Segreti & rivelazioni

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La sveglia del mio cellulare mi fece sbattere ripetutamente le palpebre. Cercai di focalizzare il luogo in cui mi trovavo, ma l'unica cosa che riuscivo  a vedere era una piccola fiamma di una cendela. Feci per alzarmi per spegnere il cellulare, quando mi accorsi del braccio di Zayn che mi avvolgeva. Scostai delicatamente lil suo corpo dal mio raggiungendo il telefono e spegnendolo. Mi misi a sedere sul bordo del divano e cominciai a guardare il suo viso rilassato. Mentre dormiva non sembrava così stronzo, forse perchè non poteva aprire la bocca o forse perchè lo sentivo vicino come non era mai successo. Appoggiai la mia mano sul suo avambraccio e accarezzandolo delicatamente cercai di svegliarlo.
<< Zayn, sveglia! Dobbiamo andare a scuola.>> L'unica cosa che sentii fu un borbottio, prima che si girasse dandomi le spalle. Se le buone maniere non funzionavano allora avrei usato quelle cattive. Presi la candela quasi consumata e la incliani. Una piccola goccia di cera cadde sul suo braccio. Un urlo si levò nell'aria e una faccia incazzata si dipinse nel viso del ragazzo.
<< Ma che cazzo?! Sharoon!!!>> 
<< Dobbiamo andare a scuola.>> Gli lanciai la maglia e dopo i pantaloni. Io presi il giacchetto e mi avviai fuori dal rifugio. Sentii dei passi dietro di me così mi girai.
<< Shar è meglio che se per ora non diciamo niente. Continuamo ad odiarci, in fondo è la cosa che sappiamo fare meglio.>> Feci un piccolo sorriso, nonostante io non volessi litigare, ma forse era meglio così.
<< Perfetto, allora ci vediamo a scuola io mi devo togliere questo vestito.>>
<< Ciao Shar, ci vediamo dopo.>> Me ne andai lasciando dietro di me solo il rumore dei miei tacchi, mentre l'odore della sua pelle era ancora fisso nel mio naso.

La scuola continuava ad avere quell'atmosfera triste e malinconica di sempre, forse l'unica cosa che sarebbe potuta cambiare erano gli scontri con quei cinque. Sentii come se due grandi occhi si fossero posati su di me. Mi girai e vidi Zayn che mi fissava in modo spaesato e confuso. Avrei almeno voluto parlargli, ma sapevo che lui voleva che la sua reputazione rimanesse inttatta. Vidi una chioma rossa correre via senza salutare. Da quando aveva fatto "pace" con Louis non faceva che correre via piangendo. Io provavo ad ignorarlo, ma non ci riuscivo. Sapevo cosa provavano entrambi e a me nascondino non è mai piaciuto. Dopo qualche secondo intravidi anche Louis correre nella direzione presa da Abbie. Qualcuno non me la racconta giusta, ma in fondo chi sono io per giudicare quando sono la prima che non fa altro che crearsi segreti da sola. La mia paura è che prima o poi non riesca più a tenere il piede in due scarpe e che le mie bugie mi sommergano affogandomi molto lentamente.

Louis pov's

Cazzo, ci mancava solo mia sorella. Perchè tutto deve essere così complicato? non potremo vivere senza qualcuno che scriva la nostra storia, ancora  prima che riusciamo a mala pena ad intravederla? Corsi trai i tanti corridoi bianchi della scuola in cerca di Abbie, ma non riuscivo a trovarla  da nessuna parte, si era come dissolta.
<< Ti prego Abbie!! Voglio solo parlare!!>> Dei singiozzi attirarono la mia attenzione, che subito si spostò verso un piccolo stanzino, penso fosse la rimessa del bidello. Avvicinai il mio orecchio alla porta scrostata sentendo il punto di origine del pianto. Mi lasciai cadere a terra appoggiando la mia schiena alla superficie in legno della porta e rannicchiai le mie gambe al petto.
<< Abbie! Ti prego parlami, so che ci sei.>> Non ricevetti  risposta così attaccai con il mio monologo. Dovevo parlale ero stufo che tutto si potesse mettere tra di noi.
<< Sai sono stati gli occhi.>>
<< A fare cosa?>> Una voce spezzata dal pianto, mi rispose dalla stanza accanto.
<< A farmi innamorare di te. La prima volta che li vidi ci cascai dentro e non volevo più uscirne, poi però mi dissero che sarei diventato tuo fratello e il mio mondo mi crollò addosso. Eppure abbiamo lottato contro tutto e tutti e ora non possiamo mollare. L'abbiamo già fatto e non ci siamo parlati per due anni. Io non ce la farei di nuovo. Nostra sorella è piccola non sa cosa significa amare, per lei la cosa più vicina all'amore è una bambola. Ha detto quella cosa solo perchè mia madre l'ha cresciuta così. Abbie io ti amo e non mi interessa cosa cazzo pensa una bimba di sei anni.>> Sentii la porta aprirsi dietro le mie spalle rischiando quasi di farmi cadere per terra.
<< Come posso ignorarlo, ha detto che facciamo schifo!! Mia sorella me lo ha detto!!!>> La presi tra le mie braccia, mentre lei continuava a dimenarsi sotto la mia stretta. Sentii il suo respiro regolarizzarsi sotto il mio abbraccio.
<< Non voglio nemmeno più mentire alle ragazze.>> Passai una mano dietro la sua schiena, mentre con l'altra avvicinai la sua faccia alla mia, sfiorandole il naso.
<< Quando sarà il momento giusto, lo sapremo.>> Dopo aver terminato quella frase cancellai del tutto lo spazio che ci divideva e le nostre bocche finalmente si toccarono. Finalmente lei era mia.

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