Capitolo 2 CR

489 43 3
                                        

Entrai in casa chiudendo velocemente la porta e andando poi ad accendere i termosifoni. Dicembre, ormai, si faceva sentire.Salii al piano di sopra per lavarmi le mani e darmi una veloce sistemata. Le mie guance erano rosso fuoco, probabilmente per il freddo, creando un forte contrasto con la mia pelle bianca, quasi di porcellana.

Spazzolai i capelli, ormai tutti scompigliati a causa del ribelle vento e tornai al pian terreno.

Osservai l' orologio appeso al muro della sala:mancava mezz' ora all' appuntamento a casa di Louis ma decisi di uscire comunque.

Una volta infilati sciarpa e guanti presi il cellulare ed uscii di casa. Arrivai alla fermata dell' autobus, piena di bambini con i loro genitori, probabilmente appena tornati da un pomeriggio sulla neve.

Ricordo ancora il giorno in cui papà portò me, la mamma e Nick a giocare con la neve. Fu uno dei miei primi ricordi e forse anche l' ultimo ricordo vivo che ho di loro. Dei loro volti, felici coronati di bronzeo splendore.

Il grande autobus rosso di linea interruppe i miei viaggi mentali.

Mi strinsi ancora di più nella mia giacca nera e salendo sul mezzo, quasi vuoto a quest' ora.

Dopo sei fermate arrivai in Wood Street e scesi dal mezzo.

Quattro case più in là abitava il mio migliore amico, Louis.

Un' abitazione  giallo scuro, molto graziosa comparve davanti ai miei occhi.

Mi avvicinai al cancello in ferro battuto e suonai il citofono, che padroneggiava sulla bianca colonna del cancelletto.

Dopo pochi secondi una voce metallica rispose

<< Si, chi è? >>

<< Ehii sono  Kath, apri che si gela qui fuori>> dissi velocemente facendo uscire una candida nuvoletta di fumo dalla bocca.

<< Si signor capitano>> rispose Louis

Louis aprii velocemente la porta della sua abitazione permettendomi di entrare. Un calore strano, insolito mi avvolse.

Davanti a me era viva e vegeta l' immagine di una vera famiglia, quella che a me era stata tolta.

Lottie e Darcy, le sorelline di Louis giocavano allegramente sul divano, ridendo a gran voce.

Le loro gaie risate rendevano l' ambiente caldo, rassicurante.

Erano una vera famiglia non solo su carta ma anche nella realtà.

L' amore riempiva casa Tomlinson e l' allegria, tipica della fanciullezza, di Lottie e Darcy, ti faceva sentire vivo.

<< Kath?!?! Ehii? Che hai?>> disse Louis sventolando una mano davanti ai miei occhi.

<< Oh si, scusa Louis>> dissi scuotendo leggermente il capo.

<< Ehiii Kathryn!>> dissero insieme Lottie e Darcy mentre vennero ad abbracciarmi

<< Ciao bellissime>> Erano davvero bellissime. Lottie di 5 anni era diciamo la fotocopia di Louis, mentre Darcy, di 7 anni, assomigliava di più a Claire.

La mamma di Louis, Marilyn,  mi venne incontro, abbracciandomi.

<< Ciao cara, come stai?>> chiese con la sua solita gentilezza

<< Il solito...tu?>> dissi varcando la soglia della cucina.

<< Bene dai>>

Un gradevole profumino solletico il mio naso, facendomi brontolare lo stomaco.

<< Torta?>> chiesi sorridente sedendomi su una delle sedie in vimini che contornavano la tavola.

<< Si>> disse pulendosi frettolosamente le mani sul grembiule.

<< Ora faccio un po' fatica, sai? Prima ero mamma a tempo pieno, ora non più. >> disse sedendosi al mio fianco.

<< Che intendi?>> chieso aggrottando le sopracciglia.

<< Louis ormai è grande, l' anno prossimo andrà al college e quindi cerchiamo di guadagnare qualcosa in più.

Ho trovato un lavoretto nel negozio della signora Nicole, a due fabbricati da qui>>

<< Il negozio di antiquariato? >>

<< Si, quello. Prendo 650 dollari al mese che fanno sempre comodo, dopotutto.>> disse gesticolando voracemente con le mani.

<<Bhe, ora ti lascio a Louis, divertitevi. >> disse tirandomi una leggera pacca sulla spalla destra prima di tornare alle sue faccende domestiche.

<< Si, certo Marilyn.

Vedrai che ce la farai sei una donna molto forte e determinata. >>

<< Lo spero davvero tanto. Questi sono i piccoli sacrifici per la famiglia, ma l' importante è farli con il cuore. Ricordatelo sempre. >> disse

<<Ne avete ancora per molto?>> chiese Louis poggiandosi sullo stipite della porta con sguardo leggermente annoiato.

<<No no, andiamo>> risposi curvando le labbra in un sincero sorriso

<< Che vuoi fare?>> chiese salendo le scale

<< Non so... ti andrebbe un film?>> proposi alquanto ovvia

<<Okay>>

<<Vai in camera mia e mettiti comoda e visto che ci sei scegli il film, mentre io vado a prendere qualcosa da sgranocchiare>> disse scomparendo giù per le scale di marmo bianco, di un nitore quasi spaventoso.

Percorsi il corridoio fino ad arrivare, curiosando di quà e di là con lo sguardo che sguizzava in ogni angolo, alla camera di Louis, in fondo, sulla destra.

Portai lentamente la mano sulla maniglia color oro scuro,  abbassandola.

Tirai lentamente la porta verso di me, producendo un fastidioso scricchiolio.

Poi nulla. Solo un profondo urlo, di rilevante intensità.

Life goes on [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora