finalmente con il vestito di seta rosso che mise in valigia di nascosto il giorno della nostra partenza, convinta che io non la stessi guardando. L'abito ricade morbido fino a sotto le ginocchia, mettendo in risalto le sue esili forme. È abbastanza evidente che non indossi il reggiseno, il vestito le lascia la schiena completamente nuda.
«Música y sangría!» Annuisce con entusiasmo l'uomo alla reception, mentre io cerco di far tornare la salivazione regolare.


PARTIRE PER RICOMINCIARE || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora