Kathlyn' s POV
Ero agitata.
Il passato era tornato. La mia vita si era fermata nuovamente. Sembrava quasi un disco rotto che non conosceva altra melodia se non.quella del dolore.
Sentivo il cuore battermi velocemente nel petto e il sangue scorrere in modo frenetico per le vene.
Volevo alzarmi e correre da loro ma sentivo le gambe molli, quasi inesistenti. Non avevo la forza per fare nulla. Mi sentivo come un vegetale capace solo di respirare.
Harry mi guardava stranito con uno strano cipiglio impresso sulla fronte. Continuava a farmi domande ma non trovavo voce per rispondere. I suoni mi morivano in gola, smorzati dalle corde vocali.
Accennai al ragazzo riccio di fronte a me un lieve sorriso malinconico, respirando profondamente.
Necessitavo urgentemente di aria di aria fresca, pura.
Tutto era opprimente in quella piccola stanzetta singola dell' ospedale di Fallington. Tutto. A cominiciare dalle bianche pareti che sembravano volerti schiacciare con la loro folgore abbagliante.
Ero stanca degli ospedali. Non ne potevo più delle notti insonni, delle sedie scomode in plastica e dell' ansia continua che perforava l' anima in modo estenuante.
Mancavano pochi giorni al Natale che probabilmente, sarebbe stato anche più triste degli altri.
Lo confesso, avevo anche scritto una lettera a Babbo Natale, nella speranza che mi riportasse mio padre e mio fratello dopo due lunghi ed estenuanti anni senza la loro viva presenza. Mi ero lasciata condizionare da quella figura in cui tutti crediamo da piccoli. Mi ero aggrappata a quella finzione, ripondendo in quello strambo personaggio dalla folta barba bianca e dal folgorante vestito rosso porpora la mia ultima speranza per la felicità. Ma nulla. Le cose erano addirittura peggiorate.
La bianca luce neon si scontrava con i miei occhi costringendomi a socchiudere leggermente le palpebre.
<< Allora Kath, che hai? Stai bene?>> chiese il riccio sventolando il palmo della sua mano davanti ai miei occhi facendomi tornare nel mondo reale.
<< Oh, si. Certo>> risposi con voce flebile, quasi inudibile, che però raggiunse le sue orecchie.
<< Mi spieghi cosa è successo cavoli. Sono preoccupato cazzo>> disse leggermente irritato. Nel tono della voce si percepiva chiaramente un alone di stanchezza e di alterazione.
<< Io stavo tornando a te>> iniziai mettendomi a sedere sul letto.
<< Ho aperto la porta del corridoio e ho visto passare due barrelle Harry. Due. Poi ho riconosciuto i loro volti e non ce l' ho fatta...capisci?
Ora non so dove siano e il pensiero che gli sia successo qualcosa mi uccide cavoli!>> dissi con gli occhi appannati da lacrime cariche di dolore. Di quella sofferenza che custodivo in me da ormai troppo tempo.
Avevo bisogno di sapere di loro o non ce l' avrei fatta.
Provai a muovere le gambe, inutilmente. I muscoli tiravano fino a far male e le gambe ricadevano come un lampo sul materasso.
<< Kathlyn mio Dio. Scusami. Non immaginavo questo. Io mi sono preoccupato per te. Non ti ho vista tornare e ho temuto il peggio.>>
Sorrisi lievemente a quelle parole, mi faceva piacere sapere che ero importante almeno per qualcuno.
<< Harry?>> chiesi lievemente facendo alzare il suo sguardo dal pavimento
<< Si?>>
<< Puoi farmi un favore?>>
<< Certo. Per quanto mi sia possibile si>> disse indicando il gesso che gli fasciava il braccio.
<< Informati su mio fratello e mio padre. Ti prego>> dissi primandi scoppiare in un pianto amaro.
Quelle lacrime celavano tutte le sconfitte subite in questi anni. Tutte i ricordi di ciò che fu, tutto il dolore e tutto l' amore che non provavavo da troppo tempo. Piansi solo per il semplice fatto di essere io Kathlyn Rose.
Harry's POV
Senza pensarci due volte presi Kathlyn fra le mie braccia.
La sua testa giaceva sul mio petto, mentre le sue braccia mi circondavano completamente il busto, incrociandosi nella parte alta della schiena.
Sentivo il suo soave e leggero profumo di pesca deliziarmi in naso. Lo annusavo lentamente chiudendendo lievemente le palpebre, mentre il mio olfatto si lasciava fravolgere da un seducente oceano di freschezza.
Ogni lacrima che versava mi faceva male. Era come se il suo dolore fosse anche il mio. Sentivo la sua sofferenza bruciarmi sul derma senza pietà.
<< Stai calma piccola. Vado ad informarmi. Torno subito>> dissi allontanandomi da lei, mio malgrado.
Aprii la porta della stanza correndo per il corridoio raccogliendo su di me gli sguardi dei passanti che mi scrutavano in modo critico.
Arrivai di fronte alla hall, dove un signore sulla cinquantina era seduto di fronte al computer, avvolto in un camice bianco.
<< Salve. Vorrei ricevere informazioni sui Rose.>>
<< Un attimo prego.>> disse digitando qualcosa sulla tastiera.
E poi, quello sguardo malinconico carico di dispiacere e dolore.
Spazio autore
Ciao ragazze. Scusatemi davvero. Sono in un ritardo inaccettabile.
Mi dispiace davvero ma pultroppo è stato un brutto periodo.
Sono venute a mancare due persone molto imprtanti per me ed è staro devastante, davvero.
Inoltre la scuola non mi aiuta di certo.
Spero vi sia piaciuto, nonostante sia orribilante.
Vi prometto che mi rifarò al prossimo capitolo.
Scusate se vi sono degli errori ma devo correre a studiare in quanto sono a dir poco in alto mare.
Bhe,grazie a tutte coloro che leggono la storia e mi dispiace molto di non essere sempre puntuale. Cercherò di pubblicare il prossimo capitolo entro la prossima settimana :)
Alla prossima
Gabrylulu♥

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Life goes on [h.s]
Fanfiction" E, presa da un incontenibile frenesia ho lasciato che il mondo sgretolasse ogni mio progetto con forza, spazzando via ogni ricordo"