6 - «Ho paura.»

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Capitolo 6

Taehyung

Passarono tre settimane da quella notte, le cose tra me e Jungkook procedevano a gonfie vele. Andavo a prenderlo a scuola quasi ogni giorno, spesso gli davo un passaggio per la palestra o a casa del suo amico, approfittando di quei brevi archi di tempo per vederlo nonostante i nostri diversi impegni. Eravamo usciti altre volte, durante gli appuntamenti iniziali non avevamo fatto altro che trovare un posto isolato dove poter pomiciare per ore e ore fino a salutarci con le labbra rosse e gonfie. Il più piccolo era ancora un po' timido, ma non inesperto. In fondo iniziavo a prenderci gusto ad appartarmi con lui, naturalmente rimanendo concentrato sul mio unico obbiettivo.

-Ci vediamo domani, mh?- gli domandai dopo avergli riempito il volto di baci, stringendolo forte a me mentre ero poggiato alla moto.

Si era lasciato coccolare in silenzio, ma a quella frase alzò la testa nella mia direzione con espressione dispiaciuta. -E dai, non te ne andare già.- piagnucolò.

-Lo sai, ho il turno a lavoro e...- mi bloccai non appena piegò la testa per poggiare le labbra sul mio collo, appropriandosi della mia pelle che iniziò a beare di baci e passate di lingua che mi procurarono solletico ed eccitazione. Sapeva non lo avrei fermato, infatti chiusi le palpebre e mi morsi il piercing godendomi quella sensazione, facendolo ridacchiare nel vedere come fosse riuscito a farmi tacere. Si soffermò su un punto preciso e da come cominciò a tirare capì avesse intenzione di lasciare un succhiotto, così che potessi avere qualcosa di lui addosso anche se non eravamo insieme. Sentii quella parte bruciare, segno si stesse colorando come desiderava.

-Mi scrivi quando torni a casa?- domandò quando si alzò alla mia stessa altezza.

Gli accarezzai la guancia. -Ma tornerò tardi.-

-Ti aspetterò sveglio.- rispose con decisione, facendomi sorridere.

Gli stampai un ultimo bacio sulle labbra prima di rimettere il casco addosso e salire di nuovo sulla moto, mentre lui afferrava il borsone della palestra da terra e mi guardava ripartire.

Lo avevo lasciato proprio davanti alla sua villa, ormai non mi riteneva più un pericoloso sconosciuto che addirittura non doveva sapere dove abitava e questo lo ritenevo un grosso passo in avanti. Non mi aveva mai fatto entrare oltre il cancello e io non avevo intenzione di chiederglielo, se avessi insistito avrebbe sospettato qualcosa ed era opportuno aspettare fosse lui ad invitarmi, ma per il momento andava benissimo così.

Quella volta dovevo stare al bar sul tardi, fortunatamente avevo tempo di tornare a casa per fare una cena veloce dato che non avrei sopportato rimanere a stomaco vuoto fino alla chiusura. Quando chiusi la porta dell'appartamento e mi fiondai in cucina, trovai Yoongi seduto da solo mentre fumava col viso rivolto verso la finestra aperta.

-Ehi, mangio qualcosa e scappo a lavoro.- annunciai prendendo del pane dalla mensola.

Non ebbi alcuna risposta. Quel silenzio mi preoccupò e poggiai ancora lo sguardo su mio cugino, che ora mi stava studiando col volto che aveva quando era nervoso e che prima non avevo notato perché era girato. Mi immobilizzai sul posto non sapendo cosa avessi fatto di sbagliato.

-Che hai?- gli domandai.

Spense la sigaretta nel posacenere senza neanche finirla, si mise in piedi camminando a passi lenti nella mia direzione e parlò.

-E' arrivata un'altra lettera da parte di quei figli di puttana. Sai che c'era scritto, Taehyung? Che sarà l'ultima, perché adesso passeranno alle azioni.-

La fame nel mio stomaco sparì tutta d'un tratto, sostituita da un senso di vuoto dovuto a quello che aveva detto.

-Merda.-

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