Ti lascio libera

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Liam pov's

La rabbia mi stava facendo impazzire. Mi aveva mentito e io l'odiavo. Come aveva potuto farmi questo? Tutti lo sapevano tranne io, che come un cretino ne sono rimasto all'oscuro. Non sentivo più Chris dall'altra parte della porta e ringraziai mentalmente tutti i santi del paradiso. Io l'amavo e tutto per l'ennesima volta era andato a farsi fottere. Volevo tenerla tra le mie braccia e stringerla forte fino a sentire il battito dei nostri cuori che si univano, ma ora era impossibile, aveva rovinato tutto. Presi il telefono e guardai un'altra volta i messaggi. Non avevo mai detto a nessuno di amarla, ma con lei era diverso, lei era diversa. Quella notte tra le sue braccia mi aveva cambiato, sentivo che la mia vita aveva un senso, che io senza di lei non sarei andato da nessuna parte, ma io non voglio vivere tra le bugie. Con tutta la rabbia e la forza che avevo in circolo presi il cellulare e lo gettai contro l'armadio frantumandolo in mille pezzi. Avevo troppa furia addosso per affrontarla in quel momento, le avrei fatto paura in queste condizioni. Presi la giacca dalla sedia e uscii dalla stanza. Notai che di lei non c'era traccia, ma il suo profumo era ancora nell'aria. Mi avvicinai al bagno seguendo il rumore dell'acqua scorrere. Abbassai il mio sguardo e vidi il pavimento completamente bagnato. La paura e il senso di colpa cominciarono ad impossessrsi del mio corpo e far sparire la rabbia. Con tutta la forza che avevo cominciai a bussare alla porta.
<< Chris aprimi!!>> Non ricevetti risposta.
<< Chris ti prego!! Dimmi che non l'hai fatto?!>> Ancora il silenzio nell'aria. Presi la rincorsa e iniziai a dare delle spallate contro la superficie.
<< Chris sono qui, rispondimi!!>> Con un ultimo sforzo riuscii ad aprire la porta che spalancai facendola sbattere contro il muro. La vista fu orrenda. Il corpo bianco come il latto di Chris in una pozza di sangue. Mi avvicinai a lei e mi lasciai cadere all'interno della vasca prendendola tra le mie braccia. La strinsi a me e cominciai a piangere.
<< Ti prego non mi lasciare. Sei tutto per me, sei il faro infondo ad un tunnel.>> Continuai a stringerla a me mentre con una mano afferrai il suo telefono e composi il numero delle emergenze.
<< Buongiorno qui 911 come posso aiutarla?>> La tranquillità della donna mi madò in bestia.
