Chris pov's
Ormai era passata una settimana dall'incidente di Sharoon al locale e di cose ne erano successe anche nella mia vita, in quei pochi giorni. Dopo il brutto avvenimento decisi di parlare ai miei attuali genitori dei miei problemi. Come già pensavo sono stati molto comprensivi, ma anche molto preoccupati da ciò che sarebbe successo se non fossero intervenuti. Sarah, mia madre, mi hai iscritto ad una di quelle sedute di gruppo. Non ho chiesto di cosa si tratta in particolare, so solo che ci saranno persone afflitte da ogni tipo di dipendenza. Dall'alcool all'autolesionismo, come nel mio caso. Oggi ho la mia prima seduta dopo scuola e ciò implica che sarò costretta a saltare le prove per le nuove coreografie. Non c'è un vero motivo per cui lo faccio, sento solo che tutto è sbagliato, io sono sbagliata, perchè se non lo fossi stata che motivo avrebbe avuto mio padre di picchiarmi e mia madre di abbandonarmi. Sono io l'errore che non doveva essere fatto e questo mi porta a punirmi, come faceva mio padre quando lasciavo i giochi sul suo divano e quando non pulivo le chiazze di sangue che procurava papà picchiando mia madre. La mia infanzia è sempre stata così, tra botte, sangue e la paura di essere io l'unico sbaglio. Mio padre è stato catturato, processato e ritenuto colpevole di violenza domestica e ora sono già sei anni che sconta la sua pena. Mia madre dopo la cattura di suo marito ha cominciato a vagare senza meta e questo l'ha portata a cascare nel circolo della droga, solo dopo due anni gli asistenti sociali hanno richiesto la mia custodia e mandato mia madre in una struttura di dissintocazione. Avevo otto anni quando ho conosciuto la mia prima famiglia affidataria e d'allora ne ho cambiate cinque e spero che questa sia quella buona. Ormai è quasi due anni che vivo con loro e per la prima volta sento di appartenere a qualcosa d'importante, sento che mi trovo in una vera famiglia, dove i miei genitori mi vogliono bene. Sono una coppia sulla quarantina che ha causa dei problemi di Sarah non possono avere figli e dopo molti tentativi nel campo dell'adozione sono arrivata io. Mio padre si chiama John e lavora come avvocato in un agenzia privata della quale so poco o niente e neanche mi interessa particolarmente, è un lavoro troppo serio per i miei gusti. Mentre quello di mia medre è molto più colorato e sfarzoso come impiego, infatti le fa la wedding qualcosa, non ricordo mai il nome completo.
<< Christina, ti ho lasciato il pane tostato con il succo sul tavolo. Miraccomando ricordati l'appuntamento di oggi, è importante. Fai buona scuola.>>
<< Grazie Sarah, anche a te>> Uno sbattere di porta mi fece capire che se ne era appena andata. Avrei dovuto prepararmi per andare a scuola, ma quel giorno non ne avevo davvero voglia. Non so il perchè forse non volevo incontrare Liam o forse semplicemente sono umana e la voglia può scarseggiare come in qualsiasi liceale. Scesi lentamente dal letto stando attenta a non colpire il bicchiere d'acqua. Presi la vestaglia e dopo essermela infilata scesi le scale per raggiungere la mia colazione.
<< Hola signorita!!>>
<< O mio Dio! Consuelo, mi hai spaventata, pensavo fossi fuori a fare la spesa?>> La donna continuò a spazzare e a spolverare contemporaneamente, mentre rispondeva alla mia domanda.
<< Il signore mi ha llamato, detto che hoy esta una fiesta mucho elegante sicche etta sera c'è el catering che cucina per tutti.>> Ammettiamolo, non parla ancora molto bene la nostra lingua, però si sforza e in più fa una pizza che è la fine del mondo, io l'adoro.
<< Perchè John oraganizza questa festa?>> La donna arrestò un secondo il suo lavoro per spostare il sudicio nella casetta, per poi tornare a pulire il pavimento.
<< El signore vinto un causa en tribunal.>>
<< Sono contento per lui, meglio che lo chiami per fargli i complimenti.>> Presi il piatto e il bicchiere e corsi in camera mia. Chiusi la porta alle spalle e dopo aver appoggiato la colazione, presi il telefono della mia stanza e composi il numero dell'ufficio di mio padre.
<< Ufficio del dottor Tisdal, come posso esserle utile?>> La voce della segretaria invase il mio orecchio e prima di rispondere feci mente locale delle stagiste che lavoravano per lui, per indovinare il nome.
<< Meredith, sono Chris. Potrei parlare con mio padre?>> Senza nemmeno rispondermi mi mise in attesa facendo partire una stupida e fastidiosa canzoncina, stile natalizio. Nonstante fossimo a settembre.
<< Pronto?>> La voce decisa di papà rispose alla mia chiamata.
<< John! Sono io.>>
<< Chris, che piacere sentirti stellina. Che succede?>> Diciamo che da quando avevo confessato il mio problema erano abbastanza apprensivi. Non potevo chiamare, senza che uno dei due si ponesse la domada se quella era una chiamata di addio.
<< Allora John, volevo dirti due cose. Per primo volevo farti le congratulazioni, per la vittoria. Consuelo mi ha detto che hai organizzato una festa per la vincita della causa, mentre la seconda è una domanda o una supplica prendila come vuoi. Vorrei rimanere a casa oggi, non ho mai saltato nemmeno un'ora, ma il pensiero della seduta di oggi mi terrorizza e ho bisogno di distrarmi un po'. Ti prego John?!>> Un sospiro fece capolino dall'altro capo de telefono.
<< Grazie dei complimenti e va bene puoi rimanere a casa a patto che ti vai a comprare un abito per stasera. Voglio che stasera mia figlia sia impeccabile e che faccia rimanere i miei colleghi senza fiato. Ma non esagerare non devi farli cadere la mascella per terra.>> Una risata contagiò entrambi. Non ero mai stata così bene con una famiglia, con loro potevo finalmente dire di aver trovato un casa. Loro erano tutto ciò che cercavo nei miei genitori naturali, ma che per fortuna sono comunque riuscita a trovare.
<< Ok, Papà.>>
<<Mi piace quando mi chiami papà. Mi raccomando non esagerare. Segna l'abito sul mio conto e dille che passo io dopo appena esco da lavoro. >>
Dopo aver salutato mio padre per altre due volte al telefono, corsi nella cabina armadio a scegliere degl'abiti da indossare per andare al negozio per provare alcuni abiti da sera.
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Burlesque
Fanfictionla vita di un adolescente è piena di difficoltá. Ma cosa succede se cinque ragazze vivono due realtá completamente diverse? il giorno vestono i panni di ragazze studiose, tranquille, mentre la sera si trasformano in ballerine schiacciando tutti masc...