steal your money

20 - «Non toccare lui.»

prendete un bel respiro

violenza

Capitolo 20

Taehyung

Con uno scatto mi voltai verso la stessa direzione da cui quel rumore era provenuto, si trattava della porta che era stata sbattuta con forza. Se prima avevamo una via di fuga per darcela a gambe, ora eravamo completamente senza scampo.

-Ce ne avete messo un po' per arrivare, vi immaginavamo più svelti.- sentii dire dall'indistinguibile voce di Han.

Qualcun altro premette l'interruttore dell'unica fioca lampadina che pendeva sopra di noi e illuminò solo il centro di quella tenebrosa stanza. Istintivamente sia io che Yoongi alzammo le pistole, anche se non sapevamo neanche verso dove indirizzarle perché ben tre dei quattro scagnozzi ci circondavano e, a loro volta, miravano le nostre teste con le loro armi.

Bang Chan comparve al disopra delle scale, le scese lentamente rivolgendoci un sorriso. -Ragazzi, dobbiamo avvisare Felix. Sarà felicissimo di raggiungere questi ospiti speciali.- disse con sarcasmo, sentii i nervi salire a fior di pelle per quanto era fastidioso. Si avvicinò a me con le mani congiunte dietro la schiena, poi si fermò, portò due dita sull'estremità della mia pistola per abbassarla e si inclinò leggermente per potermi parlare faccia a faccia. -Volete qualcosa da bere? Sarebbe il minimo che possiamo offrirvi dal momento che state per restituire ben 120 milioni di won.-

Da parte nostra ottenne solo un silenzio che bastò per far capire non fossimo lì per consegnare quell'enorme cifra, perciò il suo volto si incupì.

-Non li avete, mh? Taehyung, i tuoi genitori non ti hanno mai insegnato che una cosa data in prestito va ridata? O forse erano troppo impegnati a lavorare per il padre di Felix?- toccò appositamente quel tasto dolente.

Un enorme senso di rabbia si impadronì di me, ogni traccia di lucidità venne azzerata e, senza la minima esitazione, tirai un pugno dritto sulla sua faccia.

Bang Chan, colto alla sprovvista, non riuscì ad evitarmi e indietreggiò di qualche passo, guardandomi con sguardo stupito dato che non si sarebbe mai immaginato tutto quel coraggio da parte mia. Una volta realizzato quanto successo, aggrottò le sopracciglia e scosse la testa, facendomi intuire che la mia mossa era stata davvero sbagliata. -Mi sa che non ti hanno insegnato neanche come ci si comporta. Non preoccuparti, a questo possiamo pensarci noi.- disse mantenendo la calma, prima di fare un cenno ad uno dei suoi compagni.

In un lampo mi trovai addosso entrambi e venni reso vittima di colpi brutali quasi quanto la prima volta in cui li avevo incassati. All'inizio riuscii a scansarne qualcuno, poi persi l'equilibrio per una botta particolarmente forte e mi ritrovai a terra con ogni difesa abbassata. Non solo erano in più, non riuscivo nemmeno a muovermi; non mi rimase altro che stringere i denti mentre continuavano a pestarmi prendendo di mira ogni zona che gli capitava sotto tiro, fregandosene dei versi che mi scappavano senza che neanche lo volessi.

Yoongi naturalmente tentò di intervenire, non gli fu concesso perché Han e quello col codino lo fermarono in modo da non farlo immischiare: con movimenti violenti lo costrinsero ad inginocchiarsi, gli legarono i polsi proprio come con Jimin e lo spinsero via da me. Rimase spettatore nonostante volesse agire, non poté far altro che assistere al modo in cui mi stavano riducendo sperando che terminassero il prima possibile.

Quando mi lasciarono, strinsi lo stomaco dolorante con le braccia e strizzai gli occhi per sopportare quel dolore, aprii la bocca per cercare di prendere quanto più ossigeno possibile e infine allungai la mano per riappropriarmi della pistola caduta, solo che questa venne calciata via. Del sangue scorreva dal mio naso e da una ferita sullo zigomo, qualche goccia era scivolata anche a terra e mi aveva sporcato la felpa. I due si allontanarono e io mi trascinai con difficoltà verso Jimin e Yoongi, rimanendo sul pavimento dato che non ero in grado di alzarmi. Riuscii con l'affanno a mettermi seduto e lanciai un'occhiata di fuoco a tutti i quanti, volevo capissero che, se la situazione fosse stata diversa, non avrei esitato a ricambiare quel favore.