Capitolo 29

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Continuammo a guardarci negli occhi, senza proferire alcuna parola.

I nostri sguardi erano aggrappati l' uno all' altro, immobili.

Sembrava quasi che il mondo intorno a noi, avesse per un attimo, depositato tutta la sua frenesia.

Le flebili voci che provenivano dal corridoio sembravano essersi dissolte a poco a poco.

Si sentivano solo i nostri respiri lenti, calmi, pacifici.

Sentivo il mio cuore accellarare secondo dopo secondo producendo battiti irregolari, sconnessi. Percepivo il sangue fluirmi via via più veloce nelle vene e provai una sensazione nuova, diversa, strana, come tutte le cose nuove del resto.

Mi passai una mano fra i lunghi capelli che coprivano ormai il mio viso, portandoli dietro le orecchie ed interrompendo il contatto visivo.

Un mix di imbarazzo e tensione allo stato puro era palpabile nell' aria.

Nessuno dei due osava parlare.

Tirai su con il naso, cercando di smorzare la f

Abbassai lo sguardo fissando i miei stivaletti ormai vecchi.

La gomma era consunta, screpolata ed aveva perso, passo dopo passo, il suo acceso colore.

Non avevo molti soldi in questo periodo e mi sarebbero bastati anche per questo inverno.

Alzai leggermente lo sguardo verso Harry, tenendo però il capo chino.

Giocherellava nervosamente con le dita della mano sinistra, facendole schioccare.

Il tratti del viso erano visibilmente agitati, nervosi.

Le sopracciglia erano leggermente aggrottate, mentre gli occhi erano pensosi, come immersi in un altro mondo.

<< Fa male cavolo>> disse improvvisamente gemendo, toccandosi il braccio

<< Lo so. Eppure è per il tuo bene. Non certo per il mio>> dissi con sguardo comprensivo

<< Posso scriverci qualcosa sopra? >> chiesi eccitata puntando il gesso bianco che avvolgeva il suo braccio

<< No. Diventerebbe brutto>>

<< Neanche qualcosa di piccolino piccolino?>> continua speranzosa

<< No. È fuori da ogni discussione>>

<< Okay, okay>> risposi chinando la testa verso il basso

<< È aperto qualche negozio di alimenti?>> mi chiese

<< Sono le dieci. Penso che il Mc Donald sia ancora aperto...vuoi che ti vado a prendere qualcosa?>>

<< Si. Però sta attenta. Non voglio che ti succeda nulla.>>

<< Okay. Cosa vuoi?>>

<< Prendimi un hamburger e le patatine fritte>>

<< Basta così?>>

<< Si. Grazie. Mi raccomando torna subito.>>

<< Sta tranquillo e riposati>> dissi uscendo dalla stanza.

I corridoi dell' ospedale erano completamente vuoti e il silenzio regnava sovrano.

Si sentiva solo il leggero scricchiolio delle mie scarpe di gomma a contatto con il lucido pavimento.

Life goes on [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora