Capitolo 24

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<< Da dove comincio?>> chiese Samantha

<< Da dove vuoi. Scegli tu.>> risposi

<< Okay. Avevo tre anni.>> iniziò

<< Ero piccola ed indifesa.>> disse  lentamente tirando profondi respiri dopo ogni parola.

<<Ricordo ancora bene quel giorno. Era il 3 settembre di molti, molti anni fa. Ero seduta sulla piccola altalena dell' asilo " Saint Clare", in Canada, vicino ad un tiglio

Il sole era alto nel cielo e mi illuminava il volto, mentre un vento ribelle scombinava i miei capelli ricci e rossi, legati in una coda di cavallo, alta, se non ricordo male.>> disse interrompendosi un istante.

Io ero lì,  immobile con gli occhi puntati sui suoi ad ascoltare ogni singola parola che usciva dalle sue labbra.

<< Non ero una  ragazzina socievole, anzi. Me ne stavo sempre da sola, in disparte.

Un giorno un bimbo poco più grande di me mi si avvicinò. Era bellissimo.

Aveva due occhi cerulei, di un azzurro dolce, vivace ed i capelli leggermente lunghetti e di un giallo molto chiaro: era Lucas.

Fu la prima persona con cui parlai veramente e fu fin dai primi gradi*,la mia piccola cotta anche se, non glielo diedi mai e vedere, mai.

Gli volevo tanto ma tanto bene e gliene voglio ancora oggi, sempre di più. >> disse sospirando.

<<Gli anni passavano sempre più veloci, sembravano sfuggire al controllo, e noi crescevamo sempre più.

Eravamo felici insieme. Facevamo invidia al mondo Kath. La gente ci chiamava ritratto della gaiezza, della spensieratezza.>> disse sorridendo Sam.

<< Ma si sa tutto ha una fine, più o meno tragica.

Un giorno, quel giorno, il 27 aprile alle ore 7  pm, tutto cambiò, tutto.

Lucas venne da me con il viso profondamente segnato dal dolore con in mano dei fogli: aveva un tumore Kath>> disse appoggiandosi alla mia spalla.

<<Lì mi mancò del tutto la forza, caddi improvvisamente per terra, straziata dal dolore.

Ci sarei stata sempre per lui. Sempre.

L' ho aiutato, l' ho sostenuto. In ogni attimo, non l' ho mai lasciato.

Quando mi sono trasferita l' ho portato con me, con la mia famiglia, per suo volere e anche per mio. Non sarei riuscito a lasciarlo.>>

<< Perché è violento?>> chiesi titubante con le sopracciglia argute

<< Le medicine Kath. Le medicine.>> rispose placata

<<Farmaci su farmaci scatenano in lui violenza Kath. Io lo capisco. Lui non mi farebbe mai del male di suo. Mai>> disse sospirando.

Una calda lacrima precipitò giù dai miei occhi, scontrandosi con la fredda pelle del viso.

Sam con i pollici la scacciò sussurrando << Ehii. Non piangere>>

<< Io non so che dire Sam. Sarebbe facile usare la solita frase "mi dispiace" ma non basta. Sarebbe orrenda, inadatta.

E mi odio per questo. Lascio sempre la parola al silenzio che riesce ad esprimere con precisione perfetta, quasi spaventosa talvolta, ogni mio pensiero>>

Sorrise alle mie parole

<< Sai Kath. Sei speciale, davvero.>>

<< Anche tu>> le risposi felice.

Life goes on [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora