Capitolo 8

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"Vorrei fermare il tempo e viaggiare
Svegliarsi lontano non può farci male
Crescendo senza perdere tempo
Lasciandosi portare dal vento
Guarire ogni male
E poi fare e disfare"
- Cesare Cremonini - Fare e disfare

Leyla

Da: William, 06:37 pm
"Perché te ne sei andata?"

Da: William, 06:37 pm
"Perché hai venduto la nostra casa?"

A: William, 01:49 am
"Era la mia casa."

Sono giorni che fisso questa chat in attesa di non so cosa. Voglio che mi risponda? No, non voglio proprio sentirlo. Non voglio nemmeno sapere come sta, cosa sta facendo, dove vive... no, mi ripeto che non voglio saperlo.
Ma perché mi ha scritto? Questo lo vorrei capire, sì. E perché sembra dispiaciuto che io me ne sia andata?
Dio, cosa vado a pensare? Sono proprio una stupida illusa. Da due semplici messaggi su whatsapp non posso certo capire il suo stato d'animo, sicuramente me lo sono soltanto immaginata. A lui non importa nulla di me.

Ero così serena quel giorno.
Eravamo appena sbarcati a Porquerolles e, nonostante la notte prima trascorsa a Parigi non avessi chiuso occhio e il mio umore fosse a terra, Edward aveva fatto di tutto per farmi sorridere e c'era riuscito. Cavolo, se ci era riuscito! Non ridevo così tanto con qualcuno dai tempi del liceo, e gli è bastato prendermi in braccio per una foto facendomi volare via il cappello, buttarmi in acqua e continuare a farmi dispetti mentre io desideravo solo farmi una nuotata.
Ma poi, al mio risveglio in spiaggia, ho visto le notifiche da parte di William.
Maledetti questi cellulari! Ero stata così bene senza mai guardare quello schermo per tutto il giorno... avrei dovuto buttarlo direttamente in mare! Anche se poi mi sarei beccata una bella brontolata da parte di Edward per aver inquinato quelle magnifiche acque cristalline.

Edward.
Edward e quell'orchidea che si è tatuato sul costato sinistro. Avevamo passato forse più di un'ora in acqua a scherzare e me ne sono resa conto solo quando ha alzato le braccia per tamponare i capelli con l'asciugamano. Certo, è pieno di tatuaggi e non mi ero soffermata a guardarne uno per uno.
Quei maledetti messaggi di William mi hanno tolto l'attenzione anche da una cosa così bella e speciale.
Ricordo ancora quel giorno come fosse ieri, dopo una discussione con William, mi ero rifugiata nella serra di mia nonna Diana. Era il posto in cui andavo a piangere ogni volta che ero triste, solo Edward lo sapeva.
Mi trovò a parlare con un'orchidea — non sono pazza, mia nonna ci raccontava sempre che le piante sono delle ottime ascoltatrici — così gli spiegai che era il mio fiore preferito, perché oltre ad essere estremamente raffinata ed elegante, mi dava un senso di indipendenza, così alta e con la schiena dritta.
Lui mi rispose: "se tu fossi un fiore, non saresti così alta, però avete la stessa bellezza e raffinatezza. Orchidea..."
E da quel momento ha iniziato a chiamarmi così. Lo fa solo nei momenti più dolci ed intimi, nessuno oltre noi due lo sa.
Ma chi l'avrebbe mai detto che si sarebbe tatuato un'orchidea sul costato perché sentiva la mia mancanza! Sono stata una stupida a credere di contare poco per lui solo perché ha deciso di andarsene da Kensington; non si è mai dimenticato di me e del nostro rapporto speciale.

Non posso far a meno di sorridere guardandolo, adesso, mentre discute animatamente con Julia su come si cucinano gli spaghetti allo scoglio, per fortuna abbiamo uno chef e non saranno loro a cucinare, credo potrebbero volare coltelli. Conosco Juls troppo bene per sapere che a lei non importa nulla della cucina, lo fa solo per il gusto di contraddirlo e farlo imbestialire e Edward, dopo tutti questi anni, non l'ha ancora capito.
Ultimamente, mi perdo spesso a fissare il suo corpo, pensando a quanto sia cambiato da quando aveva soltanto 19 anni e ha lasciato Kensington. Aveva la strana abitudine di portare una bandana per tener fermi i capelli, visto che aveva deciso di lasciarli crescere; la fissa per i tatuaggi e una vasta scelta di stivaletti in camoscio nella sua scarpiera che ha indossato fino a consumarne la suola.
Durante l'ultimo anno di liceo aveva iniziato ad andare in palestra ed era super orgoglioso degli addominali che stavano iniziando a vedersi; in realtà, era ancora un ragazzo esile e non avrei potuto lontanamente pensare che il suo fisico si sarebbe trasformato così tanto.
Non posso negare di aver notato immediatamente le sue braccia tatuate il giorno stesso che ha bussato alla mia porta due mesi prima del mio matrimonio: evidentemente più muscolose rispetto a quando lo avevo visto più di un anno prima e quando mi ha abbracciata ne ho avuto la conferma.
Ma in realtà quei muscoli sono niente nascosti sotto la stoffa, quando l'ho visto togliersi la maglietta il primo giorno in spiaggia a Porquerolles ho sentito mancare l'aria nei polmoni. Com'è possibile che abbia messo su tutti quel muscoli, quella tonicità e... quel lato b, Dio mio!
Chiunque sarà la donna della sua vita, dovrà sentirsi fortuna ad essere stretta da delle braccia come quelle o anche solo a sfiorare un corpo così statuario! Altro che il David di Michelangelo...
Scuoto la testa e abbasso lo sguardo di nuovo sul cellulare prima che i miei pensieri vadano troppo oltre. Rileggo quei messaggi e quella mia risposta: concisa, fredda, distaccata, che gli ho inviato dopo aver ballato con Edward: era. la. mia. casa.
Più di una volta, in questi giorni, ho beccato William a scrivere sulla nostra chat, ma evidentemente non ha avuto il coraggio di premere invio. Aspetta un figlio da un'altra donna, che cosa vuole ancora da me?
Blocco velocemente lo schermo del cellulare non appena la mia migliore amica si siede sul divano al mio fianco.

PARTIRE PER RICOMINCIARE || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora