1 - «Sai a chi puntare.»

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Capitolo 1

Jungkook

-Passa una buona giornata, comportati bene e stai attento.-

-Ripeti questa frase ogni giorno da diciotto anni, ancora non ti sei stufato?-

-Sarai sempre un bambino per me.-

Alzai gli occhi al cielo all'ennesima dimostrazione di quanto mio fratello maggiore fosse protettivo nei miei confronti. Fin da quando eravamo piccoli Namjoon si era preso cura di me. Mi aveva cresciuto colmando il vuoto lasciato dai nostri genitori, costantemente fuori città per lavoro. Il nostro legame era davvero solido nonostante spesso i tredici anni di differenza si facevano volentieri sentire. Avevamo diversi argomenti su cui discutere, soprattutto sul suo essere eccessivamente serio e rigido delle volte. Avevo sempre invidiato il suo notevole cervello, possedeva un quoziente intellettivo più alto della media e grazie alle sue qualità era riuscito ad acquisire la fiducia dei miei per diventare presidente di una società fondata da loro. Quando avevo scoperto che si sarebbe dovuto trasferire a Seoul avevo pianto parecchio alla notizia di dover rimanere senza lui, i primi tempi lo avevo costretto a fare avanti e dietro ogni weekend finché non mi ero arreso all'idea di dovermela cavare da solo, ormai mi ero abituato a vederlo dietro uno schermo se non in rare occasioni.

Afferrai lo zaino che avevo preparato la sera prima, infilai nella tasca piccola la mia copia delle chiavi della villa e mi precipitai dove l'autista mi aspettava per accompagnarmi a scuola, l'istituto privato più altolocato di Busan. Quella mattina non ero neanche in ritardo, dovevo incontrarmi prima con Hoseok nel cortile perché mi aveva anticipato dovesse dirmi una cosa.

Il mio migliore amico era appoggiato al muro affianco all'ingresso, la testa piegata sul telefono che reggeva tra le mani. Il ciuffo era alzato e gli rivelava la fronte, però il viso era mezzo coperto da un paio di occhiali da sole che sembravano essere nuovi.

-Hobi!- lo chiamai mentre mi avvicinavo, facendo in modo si accorgesse di me.

Con le dita abbassò la montatura scura dal ponte del suo invidiabile naso perfetto così che potesse guardarmi per bene. Mi regalò uno dei suoi soliti splendenti sorrisi che lo rendevano un tipo sgargiante a vista d'occhio.

-Jungkookie, come sei colorato stamattina!- ironizzò sui miei indumenti rigorosamente neri.

Mi prendeva sempre in giro per il mio abbigliamento, preferivo di gran lunga vestirmi scuro mentre lui era uno a cui piaceva sbizzarrirsi coi colori. Questa caratteristica ci rendeva opposti alla vista degli estranei, a primo impatto non avrebbero mai potuto immaginare che due ragazzi così diversi avessero un rapporto straordinario come il nostro.

-Scemo.- ridacchiai e lo salutai dandogli il cinque. -Allora? Cosa devi dirmi di così urgente?-

-Domani sera c'è una serata al solito locale, Yunho ha detto che può farci entrare gratis ma dobbiamo dargli conferma. Ci sei?-

-Mi hai fatto venire prima per chiedermi di fare la stessa cosa che facciamo ogni sabato da quando siamo al liceo? Davvero?- lo spintonai scherzosamente come se mi avesse costretto a fare un enorme e inutile sforzo.

Proprio in quel momento la campanella suonò, quindi ne approfittò per rispondermi con tono da vincitore. -Come vedi non sei arrivato così in anticipo.- mi fece la linguaccia. Riprese il cellulare e fece partire una telefonata. -Non si può stare in chiamata dentro scuola, avevo bisogno di saperlo prima di entra... ehi, Yunho, ci siamo per domani!- la conversazione durò giusto il tempo per affermare ci saremmo stati.

Dopo entrammo insieme a quella solita calca di studenti composta da adolescenti uguali tra loro. Era una cosa che non sopportavo di quel posto, ognuno era la fotocopia dell'altro e purtroppo questo non si limitava solo nelle mura scolastiche, era una caratteristica di ogni luogo che frequentavo. Assistevo di continuo a gare su chi saliva sull'auto più costosa o sfoggiava i vestiti di marca più recenti. Nonostante potessi permettermi di gareggiare contro chiunque me ne rimanevo in disparte perché semplicemente non ero fatto così. Erano tutti arroganti, spavaldi, viziati. Solo Hoseok aveva il mio stesso atteggiamento, era per questo che ci trovavamo talmente bene insieme che ci facevamo da spalla l'un l'altro fin dall'infanzia, senza aver bisogno di contare su nessun altro.

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