La notte di Chris e Liam

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Capitolo speciale
" Chris & Liam"

<< Se mia madre si accorge della mia assenza sono morta Liam>> Le sue mani mi aiutarono a scendere dall'albero che avevamo usato come via di fuga dalla mia camera. Era entrato in camera mia senza bussare o chiedere niente, mi aveva scoperta dal mio caldo letto e obbligato a seguirlo fuori dalla finestra. Non mi ha nemmeno permesso si indossare qualcosa che non fosse il pigiama.
<< Mi vuoi dire dove cavolo mi porti?>> Una risatina uscì dalla sua bocca mentre mi sollevava da terra e mi mise sulle spalle come un sacco di patate. Afferrò le mie gambe per non permettermi di muoverle, mentre continuava a correre verso non so dove.
<< Lasciami andare Payne, coglione dove mi stai portando?>> Sentii l'ennesima risata provenire sotto di me. Mi sentivo talmente tanto in imbarazzo che sarei potuta sprofondare in quell'istante. Non sarebbe potuto andare peggio.
<< Notte di fuoco Payne?!>> Una voce maschile attirò la mia attenzione dietro di noi. Oh merda non lui, penso che ora non potrebbe andare peggio. Un riccio cominciò a ridere appena Liam si girò mettendo il mio fondoschiena proprio in bella vista.
<< Mettimi giu subito!! Ora!!>> Harry cominciò a ridere battendo le mani come se stesse morendo del divertimento. Vorrei morire, come osa portarmi in spalla. Io non sono un giocattoloo o una delle sue puttanelle.
<< Mi dispiace Chris, ma no. Almeno sono sicuro che mi segui.>> Ma andiamo che cosa gli avevo fatto per dovermi sorbire tutto questo? Io non ho fatto veramente nulla, se non aiutarlo e lui mi ripaga trattandomi come una bambina.
<< Mi sono perso qualcosa? Che ci fai con quella su le spalle?>> Quella ha un nome, brutto microcefalo riccio e se non l'avessi notato ho bisogno un tantino di un aiuto. Se non ti dispiace?
<< Il solito, mi diverto. Ma tu che ci fai fuori a quest'ora? non ti ho più visto alla festa dopo che se n'è andata Alex.>> Non potevo vederlo in faccia sicche non potevo sapere che espressione avesse, ma ero sicura che stesse balbettando dall'agitazione. Non sapevo il motivo, ma ne ero abbastanza sicura.
<< Io.. un g-giro. Devo andare.>> Lo vidi passare come un fulmine vicino a me e Liam. Il ragazzo fa un cenno di spallucce con le spalle e poi ricomincia la sua corsa alla quale dovevo ancora dar un motivo. Mi ero talmente abituata a quella posizione, che mi ero persino rilassata mentre sentivo il mio corpo muoversi ad ogni suo passo. La luna era alta nel cielo e nonostante la situazione, mi sentivo come rilassata e tranquilla. Il movimento si arrestò di colpo e Liam mi fece quasi cadere per terra. Dove era finito il Liam "Finche sei con me non ti succederà niente?" Di sicuro non era il solito che mi aveva appena spiaccicato sull'asfalto. Appena in piedi due grosse mani mi tapparono gli occhi impedendomi la vista.
<< Liam sei tu?>>
<< Scusa e chi dovrebbe essere?>> Feci una risatina sarcastica prima di sentire il suo corpo che guidava il mio.

Inciampai in non so quanti scalini o erbacce prima di arrivare a destinazione. Le sue mani erano ancora adagiate sui miei occhi. Sentivo come un venticello più insistente in quel luogo era come se ci trovassimo in alto. Non avevo la minima idea di dove potessi essere. Lui non mi conosce bene sicche non può sapere quali sono i miei luoghi preferiti e nemmeno i regali. Le sue mani si slegarono dalla sua presa e davanti a me apparve la cosa più bella che mi potesse fare.
Davanti a me si trovava un piumone bianco appoggiato per terra e due cuscini rossi adagiati su di esso. Delle candele circondavano la coperta conferendo al luogo un non so che di Hollywoodiano. Ma la cosa che fece battere il mio cuore come un martello pneumatico fu una scritta, si trovava proprio sopra il bianco e il rosso del letto improvvisato e come d'incanto fece sparire tutti i miei dubbi e le mie paure.
"NON TI ABBANDONERò"
Delle farfalle cominciarono a cantare nel mio stomaco, mi sentivo in paradiso e la cosa più strana era che il mio angelo era proprio colui che consideravo un diavolo. Ero rimasta scioccata e non avevo spiccicato parola per ben due minuti, fino a quando una mano cominciò a sventolare davanti al mio viso. Non ci potevo credere e non volevo nemmeno aprire la bocca per paura di poter rovinare quel momento. Il mio momento.
Liam si avvicinò piano piano a me incrociando il mio sguardo perso. Ero sua più di quanto lo ero prima, il problema era che questa volta lo volevo essere.
<< Ti piace?>> Non risposi con le parole, mi sembravano sprecate in una situazione del genere. Presi la sua faccia tra le mie mani e accarezzando con il pollice la sua barba, lo avvicinai al mio viso. I nostri nasi si sfiorarono e le nostre bocche si unirono. Sentivo come il bisogno di essere sua, ma avevo paura a fidarmi. Troppe volte le persone nella mia vita mi avevano deluse e non volevo che lui fosse il prossimo. Liam interruppe il bacio, facendo scendere la sua mano verso la mia e intrecciando le sue dita con le mia.
<< Vieni con me?>> Me lo chiedeva anche? In quel momento sembravo una di quelle idiote che farebbero tutto pur di piacere ad un ragazzo. La differenza? Io il ragazzo l'ho proprio di fronte a me. Non mi ero ancora guardata bene intorno, ma ora che ci facevo caso penso che fossimo su un tetto. Eravamo stranamente vicini alle stelle e la loro luce illuminava le nostre mani unite. Ci sdraiammo sul piumone e cominciammo a guardare quei piccoli puntini luminosi che ricoprivano la coltre scura. Le nostre mani non s'erano ancora slegate e nonostante il sudore nessuno dei due accennava a a fare un passo lontano dall'altro.
<< Mia madre è morta quando avevo nove anni. Ormai è passato tanto tempo eppure è come se ogni sua espressione, risata e parola sia incisa nella memoria. Un giorno, mi ricordo, eravamo stesi in giardino proprio come noi. Mi prese la mano e mi disse." Tesoro, un giorno troverai qualcuno che smetterà di guardare la parte superficiale, ma comincerà a guardare il tuo cuore. Quando sarai innamorato e osserverai le stelle come stiamo facendo noi, non vedrai piccoli puntini divisi, ma la sua faccia e sarà tutto ciò di cui avrai bisogno. Forse a volte starai male, ma ogni lacrima che verserai è stata per amore e non dovrai mai pentirtene." Il giorno dopo mia madre è morta. Era venuta a prendere me e Nicole a scuola, ma un pirata della strada l'ha investita appena è uscita dalla macchina. Io e mia sorella abbiamo visto tutta la scena e non riesco a dimenticare quel fottuto giorno. Il sangue, le urla e il rumore del motore di quel vigliacco che scappava. Da quel giorno ho sempre e solo visto il suo viso tra le stelle, ma ora sento che il tuo viso occupa il suo posto nel cielo.>> Vidi una piccola lacrima scendere dal suo occhio e cadere sulla mia mano appoggiata sulla sua guancia. Mi posizionai ancora più vicino a lui misi la mia testa a contatto con il suo cuore.
<< Mia madre, prima che desse di matto, mi diceva che il cuore di un innamorato è la firma più sincera del suo amore. Il tuo non scherza è parecchio accelerato.>> Vidi le sue guance arrossarsi sotto le lacrime e il suo corpo farsi pericolosamente vicino al mio. Ribaltando la situazione il suo corpo si trovava sopra il mio e il suo sguardo era focalizzato sulle mie labbra che cominciavano a seccarsi dall'agitazione.
<< Ho bisogno che tu sia mia.>>
<< Perchè?>> Chesi continuando a guardarlo dritto nei suoi occhi scuri.
<< Perchè mi manchi quando non ci sei, ma non puoi mancarmi se non sei mia.>>
<< Io sono già tua.>> Non volevo ammetterlo, ma ormai tutte le mie certezze erano racchiuse in quel ragazzo dei capelli castani. Appena terminai la frase si avventò sulle mie labbra, erano calde e al contatto con le mie fredde sentii un sollievo propagarsi in tutto il mio corpo. La sua lingua sfiorò delicatamente il mio labbro inferiore chiedendomi il permesso, che io gli permisi volentieri. Le nostre lingue continuavano a muoversi all'unisono, mentre le sue mani stavano conoscendo ogni parte del mio corpo. Appena la sua mano scostò la maglietta dalla mia pancia mi irrigidii e scacciai il suo corpo da sopra il mio. Liam mi guardò con gli occhi pieni di dubbi, lui non poteva capire.
<< Chris, scusa ho sbagliato.>> Gli presi le mani per farlo riavvicinare al mio corpo.
<< Avevo sei anni e per sbaglio lasciai i miei giocattoli sul divano di mio padre. Lui l'odiava. Diceva che visto che se l'era pagato da solo nessuno poteva toccarlo. Ma io quel giorno lo feci. Ricordo i suoi occhi inniettati di sangue, le sue mani a contatto con il mio viso. Ma più di tutto ricordo che prese un coltello e ricordo il dolore della carne lacerata dalla lama. Provo a dimenticare.>> Scostai la maglia del pigiama dalla mia pancia mettendo in bella vista una grossa cicatrice, che mi era rimasta come ricordo di quel giorno.
<< Ma questa me lo fa ricordare tutti i giorni. Nessuno l'ha vista, me ne vergogno troppo e tu non la devi toccare e non dovevi nemmeno vederla. Se solo non avessi lasciato quel gioco sul divano, non avrebbe picchiato anche mia madre e lui non mi avrebbe fatto questo.>> Dissi con gli occhi pieni di lacrime indicando la cicatrice. Il ragazzo si avvicinò a me cinse il mio viso con le sue mani inchiodando il mio sguardo al suo.
<< Non è colpa tua, ma dello psicopatico che ora è in carcere. Quella cicatrice non deve essere una vergogna, ma un punto di svolta. Quella era la vecchia Chris, quella di cui mi sto innamorando è la nuova.>> Baciandomi la fronte fece adagiare nuovamente il mio corpo sul bianco del piumone. Con le sue labbra cominciò a creare una scia di baci sul mio collo, fino a tornare alla mandibola. Le sue mani incontrarono la fine della mia maglia, che con il mio aiuto tolse dal mio esile corpo. Con la bocca tornò a baciare la mia pelle, fino a quando sentii che si avvicinava sempre di più alla cicatrce sul mio stomaco. Alzò la sua faccia per incontrare il mio sguardo. Ero come pietrificata. In tutti quell'anni era come un incubo quel segno sulla mia pelle e tutte le volte dover leggere, nella mia carta d'identita alla voce segni particolari, grande cicatrice sull'addome era come un ricordo dalla quale non mi sarei mai svegliata. Forse era l'ora di dimenticare.
<< Non avere paura, questo è un nuovo inzio.>> Posò le sue labbra sul bordo della cicatrice. Sentivo la delicatezza delle sue labbra adagiarsi e sfiorare ogni singola cellula della mia pelle dove mio padre aveva conficcato la lama. I suoi baci continuarono e raggiunsero l'elastico dei pantaloni del pigiama.
<< Sei sicura?>>
<< Guidami!>> Gli dissi tremolante dalla paura. Le sue dita scotarono l'elastico dalla mia vita, facendolo passare dalle mie gambe, per poi toglierli completamente. Tornò su baciandomi le labbra e sfiorando con il pollice la spallina del reggiseno.
<< Posso?>>
<< Sono tua.>> Tolse il reggiseno buttandolo lontano e tornò a guardare il mio corpo nudo sotto il suo. Le mie amiche si stupirebbero di me, sin da quando ci conosciamo cercano sempre di evitare la parola sesso e so che lo fanno per il mio bene, ma era come se volessero nascondermi dal dolore. In quel momento non mancava la paura, non permettevo a nessuno di toccare il mio corpo, nemmeno con una carezza, invece con lui è sempre stato tutto così naturale. Le mie mani si posarono sulla sua schiena, alzando la maglia bianca, e aiutandolo a togliere lo strato di stoffa. Mi rigirai e mi trovai sopra di lui. Se c'è una cosa ch ho imparato facendo burlesque è che all'uomo piace essere accanto ad una donna forte e spavalda. Cominciai a baciarli il petto nudo, sentendo dei piccoli gemiti uscire dalla sua bocca. Notai subito un piccolo livido sulla spalla, ma non gli chiesi niente. Sapevo già la risposta. Le mie mani lisciarono il corpo muscoloso di Liam arrivando alla cintura dei jeans. In quel preciso momento la paura prese il controllo su di me e cominciai a tremare. Il moro se ne accorse e si tirò su, sendendosi con me sulle gambe.
<< Ci sono io. Dimentica tutto. Solo noi, le stelle e il vento.>> Mi sussurò baciandomi delicatamente. Con una mano aprii la cintura e dopo aver sbottonato i pantaloni li feci scivolare via dalle sue gambe. Eravamo nudi, uniti e quella paura iniziale sembrava essersi dissolta. Tornò nuovamente sopra di me e toccando il mio seno continuò a baciarmi in ogni parte del corpo.
<< Non voglio obbligarti.>>
<< Nessuno l'ha fatto. >> Detto questo vidi che avvicinò la sua mano ai pantaloni e tirò fuori una bustina di plastica. Con una mano tolse le mie mutande dal corpo e io feci uguale con i suoi boxer. Continuai a guardare i suoi occhi e la sua bocca, mentre lui indossava il preservativo.
Appena lo mise spostò la mia gamba con il ginocchio e si posizionò perfettamente sopra di me. Mise le braccia ai bordi del mio viso, per evitare di soffocarmi con il suo peso, anche se in quel momento l'ossigeno non mancava. Prese la mia mano e con una prima spinta entrò in me. Era doloroso e strinsi molto forte la sua mano mentre con l'altra graffiavo la sua schiena. Con piccole e lente spinte lo sentivo entrare dentro di me.
<< Ti fo male?>> Disse con gli occhi preoccupati.
<< No.>> Aumentai la mia presa sulla sua schiena appena le sue spinte aumentarono di velocità. Il dolore non cessava, ma ora era diventato più sopportabile.
<< S-se ti fo m-male dimmelo.>> Sentivo il piacere nella sua voce, ma anche una nota di agitazione. Era troppo bello per fermare quel sogno. Il dolore non era niente in confronto a sentirlo così mio. Il male era ormai diventato un piccolo fastidio e il ritmo diventava sempre più veloce, fino a quando venimmo entrambi. Il suo corpo si stese sopra il mio, sentendo il sudore bagnare la mia fronte. Per la prima volta mi sentivo felice di non essere stata la solita codarda e di aver seguito il mio cuore. Cominciai ad accarezzare i capelli scompigliati di Liam, sentendo il suo respiro tornare regolare. Sfiorai con la mano il suo viso e sentii una piccola lacrima bagnare le mie dita.
<< Liam che succede?>>
<< Non mi lasciare! Sei l'unica scosa buona che ho fatto nella vita. Resta insieme a me.>> Feci alzare la sua faccia dal mio seno per poterlo guardare negl'occhi.
<< L'importante è che tu non lasci mai la mia mano.>>
<< Mai.>>

Aprii gli occhi ancora tra le braccia di Liam. Avevamo passato la notte all'aperto sotto le stelle. Accarezzai la sua faccia, era così bello e rilassato quando dormiva. L'orologio al mio polso catturò la mia attenzione.
<< Le quattro!! Liam, svegliati! Fra un'ora mia madre ci viene a svegliare.>> Con un salto afferrai i miei vesti e cominciai ad indossarli saltellando come una cretina. Liam fece lo stesso imprecando.
Presi il cartellone con la scritta e me lo misi sotto il braccio. Liam afferrò la mia mano e corremmo veloci verso la moto.
Dopo essere cascata un casino di volte e aver trascinato Liam per terra con me, raggiungemmo la moto, che il ragazzo aveva nascosto il giorno prima. Il moro mi lanciò il casco che afferrai e misi velocemente. Lo allacciai e mi misi a cavalcioni sopra la moto. Appena partiti i ricordi cominciarono a vagare nella mia testa. Erano tantissimi e ad ognuno era legata una precisa emozione e sentimento. Un sorriso si dipinse sulle mie labbra, per la prima volta dopo tanto tempo erano tutti pensieri positivi e stranamente riguardavano Liam, colui che più mi aveva fatto stare male, ora era la mia ancora. Strinsi più forte le mie braccia intorno al giacchetto di pelle sentendo che la velocità stava aumentendo. Non avevo paura, anzi mi sentivo inebriata dalla sensazione di libertà che stavo provando grazie al vento. Arrivati scendemmo veloci e dopo esserci tolti i casci ci dirigemmo verso l'albero. Con l'aiuto di Liam riuscii a salire e dopo venni raggiunta dal moro.
Mi cinse i fianchi da dietro e mi diede un leggero bacio sui capelli. Mi girai e gli saltai addosso. Liam afferrò le mie gambe e mi sollevò da terra.
<< Grazie, per la prima volta non vedo un futuro così nero di fronte a me.>> Dissi con le lacrime agl'occhi.
<< A quanto pare ci illuminiamo le strade a vicenda.>

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