<< Mi dovevete aiutare, la mia ragazza sta perdendo tanto sangue. Il suo corpo è freddo e bianco. Sento a mala pena il suo cuore. La prego io la amo, è tutta colpa mia. Lei l'ha fatto a causa mia, sono uno stronzo. La prego mi aiuti i tagli continuano a sanguinare. Non può finire così, lei è la mia vita.>> Con le lacrime che uscivano in continuazione dai miei occhi avvicinai il suo viso al mio e le lasciai un casto bacio sulla fronte, sentendo la sua pelle fredda a contatto con le mie labbra.
<< Signore stia tranquillo, prima cosa mi dia l'indirizzo e poi io gli dirò cosa deve fare.>> Diedi l'indirizzo alla donna che poi mi fece fasciare i tagli di Chris.
<< Un'ambulanza sarà lì fra dieci minuti, nel frattempo si assicuri di bloccare l'emoragie.>> Lasciai cadere il telefono e strinsi il corpo di Chris in un asciugamano. Volevo che aprisse gli occhi e tornasse da me, ma il suo cuore era debole e la sua pelle fredda.
<< Ti amo, ti amo, ti amo. Svegliati Chris, cazzo lotta. Sei forte, non ti puoi arrendere proprio ora dopo tutto quello che hai passato. Non la dare vinta a quello stronzo di tuo padre.>>
Passai i dieci minuti seguenti a piangere e ad urlare il suo nome, ma i suoi occhi non accennarono nemmeno per un attimo a concentrarsi su di me.
Ad un certo punto un paramedico mi tirò via dal corpo esile della ragazza stesa per terra che venne subito raggiunta dai medici.
<< Vi prego salvatela, io senza di lei non posso esistere.>> Una donna mi prese e mi fece accomodare su una sedia nel corridoio.
<< La ami?>>
La guardai ancora tremane dopo quello che mi era successo.
<< SA, IO NON SAPEVO COSA FOSSE L'AMORE. HO SEMPRE SAPUTO CHE NELLA VITA CI POTESSE ESSERE SEMPRE E SOLO ODIO EPPURE CHRIS, MI HA ACCETTATO PER QUELLO CHE ERO. PENSO CHE QUESTO SIA AMORE. AMARE QUALCUNO ACCETTANDO I SUOI DIFETTI NONOSTANTE POSSANO FARTI MALE. INSOMMA PENSO CHE QUESTO SIA L'AMORE.>> Un uomo con una barella corse verso il bagno e ne uscì dopo qualche minuto con il corpo ancora addormentato di Chris steso su di essa. Appena vidi i suoi capelli biondi mi fiondai su di lei.
<< Ehi, amore sono qui! Mi senti? Non ti lascio. Ti giuro che torneremo a guardare le stelle, perchè ormai il cielo mi mostra solo il tuo viso.>> Appena arrivati davanti all'ambulanza, mi fecero salire sul mezzo e solo lì mi resi conto del sangue che imbrattava tutto il mio corpo. Il sangue di Chris. Afferai la sua mano e guardai la donna di prima.
<< Scusi, mi potrebbe fare un favore?>> La donna annuì con la testa così le passai il telefono di Chris.
<< Potrebbe chiamare queste cinque ragazze, io chiamerò i genitori.>> La donna mi diedi una pacca di conforto sulla spalla e acconsentì alla mia richiesta.

Chris ormai era già un'ora che era entrata e nessuno mi faceva sapere niente. Sentii dei passi pesanti in fondo al corridoio e appena mi girai vidi le ragazze e i ragazzi correre verso di me. Mi alzai per andargli incontro, ma Sharoon mi precedette.
<< Tu lurido pezzo di merda, è tutta colpa tua. Se non fossi mai entrato nella sua vita lei non sarebbe in uno stupido letto d'ospedale a lottare tra la vita e la morte. Devi sparire dalla sua vita e da quella di tutte noi. Non meriti una ragazza come lei, l'unica cosa che meriti è la tua vita da ubriacone. Te lo stava per dire, te lo stava per dire. Sei uno stronzo!!!>> Con un balzo si lanciò verso di me cominciando a tirarmi schiaffi da tutte le parti. Non sentivo nessun tipo di dolore fisico, erano state le sue parole ad uccidermi. Zayn scansò la ragazza che continuava a scalciare per liberarsi. Con lo sguardo assente mi avviai a passi stanchi verso l'uscita per prendere una boccata d'aria.
Raggiunsi la porta e lentamente arrivai su una vecchia panchina. Comiciai a fissare il vuoto, in fondo in quel momeno era l'unica cosa che sentivo. Senza di lei tutto era sparito. Un vecchio uomo si sedette accanto a me.
<< Cosa ci fa un bel giovane in un posto come questo tutto solo a piangere?>> Guardai l'uomo pieno di rughe che si passava il bastone tra le mani.
<< La mia ragazza a causa mia sta molto male.>> L'uomo si girò verso di me appoggiando il bastone al lato della panca.
<< Estate 1944, tempo di guerra mio caro. Lei si chiamava Alessia, era bellisima, gentile ed ingenua. Io me ne ero follemente innamorato. Con lei avevo imparato il significato della parola amore eppure anche la parola soffrire. Un giorno, non ricordo precisamente quando fu dichiarato allerta bombe nel mio paese, così fummo tutti mandati nei rifugi, ma purtroppo io e la mia famiglia arrivammo tardi e ormai i posti erano tutti pieni. Alessia era già dentro e mi stava aspettando, ma io non la raggiunsi sicche lo fece lei. Ero sotto un poste quando la vidi saltare in aria. Una mina mi ha portato via la dolce Alessia e sai il perchè?>> Ero catturato da quel racconto. Feci cenno di no con la testa.
<< Perchè non l'ho lasciata andare. I mie genitori me lo avevano detto che un amore come il nostro in tempo di guerra non avrebbe portato a niente di buono, soprattutto visto che noi dovevamo trasferirci in campagna. Ma io per orgoglio non la lascai, nonostante sapessi che la distanza ci avrebbe comunque separati. Ora lei non c'è più e vivo con il senso di colpa di essere stato un egoista. Lei era la mia luce e io non volevo spengerla, ma la vita ha spento comunque la sua vita.>> Ero rimaso ad osservare i suoi occhi tutto il tempo della storia. Notavo l'azzurro farsi più cupo ogni volta che pronunciava il nome della ragazza. Anche lui aveva provato un amore masochista come il mio. Lui non l'aveva lasciata andare, ma forse io avrei dovuto farlo.
<< Grazie davvero del racconto.>> Vidi una piccola lacrima solcare le rughe del suo viso. Un medico ci raggiunse.
<< Signor Marshall è l'ora delle pasticche, dobbiamo tornare in camera. Il dottore la sta aspettando.>> Il vecchio prese il bastone e incurvando la schiena cominciò ad entrare verso l'entrata. Prima di superare la soglia si girò di nuovo verso di me.
<< Io amavo Alessia, ma sono stato un codardo. Non faccia il mio stesso errore ragazzo.>> Detto questo si avviò chiudendo la porta alle spalle. Raccolsi tutta la volontà che avevo e tornai dai ragazzi. Lo sguardo delle ragazze mi gelò sul posto, non dissi niente presi la mia giacca e mi avviai verso la stanza di Chris. Era proibito, ma sinceramente non me ne importava un cazzo. Stando attento a non farmi vedere percorsi i corridoi tristi del reparto finche vidi una chioma bionda. Entrai nella stanza chiudendo lentamente la porta. I mie occhi cominciarono a lasciare scappare mille lacrime dalle mie iridi castane. Spostai una sedia e presi la mano di Chris.
<< Vorrei che i tuoi occhi si aprissero e mi guardassero, perchè ti giuro sto impazzendo. Perchè la vita è così complicata? L'uomo non è ancora riuscito a rispondere a questa domanda, ma alcune volte sta a noi Chris decidere se facilitare le cose o complicarle. Io non voglio essere egoista, tu mi completi sei la perte di me che io ho nascosto da anni e forse è per questo ho paura di dirti quello che voglio dirti, ma è giusto che lo faccia. Ti amo, ma ci distruggeremo a vicenda. Siamo come la droga più potente sulla faccia della terra, non possiamo vivere senza l'altro, ma più stiamo vicini e più ci uccidiamo a vicenda. Io non voglio che tu passi tutta la vita a farti questo per colpa mia. Meriti di meglio e quel meglio non sono io. Ti lascio libera di scoprire cosa sia l'amore lontano da me, ma sono contento che abbia scoperto il significato della parola amore grazie a te. Ti amo ed è per questo che ti lascio libera.

Spazio autrice

Ecco a voi la seconda parte. Lo so non finisce molto bene la storia di questa coppia, ma come dicono tutti i film romantici. Il vero amore ha sempre un lieto fine.
Anche tra questi due personaggi ci sarà un vissero per sempre felici e contenti? Sta a voi scoprirlo perchè io lo so già.
Buonas noche***

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