Capitolo 26

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"It's your world I wanna live in
It's your ocean I wanna swim in
It's your showandI'm just watchin'
Losin'you is not an option

If youleave me like a message in a bottle
And you don't come back tomorrow
At least you came tonight
It's easy to pretend that I'm not caught up
But when you get hot and bothered
I can't give up the fight

Love the way you hurt me
And it doesn't even cross your mind, oh
Tell me that you love me
But I know you're out there runnin' wild, oh
And give me all the pain, give me everything
Don't hold back, don't hold back
Leavin' me in pieces, but I swear it's worth it every time
And it doesn't even cross your mind

You keep talkin', I'll just listen
Daydreamin' 'bout where your lips been
Pull my heart right out my chest, drive a train through
Still get up and forgive you"
- Niall Horan - Cross your mind.

Edward

Allungo un braccio sul materasso e sento solo il lenzuolo morbido sotto la mia pelle, mi rendo conto che Leyla non è più al mio fianco. Mi siedo ancora mezzo addormentato, mi stropiccio gli occhi beandomi del silenzio della stanza, anche dal bagno non proviene alcun rumore.

Appoggio i piedi scalzi sul pavimento e decido di alzarmi, probabilmente Leyla sarà uscita a chiedere qualche informazione alla reception oppure a fare un giro qui intorno, anche se trovo strano che si sia svegliata prima di me.
Mi viene spontaneo allargare i passi mentre attraverso la stanza per non inciampare sul trolley di Ley, ma poi mi volto di scatto all'indietro e mi rendo conto che la sua valigia non è più sul pavimento ai piedi del letto.

Un brutto presentimento mi gela il sangue. Torno indietro e controllo anche l'armadio: i suoi vestiti non ci sono più.
Corro in bagno e, anche qui, non ci sono più i suoi prodotti che fino a ieri sera riempivano il mobile con la specchiera.

Non posso crederci. Se n'è andata.


Mi sveglio di soprassalto con il collo sudato e le palpitazioni al petto. Mi volto al mio fianco e Leyla non c'è.
Leyla non c'è davvero, non era solo un incubo.

Cazzo! Non può essere, no. Ieri sera l'ho sentita quando si è chiusa in bagno per parlare al telefono con suo fratello, l'ho sentita quando parlava di un biglietto aereo. Cazzo. Perché non le ho parlato? Perché non l'ho fermata?

Smanioso, scalcio via le lenzuola e mi alzo dal letto per dirigermi verso il bagno. Proprio come nel sogno.
Però, inciampo su un trolley lasciato sul pavimento e per fortuna Leyla mi blocca in tempo premendo le mani sul mio petto non appena esce da bagno evitandomi una brutta caduta.

«Oddio, Edward! Stai bene?» Mi guarda con gli occhi sgranati per lo spavento ed io non posso fare a meno di rilasciare un sospiro di sollievo perché lei è qui di fronte a me, non se n'è andata. Circondo il suo viso con le mie mani e le lascio un bacio a fior di labbra.

«Torniamo a letto» dico prendendola per mano.

«Ma sono già le otto e mezza e non abbiamo ancora fatto colazione» mi guarda confusa.

«Solo cinque minuti». Mi siedo sul letto e lei resta in piedi in mezzo alle mie gambe. Non posso fare a meno di sorridere vedendola sempre più confusa mentre le accarezzo la pancia, alzando il tessuto della mia camicia che ha indosso. Di solito è lei quella che chiede di restare a letto cinque minuti in più per poter continuare a dormire.

PARTIRE PER RICOMINCIARE || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora